di Federica Broglio
Un bilancio sociale, quello siglato ieri dall’amministrazione comunale con le segreterie confederali e dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, che quest’anno assume un particolare valore. Le linee guida sulle politiche che riguardano le famiglie, i più bisognosi, gli anziani e le classi deboli, in un anno segnato dalla pandemia e da una pesante situazione economica, hanno dovuto tenere conto di molte criticità aggiuntive nel settore sociale a causa di un impoverimento della popolazione e di una difficoltà oggettiva nel mondo del lavoro. Parla infatti di un lavoro di sinergia “sudato e difficile” il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, che, nella stesura del bilancio, ha dovuto tenere conto, con l’assessore Alberto Maria Scarfini, delle problematiche emergenziali accadute con l’arrivo del Covid, prima tra tutte la distribuzione dei pacchi alimentari in fretta e furia nella prima ondata di marzo e aprile, la cui distribuzione non sarebbe stata possibile in maniera così efficace senza l’aiuto dei pensionati aderenti ai sindacati e delle associazioni di volontariato. “Un’esperienza bella e triste contemporaneamente – gli ha fatto eco Libero Cipollari, segretario Lega Spi – perché abbiamo toccato con mano il disagio e la sofferenza di alcune famiglie che vivono in stato di notevole difficoltà e talvolta degrado”. “Attorno al lavoro del Comune – ha rimarcato il sindaco – riscontro un clima virtuoso fatto di persone solidali e generose, che hanno compreso il periodo che stiamo vivendo e stanno contribuendo a dare un sostegno concreto, anche con donazioni spontanee e volontarie. Per me è un privilegio poter governare un territorio così ricco di valori e senso civico”.
Il protocollo d’intesa era stato predisposto dall’ex assessore al Bilancio Savino Febi, ora consigliere comunale, ma poi a causa della pandemia e delle elezioni la firma è stata posticipata di parecchi mesi, apportando alcune modifiche rispetto agli anni precedenti come ad esempio l’innalzamento del tetto di esenzione dal versamento dell’addizionale Irpef da 8.500 euro a 9.000 euro, oltre ad un aumento delle risorse proprio per il settore dei Servizi sociali “che mai come quest’anno ha bisogno di risposte – ha spiegato proprio Savino Febi, ora consigliere comunale – perché al di là delle tecnologie o di strategie politiche, è fondamentale per il governo di un territorio la vicinanza alla società civile”.
E se da un lato Paolo Filiaci (Spi Cgil) ha evidenziato come le pensioni fermane siano tra le più basse d’Italia, riconfermando quindi l’importanza delle manovre a sostegno dell’amministrazione comunale, il fatto che quest’ultima abbia confermato la volontà di non aumentare le tariffe per i servizi per tutto il 2020 e l’abbattimento fino al 50% della Tari, come sottolineato anche da Lanfranco Rocco (Fnp Cisl), insieme al contrasto all’evasione fiscale e all’illegalità, sono segnali importanti di coesione sociale che “ci si augura possa essere estesa – ha detto Ulderico Postacchini (Uilp) – anche ad altri territori limitrofi”.
Molta attenzione però è stata posta anche al mondo del lavoro, avendo accolto l’amministrazione le proposte di Cgil, Cisl e Uil in materia di appalti pubblici. “Al di là dell’aspetto della contrattazione che ogni anno si rinnova all’insegna della collaborazione – ha dichiarato Alessandro Di Grazia, segretario provinciale Cgil – mi preme sottolineare come Fermo sia l’unico Comune nella provincia ad aver fatto suo il nostro protocollo che prevede la promozione del lavoro regolare, la trasparenza nei procedimenti di affidamento, la tutela della legalità, il contrasto al lavoro sommerso e al lavoro nero e l’utilizzo del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”.
“Siamo seriamente preoccupati della situazione che si è creata. Questo è un territorio molto provato prima dalla crisi economica, poi dal sisma, ora dalla pandemia e si sta subendo un impoverimento della popolazione, con persone che hanno perso il lavoro e ammortizzatori sociali inadeguati – ha affermato Alfonso Cifani, segretario provinciale Cisl – Se non si sapranno sfruttare al meglio le risorse messe a disposizione dalla Regione, dal Governo e dall’Unione Europea il recupero sarà lento e difficile. Ovvio che lo sviluppo non deve prescindere dalla salute e dal rigore”.
Infine è arrivata la proposta/richiesta da parte dei pensionati sindacali di offrire soluzioni sia abitative che di aggregazione per quegli anziani che vivono nelle case di riposo. Pronta la risposta del sindaco Calcinaro di lavorare insieme per un progetto di valorizzazione di palazzo Graziani che ha appena beneficiato di un finanziamento regionale di 1 milione 731 mila euro per il suo recupero. Si potrebbe dunque ipotizzare la realizzazione per residenze per anziani.
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