“Peggiora lo stato di salute degli studenti”
Ma l’Ipsia reagisce: sportello psicologo,
laboratori e imprese più vicine

FERMO - Importante momento di confronto tra la dirigente Annamaria Bernardini, alunni, ex allievi e imprenditori del territorio

di Andrea Braconi

Alla guida dell’Ipsia, dallo scorso settembre, c’è Annamaria Bernardini. Un periodo a dir poco complesso, quella attuale, per prendere in mano un’istituto scolastico con l’Ostilio Ricci di Fermo, con notevoli implicazioni su attività didattica e sicurezza di studenti, corpo docente e personale.

A tutto questo si stanno sommando gli effetti manifestati dagli stessi ragazzi, costretti a seguire le lezioni da casa, tranne che per le ore di laboratorio. “Lo stato di salute dei ragazzi, secondo alcune indagini, sta peggiorando: aumentano i casi di isolamento psicologico e stiamo assistendo ad un calo forte della motivazione scolastica”.

Ma l’istituto professionale, grazie alla normativa statale per i laboratori in presenza, è riuscito a ridurre il più possibile gli effetti.

É stata necessaria una forte organizzazione interna, ma soprattutto l’impegno e la collaborazione degli stessi ragazzi, che si sono dimostrati rispettosi. “Sono state pochissime le classi in quarantena e sempre per effetto di contagi avvenuti all’esterno. Inoltre, abbiamo cercato di supportare i genitori attraverso aperture straordinarie per l’attività di orientamento in presenza, soprattutto quelli che avevano difficoltà digitali. Attività che proseguiranno anche il 17 e il 24 gennaio, per le quali rinnovo alle famiglie l’invito a visitare la scuola, anche solo virtualmente. Sono tutte misure che speriamo ci consentano di mantenere i nostri livelli formativi”.

Nel novembre scorso un’indagine della Fondazione Agnelli ha evidenziato come i livelli occupazionali della scuola puntino molto in alto, con i due terzi dei giovani che riescono a distanza di 6 mesi a trovare occupazione. “Oltre a corsi benessere, estetisti e acconciatori, moda, meccanici, elettronici e veicoli a motore, vorremmo attivare un indirizzo informatico per supportare la conoscenza degli strumenti web per la vendita on line. C’è poi il corso serale del settore meccanico, da sempre caratterizzato da una forte richiesta dal mondo del lavoro per il riorientamento degli adulti”.

A gestire l’incontro tra dirigenza, studenti, ex allievi e mondo dell’imprenditoria, la professoressa Cristina Miragliotta, che sottolinea come l’iniziativa sia anche una sorta di “rilancio delle esperienze in corso in un tempo di precarietà”.

LA SCUOLA NON SI É MAI FERMATA

“Abbiamo visto sospese le lezioni lo scorso marzo – ricorda la dirigente Bernardini -, dopo di che nel periodo estivo abbiamo lavorato tutta l’estate, anche in collaborazione con gli enti e con un forte supporto a livello ministeriale da un punto di vista economico. Tutto questo per fare in modo che a settembre, il giorno di apertura, le scuole potessero accogliere in condizioni di sicurezza e secondo gli standard dettati dal Comitato Tecnico Scientifico”.

Purtroppo, tiene a ribadire, ci si è subito resi conto di come i ragazzi erano esposti, in particolare sul fronte del trasporto pubblico. “Purtroppo altri settori non avevano lavorato nello stesso modo per organizzarsi, ai ragazzi non erano garantite le stesse condizioni di sicurezza. Certamente le ditte hanno applicato normative ministeriali, ma c’era una forte criticità”.

Una studentessa ricorda di aver vissuto la parte più instabile didattica a distanza, un qualcosa di nuovo e di destabilizzante, ma la scuola sin da subito ha cercato di supportare gli studenti per fare lezione nella maniera più normale. “Abbiamo affrontato una maturità molto diversa ma con gioia. E la scuola non ha mancato in nulla”.

“Purtroppo – aggiunge la preside – la sospensione dello scorso anno è quella che ha causato i danni maggiori. Adesso vedremo risultati di questa perdita nei risultati delle indagini Invalsi, che daranno la vera fotografia della situazione di salute della scuola italiana”.

