di Sandro Renzi
L’uscita da Forza Italia e poi l’appoggio al candidato Nino Di Ruscio, fermano doc. Carlo Del Vecchio snobba il segretario di FdI, Emanuele Morese e chiude le porte al ticket Putzu-Vitturini, garantendo per le imminenti elezioni regionali sostegno all’ex sindaco del capoluogo di provincia in forza a Fratelli d’Italia. Operazione portata a termine nel giro di una settimana. L’addio burrascoso da Forza Italia infatti ha consentito a Del Vecchio di professarsi indipendente e scegliere, nell’area del centrodestra, di sostenere chi voleva tra i candidati del fermano arruolati nelle liste di Lega e, per l’appunto, FdI. Contatti, ha ammesso, ci sono stati pure col Carroccio, ma la sua “sede naturale” resta Fratelli d’Italia dove potrebbe approdare dopo le elezioni di settembre staccando un biglietto per la sua candidatura a sindaco tra due anni, magari con l’appoggio dei vertici regionali del partito ancor prima che con quello del gruppo locale, con il quale andrà ricucito lo “strappo istituzionale” (come qualcuno lo ha definito) per aver convocato una conferenza stampa a Porto San Giorgio per annunciare il sostegno a Di Ruscio senza coinvolgere, pare, almeno la segreteria rivierasca di FdI. Così almeno stando ai rumors registrati nel partito della Meloni. Lo stesso giorno, peraltro, in cui FdI presentava ufficialmente la sede elettorale in viale Don Minzoni con i candidati Vitturini e Putzu.
I più maliziosi, insomma, ritengono che con questa operazione politica Del Vecchio, che non ha mai nascosto la sua ambizione di guidare la città, punti dritto, in ultima analisi, al palazzo di via Veneto forte della sua esperienza amministrativa maturata in tanti anni come consigliere prima ed assessore poi. Non sarà facile riunire allo stesso tavolo del centrodestra anche la componente azzurra dalla quale se n’è andato sbattendo la porta. E dovrà anche lavorare sodo per conquistare i voti della Lega, a meno che quest’ultima non voglia invece puntare tutto su Renzo Petrozzi ed avere il suo candidato di bandiera. E lo stesso dicasi per Forza Italia che invece potrebbe portare al tavolo il nome dell’imprenditrice Alessandra Petracci, già candidata sindaco come civica tre anni fa. Utile sarà allora capire quello che accadrà a Fermo, cosa uscirà dalle urne, per una volta laboratorio politico anche per Porto San Giorgio.
In particolare se l’esperienza civica potrà essere replicata in toto anche nella cittadina rivierasca, diversamente da quanto avvenuto tre anni fa. Il nome più accreditato sarebbe allora quello dell’attuale assessore Valerio Vesprini, in grado, secondo molti, di intercettare voti tanto a destra quanto a sinistra. Ma senza l’appoggio del Pd che non ha mai gradito né il sostegno dato dall’assessore al commercio a Di Ruscio né quello, ora, garantito al candidato Acquaroli. Le sue “incursioni” a destra hanno sempre fatto storcere il naso ai dem che, in mancanza di un candidato, potrebbero optare per una figura sempre di area ma non tesserata. “Già è tardi” dice qualche autorevole esponente dem lamentando il fatto che non si sia ancora presa di petto la questione del candidato post Loira. In pole c’è Francesco Tota Gramegna, fedelissimo del sindaco. A quest’ultimo verrà comunque chiesto un impegno a 360 gradi durante la campagna elettorale e la disponibilità a rientrare all’occorrenza anche come consigliere comunale in una ottica di continuità. Anche il nome di Antonello Cossiri potrebbe essere speso come potenziale candidato sindaco per la sua lunga militanza politica nel partito. Ma se la quadra non verrà trovata e l’identikit non corrisponderà a nessuna delle figure che gravitano all’interno del Pd sangiorgese, è probabile che si segua la strada di Fermo e pertanto il candidato sindaco possa essere un esponente della sinistra. Chissà, magari proprio il primario di oncologia, Renato Bisonni. Che su di sé potrebbe attrarre anche le simpatie di una parte dei civici che hanno votato tre anni fa per Loira pur non riconoscendosi nei valori del Pd.
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