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“Inconcepibile che sfugga
la gravità di quel selfie
La targa per Emmanuel dov’è?”
il ‘5 Luglio’ replica a Calcinaro e Interlenghi

FERMO - "Non c’entra la gogna, c’entra la dignità delle istituzioni repubblicane. Il sindaco dovrebbe spiegarci l’ostinata negazione di una targa in ricordo di Emmanuel"

“Calcinaro e Interlenghi uniti nella replica. Il capo del governo della città e un rappresentante dell’opposizione, futura, sollecitati dal Comitato 5 luglio, rispondono all’unisono brandendo la Costituzione. Potenza della Costituzione. Ma due parole svelano un retropensiero: ‘eterna strumentalizzazione‘. Quale profitto trarrebbe il comitato antirazzista dalla sua attività, una grande popolarità? Alla faccia delle dichiarazioni ( ‘tutte le vittime si ricordano‘), il sindaco dovrebbe spiegarci l’ostinata negazione di una targa in ricordo di Emmanuel. In quell’aggettivo (‘eterna‘) si avverte l’atteggiamento sulla continuità dello sforzo del Comitato per mantenere viva la memoria e sviluppare una coscienza antirazzista, per educare alla convivenza e alla comprensione dei più deboli”. Così il Comitato 5 Luglio nella controreplica al primo cittadino Calcinaro e al neoeletto consigliere di opposizione Interlenghi sul botta e risposta scaturito dalle accuse dello stesso Comitato per una foto che ritrae il consigliere Andrea Morroni con Amedeo Mancini.

“Sorprende l’accostamento del duplice delitto dei due lavoratori kosovari rei di reclamare salari mai versati. L’inaudita gravità di quel fatto non fece emergere il degrado del sentire comune nella città e nel Paese e comunque la lezione di diritto e di umanità impartita al Comitato è male indirizzata, il Comitato 5 luglio non ha mai demonizzato l’autore dell’omicidio di Emmanuel né ha mai reclamato una pena esemplare. E’ inconcepibile che sfugga la gravità che un rappresentante delle istituzioni pubblichi in selfie con il colpevole di un omicidio razzista. Non c’entra la gogna, c’entra la dignità delle istituzioni repubblicane. Abbiamo segnalato l’assurda reazione di una parte della città, abbiamo sostenuto le ragioni dei più deboli contro una vergognosa campagna che intendeva trasformare la vittima in carnefice” continuano dal comitato che, con l’occasione, manifesta solidarietà all’ex consigliere Massimo Rossi condannato per diffamazione.

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