LA PSICOLOGA

Prima delle festività natalizie l’istituto ha preso l’importante decisione di attivare un servizio di supporto psicologico, affidandolo alla dottoressa Rita Insalata. “La scuola non è solo trasmissione di contenuti – spiega – ma come ha affermato il presidente dell’Ordine degli Psicologi è relazione ed è necessario un ambiente che la favorisca. Il fatto che questa scuola si stia dando da fare per far sì che almeno due giorni alla settimana gli studenti possano vedersi è molto importante”.

La pandemia, infatti, ha aumentato sempre più contesti di isolamento, così come i livelli di depressione e di ansia. “È necessario creare degli spazi in cui i ragazzi possano in qualche modo sentirsi gruppo e non spettatori dietro uno schermo. Tolte anche le attività sportive, quelle ricreative ed extra scolastiche, a loro resta solo il mezzo digitale per restare a contatto con gli altri. E nella mia esperienza personale sto vedendo, ad un mese dall’attivazione dello sportello, che le richieste fatte dai ragazzi sono proprio di solitudine, di voglia di riprendere i contatti”.

Dai dati nazionali emerge come il 48% dei ragazzi abbiano una visione negativa del futuro e non credano che questa situazione pandemica si possa risolvere nel più breve tempo possibile. “Gli studenti dell’Ipsia hanno avanzato diverse richieste che rispecchiano questi vissuti di ansia, solitudine, il non riconoscersi più rispetto a prima. Anche reagire alle cose che non ci piacciono diventa difficile, c’è l’esigenza di reinventarsi da parte di chi perde i propri modelli di riferimento”.

L’essere presenti a scuola, sempre secondo quanto previsto dalla normativa, ammortizza in parte questi effetti, come spiega la preside. “Lo abbiamo visto durante l’ultima assemblea, quando i nostri ragazzi hanno voluto qualcosa che li facesse rivedere e riaggregare, una piccola presenza che ha consentito loro di riattivare un’identità”.

L’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

Massimo Rossi, oggi in pensione, è stata una delle figure chiave del corpo docente dell’Ipsia. Una particolare attenzione l’ha sempre riversata in quella che veniva definita alternanza scuola lavoro, sostituita successivamente da Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento.

“L’Ipsia di Fermo ha fatto una buona alternanza – rimarca – e storicamente c’è un forte rapporto con il sistema delle imprese nella costruzione di progetti finalizzati alle competenze. C’è, insomma, un know-how consolidato, all’avanguardia anche sul tema della sicurezza, al punto che questa è l’unica scuola che ha stipulato un protocollo di intesa con l’Asur per definire percorsi e condizioni. E anche in questo si riconosce l’importanza dell’istruzione professionale: molti tendono a semplificare, anche a Roma spesso sfugge l’importanza accresciuta dell’istruzione professionale. Ma nell’evoluzione tecnologica che c’è stata anche chi sta in produzione deve avere basi solide con competenze scientifiche e tecnologiche, oltre ad una formazione scolastica adeguata. L’Ipsia copre un fabbisogno importantissimo della produzione, dove c’è una fortissima domanda che non si soddisfa con l’addestramento nelle imprese. È una realtà importante per il territorio e per le aziende, che soffrono la mancanza di figure da inserire in questo segmento della produzione. L’alternanza, quindi, è una chiave utile per conoscere i ragazzi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Sabrina Del Medico, presidente di CNA Impresa Donna di Fermo. “Quella dell’imprenditoria è una delle categorie con cui l’Ipsia ha più interloquito in questi anni. Ho letto che il saper fare è strettamente connesso all’attività pratica: nulla di più vero. Oggi si tende a pensare che un corso di formazione di 60 o 80 ore porti automaticamente una persona formata, ma non è così. L’introduzione nel mondo del lavoro deve essere graduale e soprattutto fatta nell’età giusta. Aggiungere la pratica all’istruzione è fondamentale, in modo che quando la persona arriva in azienda non si trova disorientata ma conosce già le dinamiche del mondo del lavoro”.

CNA da anni collabora con Ipsia per corsi di formazione

La scuola professionale, quindi, resta l’unico luogo dove si acquisiscono competenze fondamentali per il contesto lavorativo. Ma come procede l’alternanza scuola lavoro in questa fase di emergenza sanitaria? “Al momento fase siamo fermi, con l’obiettivo di riprendere a febbraio – evidenzia la preside -. Siamo nella fase di contatto, partiamo con i ragazzi del quinto e vogliamo convincere le aziende ad avere fiducia e ricominciare le attività. In alcuni settori, in particolare meccanica ed elettronica, per le aziende i nostri ragazzi sono una risorsa. Dove non sarà possibile, specie nel settore della moda, attiveremo delle aziende virtuali sempre in un’ottica di collaborazione. Ad esempio, ci occuperemo del marketing anche attraverso i social, per creare occasioni di studio e di focalizzazione in alcuni settori”.

