Coop Alleanza 3.0 esprime soddisfazione per la sentenza emessa due giorni fa dal Tribunale di Fermo sul processo inerente al cantiere di via Respighi nel capoluogo fermano nel corso del quale la Cooperativa ha sempre sostenuto di aver agito in conformità ai permessi ottenuti. “Oggi – spiegano i vertici Coop – si è già al lavoro per ridare a soci e cittadini il punto vendita la cui apertura era stata inopinatamente bloccata alla vigilia dell’apertura quasi sette anni fa”.
Il presidente di Coop Alleanza 3.0, Adriano Turrini spiega: “Finalmente si chiude una vicenda processuale sul cui esito positivo non abbiamo mai avuto alcun dubbio, convinti, di aver agito correttamente: dopo quasi sette anni arriva l’assoluzione e l’immobile ci viene restituito, dopo aver subito iniziative, a nostro giudizio, del tutto infondate e sproporzionate che hanno caparbiamente insistito nel privare noi e la città della possibilità di ultimare l’immobile ed aprire al pubblico il supermercato. Nonostante gli ingenti ed ingiusti danni subiti, possiamo finalmente avviarci a riprendere i lavori per realizzare l’apertura del nuovo negozio offrendo ai soci, ai clienti alla città la qualità e i valori coop e dando lavoro a nuove persone”.
Da parte sua l’Avv. Luca Sirotti, difensore unitamente ai Colleghi Antonino Morello e Maddalena Rada di Adriano Turrini, Gilberto Coffari e Coop Alleanza 3.0, sul piano strettamente processuale precisa: “Nel maggio del 2014 veniva sequestrato dalla Procura della Repubblica di Fermo un importante cantiere, in Via Respighi. Le contestazioni, lottizzazione abusiva e violazione del vincolo paesaggistico, apparivano da subito infondate: gli standard urbanistici erano non solo rispettati, ma anzi largamente eccedenti le quantità richieste dalla legge e nessun vincolo era stato violato nell’ambito di una pratica amministrativa Ci sono, tuttavia, voluti cinque anni perché il Tribunale di Fermo potesse, con coraggio, assolvere nel merito per il contestato delitto e dover dichiarare la prescrizione per la contravvenzione urbanistica, il cui parziale accertamento processuale non ha purtroppo consentito di dichiarare quell’evidente insussistenza, che pure i fatti meritavano. Lo scorso 14 luglio si è chiusa una pagina processuale che ha visto, da un lato, gli imputati e la società Coop Alleanza 3.0, citata responsabile civile, patire gravi pregiudizi e dall’altra una interpretazione delle norme e dei fatti infondata e frutto di una ricostruzione investigativa franata al vaglio del contradditorio dibattimentale. Apprezzabile la decisione del Comune, costituito parte civile, di non concludere recuperando all’esito del giudizio la coerenza rispetto a quanto sostenuto in sede amministrativa, laddove l’addebito di lottizzazione abusiva non era stato mai mosso, anzi esplicitamente negato. Laddove è stato possibile decidere nel merito, non essendosi prescritto il delitto relativo alla contestata violazione paesaggistica, giustizia piena è stata fatta con la decisione assolutoria nel merito. Seppure in ritardo vincono i diritti degli imputati e di chi, proprietario del bene, aspetta da anni di rientrarne legittimamente in possesso e ultimarne i lavori che consentiranno lo svolgimento di numerose ed importanti attività produttive.”
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati