di redazione CF
Operazione Alba Bianca. C’è un seguito. A distanza di poche ore dalla notizia del blitz a Lido Tre Archi che ha portato alla cattura di un uomo di origini albanesi, nell’ambito dell’operazione, appunto ribattezzata Alba Bianca, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, i militari dell’Arma annunciano anche il ritrovamento di una pistola. E due persone sono finite in queste ore dinanzi al giudice. Un passo, indietro, di poche ore.
Il comandante del comando provinciale dell’Arma, Marinucci, e quello del reparto operativo, Di Pilato
“I Carabinieri del Nucleo Investigativo, guidati dal tenente colonnello Gianluigi di Pilato, coadiuvati dai Carabinieri della Stazione di Porto San Giorgio e da un equipaggio del Nucleo Radiomobile della Compagnia carabinieri di Fermo, alle prime ore dell’alba di ieri – la ricostruzione del blitz da parte del comando provinciale dell’Arma di Fermo – hanno fatto irruzione all’interno di un’abitazione in via Pietro Nenni a Lido Tre Archi, per consentire ai Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia la cattura di un albanese, gravato da misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Roma nell’ambito di una articolata attività di indagine per traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ribattezzata Alba Bianca, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma.
L’esito delle ricerche a carico dell’interessato, un uomo di origine albanese di circa 40 anni, pregiudicato, residente a Velletri, gravato da una ordinanza di custodia cautelare assieme ad altre 10 persone, otto delle quali più la sua in carcere, hanno portato a individuarlo in un appartamento preso in affitto a Lido Tre Archi di Fermo da alcune settimane dove aveva trovato rifugio assieme alla sua compagna, italiana di circa 30 anni“.
“Temendo possibili reazioni e verosimili tentativi di fuga – spiegano dall’Arma – i Carabinieri, con un imponente dispositivo, alle prime ore di ieri, hanno circondato l’abitazione dove hanno fatto irruzione dopo aver vinto la resistenza opposta dall’interessato che ha sbarrato la porta di ingresso al fine di ritardare il più possibile l’irruzione, mentre un suo connazionale di circa 20 anni, presente in casa, poi risultato irregolare sul territorio nazionale, si disfaceva di una pistola semiautomatica marca Steyr calibro 40, del serbatoio e di 12 proiettili, buttandoli all’interno del canale di scarico della fogna, dopo aver divelto il water dal pavimento del bagno.
Una volta all’interno, neutralizzati i presenti, i Carabinieri hanno recuperato l’arma, risultata avere la matricola abrasa, il caricatore e il munizionamento dall’interno della fossa biologica. La successiva perquisizione ha portato anche al rinvenimento di una maschera facciale in lattice, un coltello a serramanico e un bilancino di precisione.
I due uomini sono stati pertanto tratti in arresto nella flagranza di reato con l’accusa di detenzione illegale di arma clandestina e resistenza a pubblico ufficiale in concorso con la donna, deferita in stato di libertà per il suo stato di salute.
Come da disposizione della Dda di Roma il primo dei due uomini è stato associato alla Casa Circondariale di Ancona, mentre il connazionale alla Casa Circondariale di Fermo.
All’udienza di convalida, tenutasi nella mattinata odierna presso il Tribunale di Fermo, la difesa del giovane ha patteggiato la pena di un anno di reclusione e la multa di 1.500 euro. La difesa del primo uomo invece ha richiesto i termini a difesa per un’udienza con il rito abbreviato.
Sono in corso approfondimenti per capire se le persone fermate possano essere coinvolte nella consumazione di altri reati, alla luce del materiale e dell’arma recuperata, sulla quale saranno anche eseguiti accertamenti tecnici”.
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