“Un momento unico, intenso, semplice e profondo allo stesso tempo”. Con queste parole si può riassumere l’iniziativa vissuta lo scorso 9 dicembre, dalle ore 18.30, nella chiesa Cattedrale da parte dei fedeli dell’Unità Pastorale “Fermo Centro”: Sant’Alessandro, San Domenico, San Francesco e Santa Lucia.
La giusta attenzione e prudenza da avere in tempo di Covid (evitando di fatto convocazioni numerose e rischio di assembramenti) non ha impedito ai fedeli delle quattro parrocchie di trovare una forma alternativa per vivere insieme il tradizionale Falò alla Madonna di Loreto, acceso lo scorso anno nel cortile del don Ricci grazie alla disponibilità della comunità di suore lì presente. Ecco allora l’idea dei quattro parroci don Paolo, fra Andrea, padre Francois e don Michele: ritrovarsi in chiesa, possibilmente grande come la Cattedrale, per celebrare insieme la messa ed accendere simbolicamente alla fine un cero a rappresentare il grande Falò. A presiedere la celebrazione l’Arcivescovo, S.E. Mons. Rocco Pennacchio, il quale ha guidato l’assemblea anche durante la preghiera mariana a seguito della messa. Dopo aver ricordato il motivo della convocazione intorno al “simbolico Falò”, sono stati accesi gli 11 ceri (uno centrale in alto ed i 10 ceri di contrada) mentre veniva cantato il Salve Regina, si è pregata una decina del rosario, sono state cantate le Litanie Lauretane e sono state benedette più di 200 candele da riportare a casa per accenderle e posizionarle sul davanzale della finestra ad illuminare il percorso della Santa Casa verso Loreto.
Alle due contrade che solitamente collaboravano in prima persona per l’organizzazione del falò (San Martino e San Bartolomeo), si sono aggiunti il Consiglio di Cernita della Cavalcata dell’Assunta e tutti priori delle 10 contrade, a rappresentare i contradaioli rimasti in preghiera nelle proprie parrocchie. Nella difficoltà delle limitazioni, le Parrocchie e la Cavalcata dell’Assunta insieme, guidate dall’Arcivescovo, hanno dato un forte segno di Chiesa viva, unita ed attenta a non perdere le belle e sane tradizioni ereditate dal passato, capaci anche loro, nella semplicità, di rafforzare la fede di quanti si lasciano coinvolgere.
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