Italia “arancione” nel weekend:
il Governo approva il decreto, scuole superiori
al via l’11 gennaio ma non nelle Marche

DECRETO - Via libera nella notte dal Consiglio dei Ministri al decreto ponte contenente le nuove misure anti Covid che entreranno in vigore da 7 gennaio. Italia zona arancione nel weekend, ma resta il divieto di spostamento da una regione all'altra in tutti i giorni. Slitta all'11 gennaio la ripresa delle attività in presenza al 50% nelle scuole superiori.

di Sandro Renzi

Nuove misure anti-Covid sono state approvate nella notte dal Consiglio dei Ministri per fare fronte alla settimana che va dal 7  al 15 gennaio quando bisognerà mettere mano al Dpcm varato lo scorso 3 dicembre. Mentre il 7 gennaio sarà il Dl Natale a perdere efficacia. Una situazione ingarbugliata tra zone rosse, arancioni e gialle e inevitabili inasprimenti conseguenti all’andamento della curva epidemiologica che non piace al Cts. Al punto che si è valutato anche di procedere con l’abbassamento della soglia dell’Rt che fa scattare il posizionamento di una Regione nelle diverse fasce. Il Governo quindi sceglie la linea del rigore ma si spacca sulla data del rientro a scuola. Pd favorevole alla linea dura e ad uno slittamento di almeno una settimana rispetto alla data fisata del 7 gennaio. Italia Viva invece favorevole a riprendere subito le lezioni in classe. Alla fine è stata trovata una mediazione che prevede la ripresa dell’attività didattica in presenza al 50% dall’11 gennaio per le scuole superiori. Anche se alcune Regioni, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche, hanno optato per un ulteriore slittamento al 31 gennaio. Il Ministro delle Autonomie, Francesco Boccia, dovrebbe però chiedere già oggi ai governatori di ritirare le ordinanze in modo da uniformare i provvedimento su tutto il territorio nazionale. Confermato invece il rientro il 7 gennaio per primarie e medie. 

Sulle scuole questa mattina è tornato a intervenire il presidente delle Marche, Francesco Acquaroli, confermando la sua linea di posticipare a fine gennaio la riapertura delle scuole superiori: “Questi che stiamo vivendo sono giorni molto complessi. Le scelte devono essere dettate da un forte senso di responsabilità. Quella di rinviare la riapertura delle scuole superiori in presenza è stata difficile e combattuta perché avremmo voluto dare un senso di ritorno alla normalità. Ma purtroppo ci sono due ostacoli insormontabili. Il primo è inerente alla tenuta delle strutture ospedaliere: dopo due mesi di restrizioni abbiamo oltre 550 ricoveri e 65 persone in terapia intensiva. Numeri preoccupanti davanti all’ipotesi di una terza ondata. Dall’altra parte abbiamo purtroppo la necessità di limitare l’avanzata del contagio e con esso le misure restrittive che stanno producendo danni economici enormi. Con l’ipotesi del Governo che riduce il parametro per cui con l’indice RT superiore a 1 si diventerebbe arancioni e a 1,5 rossi, il rischio di passare anche le prossime settimane chiusi diventa elevatissimo. In questo senso la mole di persone che si rimetterebbe in movimento con la riapertura delle scuole superiori, anche al 50%, è molto importante in un momento così delicato. Per questo non possiamo far altro che mettere in campo tutte le misure per cercare di evitare scenari sanitari e socioeconomici peggiori. Non è una situazione semplice ma ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, noi ci stiamo provando”.

Ma cosa prevede in concreto il nuovo decreto “ponte” per i prossimi giorni? Una sorta di zona “gialla rafforzata” per quelli feriali. Per il  periodo compreso tra il 7 e il 15 gennaio 2021, il divieto, su tutto il territorio nazionale, di spostarsi tra regioni o province autonome diverse, tranne che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. È comunque sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in un’altra regione o in una provincia autonoma. Nei giorni 9 e 10 gennaio è prevista l’applicazione, su tutto il territorio nazionale, delle misure previste per la cosiddetta “zona arancione” con bar e ristoranti chiusi a cui sarà consentito di effettuare la consegna a domicilio e l’asporto fino alle 22. I negozi possono invece restare aperti fino alle 21. Saranno comunque consentiti, negli stessi giorni, gli spostamenti dai Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, entro 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.
Il testo del decreto conferma “sino al 15 gennaio, nei territori inseriti nella cosiddetta “zona rossa”, la possibilità, di spostarsi, una sola volta al giorno, in un massimo di due persone, verso una sola abitazione privata della propria regione. Alla persona o alle due persone che si spostano potranno accompagnarsi i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con queste persone convivono. Confermato anche il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino”.

C’è poi il capitolo relativo alla rivisitazione dei criteri che demarcano l’indice Rt. Le soglie saranno inasprite. Sarà insomma più facile, per così dire, finire nelle zona rossa o in quella arancione. Ciò, è stato spiegato ai Governatori regionali, per far scattare con più rapidità le misure anti contagio. Con un Rt pari a 1, quindi, è presumibile che le Regioni finiranno subito in zona arancione. A rischio ci sono le Marche, l’Emilia Romagna, la Sicilia, la Puglia, il Friuli e la Lombardia.  Tutto dipenderà dai dati  che il Cts esaminerà il prossimo 8 gennaio quando si decideranno le nuove fasce di rischio. Altre Regioni, invece, rischiano il rosso: Basilicata, Calabria, Liguria e Veneto. 
Infine, per l’attuazione del piano di somministrazione del vaccino contro il contagio da Covid 19, sono previste specifiche procedure per l’espressione del consenso alla somministrazione del trattamento, per gli ospiti di residenze sanitarie assistite (o altre strutture analoghe), che siano privi di tutore, curatore o amministratore di sostegno e che non siano in condizione di poter esprimere un consenso libero e consapevole alla somministrazione del vaccino.


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