di Simone Corazza e Paolo Paoletti
foto di Simone Corazza
Una scia luminosa che ha attraversato il centro storico della città di Fermo, una luce di speranza che confida nella devozione all’Assunta, patrona della città. Mai come in questa edizione la Cavalcata dell’Assunta è tornata alle sue origini. Abiti, costumi, ricami, drappi e copricapo sono passati in secondo piano rispetto ad un rito storico che si rinnova. Gli ultimi mesi durissimi, le vittime mietute dal Covid-19, le incertezze economiche, le preoccupazioni per una nuova ondata hanno cancellato il superfluo, esaltando la profonda spiritualità di un rito che si ripete da secoli.
Mai come quest’anno dunque, la Cavalcata dell’Assunta si è rivelata essere una necessità, un gesto di speranza che riunisce la comunità attorno alla sua protettrice. Toccante la consegna del cero alla Madonna del Pianto sul sagrato della chiesa di San Francesco, da parte del sindaco Paolo Calcinaro e di tutta la municipalità.
Un percorso, quello del corteo 2020, che è stato profondamente modificato. Circa 500 i figuranti, praticamente la metà di quello che era il corteo tradizionale del 14 agosto. Si è partiti dal Via Recanati per poi scendere verso la chiesa di San Francesco, risalire verso la chiesa di San Domenico e poi salire fino al Girfalco. Qui l’Arcivescovo Rocco Pennacchio ha raccolto i dieci ceri donati dalle contrade, li ha accesi uno ad uno, e li ha riconsegnati ai singoli priori per riportare la luce nelle varie zone della città e ridare speranza in un periodo di emergenza durissimo per tutti.
Sul fronte delle disposizioni anti Covid-19 l’attenzione è stata alta. Buona l’affluenza di pubblico con tanti turisti che hanno raggiunto il centro storico. La stragrande maggioranza dei presenti era munita di mascherine, attenzione anche al distanziamento.
Domani il Palio non si correrà. Quella passata è stata una ‘notte’ che ha portato la ‘luce’ sul significato della Cavalcata dell’Assunta, attorno a cui ruotano tutti gli altri momenti: dalle competizioni alle cene, e che vedono nei contradaioli, tra cui tantissimi giovani, il cuore pulsante di una tradizione destinata a rinnovarsi, anno dopo anno, nonostante tutto. Non chiamiamola dunque “Notte della Luce” ma autentica “Cavalcata dell’Assunta”.
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