di Andrea Braconi
È rilassata Maria Teresa Mircoli. Sola, dallo scranno della Sala del Consiglio comunale di Monterubbiano (“Ma soltanto perché gli altri componenti della Giunta e i consiglieri sono tutti impegnati con il lavoro”), racconta i motivi alla base del suo addio alla carica di sindaco.
“Le mie però non sono dimissioni, ho solo terminato un percorso ed il mio contratto con gli elettori” rimarca con determinazione. Candidata una prima volta nel 2014, con la sua lista espulsa per la mancanza di un timbro, l’anno successivo spinta da una parte della popolazione ha fatto un secondo tentativo, questa volta vincente.
Fin dall’inizio, tiene a precisare, la sua idea era di fare un solo mandato. “Ricandidarmi nell’autunno del 2014 è stato uno sforzo, ma era già chiaro che sarebbe stato per un quinquennio, il tempo necessario per far vedere come si fa amministrazione”. Perché Mircoli, nata nel 1945 e prossima a compiere 75 anni, da dirigente ed ispettrice scolastica ha gestito diverse situazioni, prima di dedicarsi alla sua Monterubbiano. “Ho dato tutta la mia passione per il paese, non sono una forestiera, sono nata e crescita quassù, ho i miei affetti e le mie amicizie. In questi 5 anni non mi sono mossa da qui con terremoto, neve, tempo cattivo e Covid. Ma, e su questo dovete avere pazienza, ho anche un mio progetto di vita”.
Un progetto che definisce personale, culturale (“Voglio tornare a scrivere e nelle mie 3 biblioteche di Fermo) e anche politico. “Ho fatto sempre politica professionale in ambito scolastico, seguendo tutte le vicende delle varie riforme” ricorda, senza dimenticare di ringraziare il sindaco di Moresco e la presidente della Provincia per le telefonate ricevute subito dopo la notizia di un addio, il suo, arrivato nel pieno di una pandemia. “Alla notizia del rinvio delle elezioni ho detto accompagno il paese fino al termine dell’emergenza e adesso che la prima fase è finita ho fatto una scelta consapevole, perché ho valutato che non avrei lasciato orfani i dipendenti del Comune”.
Per dare sostanza a questo ragionamento, l’ormai ex sindaco snocciola sia il lavoro fatto (Teatro Pagani, sicurezza nelle scuole, attività culturali e manifestazioni, Rubbianello, separazione delle acque e racconta differenziata, fino all’assunzione di 2 dipendenti comunali a tempo indeterminato), sia i progetti in essere: dall’ascensore della scuola a quello approvato dal Gal di 60.000 euro per un belvedere; dalla torre, con un finanziamento di 650.000 euro, alla recente decisione in sede di Consiglio comunale sulla rinegoziazione di 10 mutui. “Chiunque arriverà proseguirà un percorso avviato. E fino all’arrivo di una nuova Amministrazione quello fatto andrà da sé”.
In tanti stanno provando a spingerla verso un ripensamento (c’è infatti tempo fino al 12 giugno per ritirare le dimissioni), ma Mircoli sembra determinata a confermare la propria decisione. “Morto un papa se ne fa un altro – conclude – tutti siamo utili e nessuno è indispensabile”.
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