Vivaio Fermana, il punto con il
responsabile Gianluca De Angelis

CALCIO - Nel momento particolarmente delicato, che mette la pratica sportiva per i minori ai margini vista la pandemia, arrivano le parole del vertice del settore giovanile gialloblù. Focus analitico puntato sulla compagine Under 17

FERMO – Una luce sul settore giovanile gialloblù, in un movimento che non ha la ribalta delle gare ma che, tra mille difficoltà, continua a vivere tra protocolli e allenamenti con la grande passione dei ragazzi.

Una luce analitica che parte dall’Under 17 e che ha vissuto una stagione ricca di cambiamenti.

A raccontare il momento di tali ragazzi il responsabile tecnico del settore giovanile, Gianluca De Angelis (foto), da sempre vicinissimo a tutte le formazioni giovanili compresi appunto i ragazzi dell’Under 17 che svolgono i loro tre allenamenti tra il Postacchini di Capodarco e il Pelloni di Porto San Giorgio con il sintetico fermano come teatro dei match casalinghi, almeno sulla carta, perché il torneo è ovviamente fermo.

De Angelis, quali sono le difficoltà dei ragazzi in una stagione così ricca di ostacoli?

“Obiettivamente nella fascia più alta di età è tutto più complicato: sono ragazzi che comprendo benissimo che sono alla fine del percorso giovanile, mentre sotto sono, se vogliamo, più tranquilli in questo senso. Chiaramente non avendo le gare è difficile tenerli sempre concentrati: misurarsi con gli avversari è importante per loro”.

Oltretutto c’è stato il passaggio di mister Andrea Bruniera in prima squadra…

“Diciamo che quello è stato il momento più bello ma anche il più difficile. Bello perché testimonia la qualità degli allenatori che abbiamo scelto e a cui abbiamo affidato la crescita dei nostri ragazzi. Andrea è un professionista con grande esperienza ed è giusto che abbia avuto quell’opportunità. Una perdita per noi ma ci sta, e i ragazzi comunque sono seguiti da allenatori preparati”.

E i ragazzi non hanno mai mollato la presa, vero?

“Da quando ci hanno fermato ad ottobre, i ragazzi si sono sempre allenati, sul piano dell’impegno e della partecipazione nonostante piccoli inconvenienti inevitabili sono stati esemplari. Posso dire che hanno avuto una percentuale di frequenza vicina al 100%, e non è banale considerando che chi viene da fuori lo fa spesso con mezzi pubblici. Per loro questo resta il loro unico sfogo in questo momento e probabilmente l’unica possibilità di socializzazione extra scuola con i propri coetanei”.

Qualche speranza per il possibile ritorno in campo c’è al momento?

“Diciamo che la nostra attenzione è già rivolta a quella che è la programmazione della prossima stagione. Con tutti i protocolli possibili abbiamo visionato profili in ottica futura con l’obiettivo di migliorarci e innalzare il tasso qualitativo delle nostre rose, con particolare attenzione per le annate 2006-2007-2008”.

Cosa potrà lasciare questa situazione di massima incertezza nei ragazzi?

“Secondo me ci sarà un vuoto che vedremo anche tra qualche anno. Faccio un esempio, il confronto della gara e della partita è fondamentale. L’allenamento migliore è quello delle partite perché la crescita avviene in quel momento: il confronto con ragazzi a volte più pronti, competere per un risultato in una fascia di età come l’Under 17 o anche giocare in impianti caldi. Sono tutti fattori importanti per una squadra che ha mostrato di avere valori. Quando si è fermato il campionato anno scorso questa squadra era quarta e avrebbe fatto i playoff. Al momento dello stop di ottobre era prima, non sono cose che nascono per caso. L’autostima e la formazione caratteriale dei ragazzi avviene in quel momento esatto”.


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