Foto di Pasquale Rosa
di Maria Vittoria Mori
“Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla”. Sono le parole di Alessandro Baricco in uno dei suoi libri ripreso nella rubrica “Gettoni” del podcast MyCaroline che racconta, in episodi, una storia di otto ragazzi fermani e maceratesi.
Giacomo Amaolo, Niccolò Bartoli, Marco Castellucci, Andrea Onori, Riccardo Renzi, Carlo Sabatucci, Marco Sagripanti e Mauro Torresi sono studenti di filosofia, economia, lettere e medicina, tra i 20 e i 22 anni, e hanno danno vita a un format radiofonico che coinvolge gli ascoltatori interamente nelle loro vite. Sono conversazioni tra amici che hanno una grande capacità di trasmettere le loro passioni.
È iniziato tutto con un solo microfono in un appartamento di Milano, dove alcuni dei ragazzi studiano, poi le registrazioni sono proseguite anche a Macerata e a Roma, sedi universitarie degli altri ragazzi coinvolti.
“Quando pioveranno lunedì” è la prima puntata del podcast MyCaroline. “L’idea era già in ballo da un po’ di tempo, circa due anni – raccontano – ma tra gli impegni della maturità e poi l’università era difficile trovarsi tutti insieme a registrare puntate”.
Una sera di novembre, quasi per caso, si ritrovano tutti a Milano, con un solo microfono e i cellulari e nasce la prima puntata, pubblicata su Spotify lo scorso 14 dicembre. L’episodio che fa parte della rubrica “Mental Breakdown”, la più spontanea del podcast, è una chiacchierata tra amici in un tipico sabato sera.
A febbraio esce il secondo episodio che fa parte della rubrica “Interferenze”, il lato più personale del podcast: monologhi e pensieri buttati giù singolarmente da ognuno dei ragazzi. “Interferenze, come dice il nome stesso, nasce per creare uno spazio più intimo e personale – sottolineano i ragazzi – sono pensieri, riflessioni, sproloqui e deliri impressi in un file mp3. Racconti di ore passate su qualche treno che riporta a casa e pensieri che si accavallano nei lunghi viaggi.”.
“AwesomeMix” è invece la dimensione più musicale del podcast. “Nella nostra vita abbiamo sceso, dando il braccio alla musica ed appoggiandoci a lei, almeno un milione di scale. Durante questa discesa che sembra non finire mai, proprio la musica ha accompagnato qualsiasi momento delle nostre vite. Quello che cercheremo di fare quindi sarà ascoltare e condividere canzoni, raccontando i nostri aneddoti e parlando dei generi che più ci/vi piacciono. Questo sarà un format che speriamo viva e sopravviva grazie anche alla partecipazione sui social, specialmente sul nostro profilo Instagram. Aspettiamo quindi che ci consigliate album e canzoni.”.
Sono queste le parole usate per descrivere la rubrica musicale. E infine la presentazione di “Gettoni”, rubrica dedicata alla letteratura, nata durante la quarantena, arco di tempo che ha spinto gli otto speakers a parlare di qualcosa che potesse dare un senso di leggerezza ad un periodo difficile: letteratura, musica e dialoghi hanno tenuto compagnia ad oltre 300 utenti ogni settimana con episodi brevi ma anche con puntate di quasi un’ora.
Il distacco dalla vita frenetica ha consentito di produrre settimanalmente un’idea sempre nuova: malgrado la distanza, con semplici strumenti come una chiamata Skype e i microfoni dei cellulari, ogni lunedì c’è stato un argomento pronto a coinvolgere chiunque, dagli amici marchigiani, ai loro familiari, agli amici dell’università, a sconosciuti che su Instagram hanno citato i podcast tra quelli più apprezzati di Spotify.
“Creare un podcast significa avere una dimensione in cui ritrovarsi anche quando si è lontani, avvicinarsi a ciò che ci appassiona, e coinvolgere e far sentire il pubblico parte di quelle nostre ‘chiacchierate da bar’ – spiegano gli studenti – è una dimensione completamente personale, spontanea e libera. Il lavoro non si esaurisce nello scrivere la puntata, nella registrazione e nel montaggio degli episodi. Vanno create anche le grafiche di volta in volta.”.
Altri progetti sono in cantiere per continuare questa esperienza consentendo a tutti di dare un contributo di idee. Essere tanti consente una divisione del lavoro e lo sviluppo dell’argomento più caro a ciascuno: un libro particolare, il design della copertina dell’episodio o scegliere la musica preferita. Tutto questo si riflette nel podcast che assume perciò una dimensione vasta e diversificata in ogni puntata grazie all’apporto di ciascuno.
L’obiettivo principale era quello di riuscire a creare un ambiente virtuale e personale in cui trasmettere le proprie passioni in libertà, facendo sentire il pubblico coinvolto nelle idee e in quei pensieri. E l’obiettivo è stato centrato.
MyCaroline, è un appuntamento settimanale, ogni lunedì alle 14:30 su Spotify e tutte le piattaforme streaming. Riprende il nome di un’emittente radiofonica inglese, “Radio Caroline”, fondata nel 1964, periodo in cui il rock era censurato e la radio trasmetteva da una barca in mezzo al mare: una sorta di rivoluzione di contenuto all’interno del sistema radiofonico musicale inglese, trasmettendo in libertà ciò che non si poteva ascoltare in quegli anni. Con il “My” che precede il nome, gli speakers fermani e maceratesi hanno semplicemente personalizzato quel concetto per trasmettere, come dicono, “ciò che ci piace nel modo che ci piace”.
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