Reddito di cittadinanza:
nelle Marche 44.288 beneficiari,
+ 8.951 rispetto al 2019

REPORT dell'Osservatorio sul Reddito e sulla Pensione di cittadinanza della Uil: "In tutte le cinque province delle Marche registriamo una implementazione delle domande. Dati preoccupanti poiché nel terzo trimestre del 2020, gli occupati marchigiani, nel complesso, sono diminuiti del 5,4% rispetto allo stesso trimestre del 2019"


“Alla data del 4 dicembre 2020, 2.419.513 di nuclei familiari hanno presentato una domanda di Reddito/Pensione di Cittadinanza (Rdc/Pdc) all’Inps: 1.592.930 sono state accolte, 233.123 sono in lavorazione e 593.460 sono state respinte o cancellate. Da aprile 2019 a oggi 193.107 nuclei sono decaduti dal diritto. Il numero totale dei nuclei percettori di Rdc/Pdc è pari a 1.209.381. La distribuzione geografica delle domande è maggiore nelle regioni del Sud e le Isole, poi le regioni del nord e infine quelle del centro”. E’ quanto fanno sapere dalla Uil in base ai dati dell’Osservatorio sul Reddito e sulla Pensione di cittadinanza del sindacato che passa subito ai dati regionali.

Nelle Marche, nel 2020 “risultano 44.288 beneficiari per il Rdc con un incremento di 8.951 soggetti rispetto all’anno precedente.
Per il Pdc i beneficiari sono 2.944 con una diminuzione di 108 casi. Ad Ascoli Piceno, nel periodo in esame ovvero domande esaminate e liquidate al 4 dicembre, registriamo in un anno 1.372 domande in Più per il reddito di cittadinanza e 20 per la pensione di cittadinanza.
In tutte le cinque province delle Marche registriamo una implementazione delle domande. Dati preoccupanti poiché nel terzo trimestre del 2020, gli occupati marchigiani, nel complesso, sono diminuiti del 5,4% rispetto allo stesso trimestre del 2019 e questo dato negativo si ripercuoterà sulle domande di Rdc.
Con il Covid sono soprattutto gli occupati indipendenti (partite Iva, Autonomi etc)a pagare il prezzo della crisi, con 20.653 occupati in meno (-13%) I lavoratori dipendenti diminuiscono invece di 13.887 unità, pari al 2,9%. Inoltre ricordiamo che con lo sblocco dei licenziamenti (sono vietati fino al 21 marzo 2021) gli effetti saranno dirompenti”.


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