LE TESTIMONIANZE

Diversi gli ex allievi che hanno scelto di partecipare a questo momento di confronto e che, nel tempo, hanno trovato collocazione nel mondo del lavoro.

Kevin Perfetti, diplomato lo scorso anno, ringrazia l’Ipsia per avergli permesso di scoprire una passione che lui stesso poi ha fatto emergere: quella dell’abbigliamento, al punto da farlo rientrare tra i primi 50 fashion designer junior italiani.

C’è poi Stacy, che qui ha trascorso 5 anni importantissimi. “Mi hanno permesso di continuare la mia passione, diventare una sarta e una fashion designer. Questa scuola mi ha insegnato tantissime cose, partendo dalla base, mi ha permesso di aprire una mia sartoria, avevo voglia di conoscere i tessuti made in Italy e il mondo della moda. E oggi, nel mio spazio a Valmir di Petritoli, sto affermando il mio brand”.

Ilaria, invece, è un esempio di come gli studenti dell’Ipsia possano anche proseguire il proprio percorso scolastico. “Mi sono diplomata 3 anni fa e adesso frequento l’Accademia di Macerata. Qui ho imparato la parte laboratoriale, il disegno ed il fashion design e oggi sto proseguendo la mia formazione”.

Gianmarco è un’amministratore di un’azienda specializzata in servizi informatici e nella sicurezza informatica, anche di grandi aziende. “Tutto nasce nel lontano 2001, a pochi anni dal diploma. Ho un ricordo bellissimo dell’istituto, i professori mi hanno incitato, incoraggiato e dato le basi per permettermi di arrivare dove sono arrivato. Ricordo il giorno in cui scelsi l’Ipsia, mi innamorai durante una visita alla scuola, dei laboratori tecnici, mi lasciò folgorato e decisi che quella sarebbe stata la mia scuola”.

Tra chi ha seguito il percorso di benessere ed estetica c’è Giorgia, diplomatasi nel 2019. “Ho scoperto una passione che non potevo immaginare di coltivare in questo modo. Fondamentale è stato il tirocinio in una sartoria conosciuta grazie all’alternanza scuola lavoro, che mi ha permesso di approfondire ciò che avevo iniziato ad imparare. In questo percorso di lavoro ho potuto vedere tutto l’iter, dal progetto alla produzione del capo. Purtroppo con il Covid questo percorso si è interrotto a tratti, ho ripreso durante l’estate e per marzo è in programma nuovo tirocinio per riprendere la mia passione”.

Infine Elena, che qui ha frequentato solo gli ultimi 2 anni. “L’Ipsia è riuscita a farmi entrare a 360 gradi nella moda, sia a livello tecnico che teorico. È stata uno step importante della mia formazione e sono riuscita a prendere una borsa di studio per la Marangoni, una delle scuole più rinomate di moda in Italia”.

GLI IMPRENDITORI

Tre gli imprenditori presenti, per testimoniare la loro vicinanza al mondo della scuola. Gervasio Bracalente di TrisMeccanica nella mattinata ha assunto il suo quarto alunno proveniente dell’Ipsia. “Questa scuola prepara completamente il ragazzo, sia a livello professionale sia come predisposizione al lavoro. Li vedo curiosi e questo significa che la scuola riesce a trasmettere passione. Sono ragazzi preparati, educati, responsabili e vedo che nel tempo maturano. L’alternanza è fondamentale sia per noi che per il ragazzo”.

Un’azienda storica come la Sorbatti, cappellificio con circa 100 anni di storia, collabora da anni con l’Ipsia, fornendo anche macchinari, consapevole della necessità di legare il mondo dell’impresa a quello della formazione. C’è poi il settore dell’abbigliamento, rappresentato dal Maglificio Thomas.”Una buona fashion designer deve saper utilizzare il cam, un foglio excel e molto altro. Per quanto ci riguarda, alla scuola daremo sempre la massima disponibilità e collaborazione. Ogni anno, inoltre, cerchiamo ragazze nuove per sviluppare nuovi brand”.


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