di Silvia Remoli
La storia ci insegna che i periodi di crisi sono stati forieri di idee, di innovazioni, di crescita, di prese di posizione coraggiose e rivoluzionarie. Ed il Centro Studi G.B. Carducci, la associazione che dal 1993 sfrutta le proprie competenze ed esperienze lavorative per elaborare (chi scrive preciserebbe anche che si tratta di fervide menti pulsanti, tanto amanti del territorio da catapultarlo in una visione globale vincente a livello internazionale), ha scelto questo caldo momento per pubblicare il proprio studio a riguardo, un vero e proprio progetto di sviluppo per il fermano e per le Marche, cogliendo anche le imminenti elezioni comunali e regionali come occasione per pungolare ed interrogare le istituzioni e le amministrazioni su temi per i quali la sensibilizzazione non è mai troppa.
Ecco perché stamani è stata indetta una conferenza stampa per coinvolgere gli organi di comunicazione e per presentare ad un più ampio e, si spera, curioso pubblico, quanto emerso da anni di formazione e di ricerca ad opera del G.B. Carducci, tutto materiale utile e finalizzato ad una valorizzazione del territorio e fruibile da parte di chi su di esso si troverà ad operare concretamente da settembre in avanti.
Ad illustrare il progetto è stato il giovane Presidente il Dott.Fabio D’Erasmo, che, affiancato dai membri dell’associazione presenti (assente giustificato il già presidente onorario Prof. Guido Tascini per un recente e triste lutto familiare), ha snocciolato le varie materie trattate nel piano di lavoro che potrà interessare e motivare tutti i responsabili dei necessari ed effettivi sviluppi da compiere.
Cosa è il Centro Studi G.B. Carducci di Fermo:
Nato 27 anni fa ed in continua evoluzione, l’associazione conta numerosi e validi collaboratori (attualmente giunti a circa quaranta elementi), a carattere trasversale per età e per competenze (industriali, imprenditori, professori, ricercatori, professionisti qualificati nei più svariati campi, ecc.), ma tutti con l’intento comune di apportare un contributo di crescita ad una realtà territoriale come quella in cui viviamo che ha così tante qualità, sia innate che potenziali, da necessitare sia di un riflettore più potente che delle soluzioni pratiche più efficaci, volte a dissipare quelle difficoltà, annose o contingenti, che ne hanno finora ostacolato il massimo e meritato sviluppo. In sostanza, il fermano e la sua culla, ossia le Marche, sono degne di un posto di rilievo nel mondo, di un titolo di riconoscimento per la qualità di vita che offrono e per l’indiscussa eccellenza dei beni e servizi che producono.
Per capire meglio di cosa si tratta, magari anche al fine di entrare a far parte di questa risorsa più unica che rara, basta visitare la pagina facebook .
Il progetto di sviluppo per il fermano e per le Marche:
Un dossier dal taglio pratico che vale la pena leggere: idee ambiziose ma non utopistiche, anzi. La prospettiva verso cui muoversi è quella di una macroregione Adriatico-Tirrenica (Marche-Umbria-Toscana) perché l’unione, se bene fatta, fa sempre la forza. E per realizzarla occorre una sinergia nella realizzazione e promozione di beni e servizi che possa vincere le sfide a livello internazionale. Ecco perché il progetto vanta punti programmatici quali la formazione, la ricerca, i marchi, le società partecipate, il turismo, le unioni/fusioni comunali (toccando altresì argomenti scottanti come le infrastrutture, l’artigianato, la rete scolastica, ecc., mentre per le problematiche relative alla sanità arriverà a breve un trattato ad hoc).
Ogni relazione prende spunto dalla realtà attuale, ne analizza le criticità significandone una conscia e papabile soluzione: un riassetto degli enti locali in una visione di collaborazione funzionale, un incremento tangibile della formazione e della ricerca al fine di creare una vera a propria circolazione di cervelli (piuttosto che ad una fuga all’estero degli stessi, triste fenomeno che negli ultimi anni ci ha fatto assistere impotenti ad una perdita di qualità nella cultura e nell’ingegno!), un riassetto del mondo scolastico, una spinta del sistema economico-produttivo grazie alla creazione di un marchio a carattere regionale, segno di riconoscimento e di qualità, ecc, , questi e molti altri gli strumenti proposti dal Centro Studi G. B. Carducci, non solo utili, ma ormai indispensabili per far competere il nostro territorio a livelli che, sia per conformazione geografica che per risorse, è pienamente in grado di sostenere.
Ma, essendo impossibile in tal sede trascrivere per intero uno studio così concreto ed interessante, vi invitiamo a leggerlo cliccando su questo file in formato PDF: progetto Carducci .
I realizzatori dell’elaborato:
All’intro di Fabio D’Erasmo e Carlo Verducci seguono le ficcanti trattazioni dell’ing. Paolo Appoggetti relativa alla “Formazione”, sulla “Ricerca” è intervenuto il prof. Guido Tascini, dell’ “Agricoltura” si è occupato Marco Rotunno, ad Ezio Donzelli compete l’innovativa progettazione di “Un marchio di qualità per i distretti produttivi delle Marche” volto a metterne in risalto i punti di forza, Stefano Berdini illustra la figura delle “Società partecipate”, di concerto Alessandro Ciaudano, Babara Toce ed Anna Censi inquadrano il “Turismo”, un vero e proprio biglietto da visita anche all’estero, ed infine Luca Romanelli fa il focus su una strategia comune per “Gli Enti locali”. Ma ai nomi appena citati è doveroso aggiungerne altri, quali quelli di Gabriele Basili, Cristina Corradini, Alfredo Ebolito, Dario Laurenzi, Ubaldo Renzi, Walter Vallesi, Silvia Valori, che con estrema generosità hanno dato il loro prezioso contributo.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati