di Andrea Braconi
Dentro una puntata dal titolo emblematico (“Recovery Fund ultima chiamata”), la redazione di Presa Diretta ha voluto inserire anche un focus sul Distretto calzaturiero del Fermano-Maceratese, il più importante in Italia per concentrazione di aziende.
Il programma condotto da Riccardo Iacona, infatti, ha acceso le proprie telecamere su una realtà che da sola rappresenta più del 30% di tutte le imprese del calzaturiero italiano, con un giro d’affari che si attestava sui 2 miliardi di euro annui. Ma l’emergenza sanitaria ancora in atto ha rovesciato tutto, facendo più che dimezzare le commesse e, secondo i dati analizzati dalla Cna regionale, portato alla chiusura in un solo anno di ben 51 aziende.
Che il comparto soffrisse già di una crisi strutturale è cosa nota, ma “il disastro” a cui ha fatto riferimento il giornalista Giuseppe Lagana è certificato anche dalle parole di Paolo Silenzi, presidente della Cna Fermo. “Siamo arrivati ad un punto di stallo – ha rimarcato ai microfoni di Rai Tre – con venditori ed aziende che non vedono uno scenario futuro e questo crea grande, grandissima incertezza”.
Imprenditori, ha aggiunto, finora sopravvissuti con indennità, ristori e cassa integrazione straordinaria. “Adesso se non queste non verranno prorogate, pensiamo possa avvenire un disastro”.
I dati Istat, è stato ribadito durante la trasmissione, evidenziano come da gennaio a dicembre 2020 il settore tessile calzaturiero abbia perso il 28,5% della produzione rispetto al 2019. E l’anno che verrà, secondo gli imprenditori intervistati, sarà sicuramente peggiore. “Un colpo duro mentalmente, è anche difficile trovare strade nuove” ha affermato uno degli imprenditori intervistati.
Oltre al presidente Silenzi, ad accompagnare la troupe di Presa Diretta nelle zone industriali di Porto Sant’Elpidio e Civitanova anche il direttore Alessandro Migliore. “Prima di venire da noi erano stati a Torino e Prato, per proseguire poi con Napoli, segno di un distretto, il nostro, sempre più attenzionato e di un territorio con grandi potenzialità ma con enormi difficoltà”.
Per Migliore decisive, in questo percorso di ripresa del comparto, potranno risultare le risorse inserite nel Recovery Plan. “Serve un intervento straordinario per cambiare la condizione vigente. In un settore in cui la manodopera incide per l’80%, un’intervento sul costo del lavoro è indiscutibilmente un’arma importante per la sopravvivenza: non si può prescindere dal taglio e se ci si arriva con il Recovery Fund rivoluzionando un sistema, quindi incentivando il reshoring delle aziende nel ritornare in Italia, dando anche la possibilità di tutelare i consumi incentivando gli acquisti made in Italy come si è fatto per le vacanze in Italia, va da sé che tu hai un aumento di produzione. In caso contrario, con tasse alte, con incentivi che arrivano fino all’Abruzzo, con Paesi in Europa che competono ad un terzo del tuo costo, sei finito”.
Lo stato dell’arte vede mutui bloccati, divieto di licenziamenti, cassa integrazione che arriva mesi dopo: elementi che portano il direttore a giocare sulla metafora del cloud. “Il nostro è un distretto sospeso su una nuvola, ma una delle aziende intervistate non soffriva nel pre Covid ma, al contrario, cresceva perché aveva investito su campionari e digitalizzazione, fatto un ricambio generazionale, inserito un export manager all’interno: tutti i passaggi che noi predichiamo. È una realtà che sta molto meglio di altre, ma che senza un intervento strutturale il distretto crolla. Noi come Cna facciamo il possibile, ma se poi chi deve decidere non agisce e non dà respiro alle aziende è finito tutto”.
La puntata di Presa Diretta potrà essere rivista sul sito https://www.raiplay.it/programmi/presadiretta.
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