“Il Tag Costa Mare, comitato di associazioni ambientaliste finalizzato alla tutela e sensibilizzazione sulle tematiche della salvaguardia delle coste e dell’ambiente marino, esprime la propria netta disapprovazione per come è stato realizzato il tratto di pista ciclabile tra il nuovo ponte sull’Ete e la zona camping di Marina Palmense in Comune di Fermo”.
Lo afferma in una nota Luigi Silenzi, portavoce del comitato in esame, che nell’illustrare la tematica prosegue. “Il nastro di asfalto costruito in quel punto sembra soltanto una strada in miniatura, con gli stessi criteri e materiali di una normale carrabile, ma di dimensioni ridotte, e questo è molto sbagliato se inserito in un ambiente costiero ancora abbastanza naturale. La presenza di camping non fa di quel punto una zona propriamente urbanizzata, in quanto un camping è pur sempre un’area campestre con zone sterrate e poche costruzioni o cemento, e per di più in riva al mare”.
“Il Tag chiede al Comune di Fermo di cambiare radicalmente approccio progettuale nel tratto che segue, quello che fronteggia l’area naturalistica di Marina Palmense – l’affermazione -. Benchè la Regione fornisca indirizzi progettuali al Comune, questo ha ampi margini di manovra progettuale e li deve sfruttare al massimo, considerando che in un’area naturale i criteri di costruzione di una pista ciclabile devono essere compatibili con il progetto generale di riqualificazione ambientale. Una pista ciclabile in un’area Natura 2000 si può fare, ma c’è modo e modo”.
“Il Tag chiede al Comune di realizzare una pista ciclabile ben inserita ecologicamente nel contesto e di utilizzare, almeno per il tratto successivo, i seguenti criteri – sottolinea Silenzi specificando il tutto -. Superficie: utilizzando materiali drenanti e permeabili, ecologici e durevoli, e di facile e costante manutenzione. In prima scelta vi è la terra battuta che non è affatto strano in un’area tutelata, e il fondo sarà adatto anche ai ciclisti, oppure materiali legati ma appositamente pensati per la permeabilità delle superfici come il Biostrasse, il Glorit il Grevelit permeabile, o altri conglomerati ecologici facilmente reperibili sul mercato”.
“Cordoli: no a quelli in cemento ai lati ostruenti per la microfauna, ma delimitare la pista con essenze vegetali autoctone ed adatte al luogo, come, nel lato mare, la Gramigna delle spiagge, la calcatrèppola marina, il convolvolo delle sabbie o in presenza di sabbia l’orzo delle sabbie, o nel lato terra la vedovina delle spiagge, la fumana comune, l’olivello spinoso ed il ginepro; anche aggiungendo nell’area a nord l’alimo e il lentisco – la folta elencazione, che prosegue dal lato estetico -. Disegno: non è detto che la pista ciclabile debba essere diritta, ma potrebbe essere anche curvilinea e invitare il cicloturista a godere anche dell’area naturalistica circostante, come sempre si fa nei contesti naturali di pregio. Colori: da rigettare il nero autostrada, e sono da evitare grafica e segnaletiche orizzontali ma vanno utilizzati dei colori compatibili con il contesto, ovviamente pensati prima ed ottenuti attraverso addttivi nell’impasto ad evitare che la verniciatura superficiale tolga la permeabilità e perda coloro dopo poco tempo”.
“Si dirà che l’area di Marina Palmense non è ancora una zona Natura2000, tuttavia lo diventerà presto. Questo è il programma che l’amministrazione aveva avviato dall’ormai lontano 2018 proprio in collaborazione con questo Comitato – la puntualizzazione -. Il Tag chiede, infatti, al Comune di Fermo di riprendere in mano al più presto l’iter di riconoscimento dell’area nella rete Natura2000, prevedendo una nuova Zps/Sic anche marina, che sarebbe, su costa sabbiosa, un importante hot-spot naturalistico nel medio-alto Adriatico, collegandola a nord con l’area del fratino di Casabianca e a sud con l’area marina protetta del Piceno, a ovest con il bosco del Cugnolo, e realizzando così un importante passo verso la ricostruzione delle reti ecologiche, concetto di cui son pieni, negli ultimi tempi, proclami, comunicati, convegni e delibere, a cui però seguono poche azioni concrete”.
“Per di più, questo percorso permetterebbe di utilizzare i fondi Psr che scadono a giugno e di soddisfare le sacrosante richieste della Unione Europea ed evitare le procedure di infrazione per la nostra colpevole scarsità di aree protette costiere e marine – le conclusioni -. Per parlare di tutti questi importanti temi chiederemo al Comune, al più presto, un incontro, che può essere realizzato anche di persona rispettando i protocolli di sicurezza anti Covid”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati