Medico di base, FI ad Alessandrini: “Il nostro impegno non può essere sminuito da chi non conosce i fatti”

LA REPLICA di Forza Italia al segretario provinciale Pd che ha accusato gli azzurri di spacciare per un merito partitico un diritto dei cittadini

“L’incarico giunto in questi giorni, seppur temporaneo, dà un po’ di respiro e l’impegno di Forza Italia, che oggi ha voce in capitolo tanto nel Comune di Amandola che in Regione, non può essere sminuito da chi non conosce gli antefatti”. Inizia così la replica di Forza Italia di Amandola al segretario provinciale Pd, Fabiano Alessandrini, che ha accusato gli azzurri di aver spacciato per merito di Partito un diritto, quello alla salute, legato proprio al medico di base ad Amandola.

“La carenza della Medicina territoriale nell’entroterra montano della provincia di Fermo – spiegano gli azzurri – risale al 2019, quando il dottor Lando Siliquini, medico di Medicina generale in Amandola, ha chiuso il rapporto con il Servizio sanitario nazionale avendo maturato 41 anni di attività. Tra l’altro, il dottor Siliquini aveva come di prassi comunicato all’Area Vasta 4 le proprie intenzioni con due mesi di anticipo. La stessa Av4 e l’Asur erano pertanto a conoscenza già dal luglio 2019 di quella che sarebbe stata una grave carenza in un servizio socialmente indispensabile.
Inoltre Siliquini si premurò di sollecitare le competenti autorità ad attivarsi per l’immediata sostituzione, sottolineando che l’inevitabile ritardo della successiva graduatoria regionale doveva essere affrontato con una sostituzione temporanea e/o con l’ampliamento, sempre temporaneo, del massimale dei medici di Medicina generale rimasti in servizio. Questo tipo di soluzione era già stato adottato da altre località, in simili situazioni, come Montalto Marche. Siliquini aveva offerto anche la propria disponibilità, laddove necessaria, ad aiutare e agevolare il subentro del medico (sostituto temporaneo o titolare definitivo). Nonostante i tempi a disposizione, la titolarità di un posto di medici di Medicina generale in Amandola è stata assegnata solo in questi giorni, grazie a un tam tam e a una sensibilizzazione della Regione che non si era manifestata in precedenza”.

“Il paradosso – aggiungono da FI – viene ancor più evidenziato dal fatto che l’analoga condizione di Montegiorgio, successiva a quella amandolese, fu colmata prontamente. La risposta alle sollecitazioni del dottor Siliquini fu che nel comprensorio montano i medici in servizio avessero numeri marginali, nell’ambito del proprio massimale, tali da poter accogliere gli assistiti rimasti senza medico di fiducia.
Tale giustificazione in realtà appariva del tutto inadeguata: sia perché in questo contesto gli assistiti, piuttosto numerosi in quanto il medico di fiducia era massimalista e con il maggior numero di scelte in Amandola, si sono trovati ‘stipati’, senza l’inalienabile ‘diritto di scelta’ ovvero senza opzioni né immediate né successive; sia perché non ricorrevano le condizioni per la soppressione dell’incarico di primo ambulatorio in Amandola e di conseguenza molti hanno dovuto compiere la scelta nei confronti di medici operanti come primo ambulatorio in altri Comuni; sia perché a causa della particolare natura del territorio, della popolazione sparsa e dell’età media degli assistiti stessi, la disponibilità e l’efficienza del servizio non hanno potuto che risentirne negativamente. Infatti, appare incomprensibile che la medesima quantità di lavoro, compresa la responsabilità clinica della Rsa, svolto precedentemente in Amandola da tre medici di Medicina generale, e nella Medicina di Gruppo da sei medici, sia stata tutta caricata su soli due medici in Amandola e su soli cinque medici nell’ambito montano, ridotti infine a uno e quattro”.

Medico di base, Alessandrini (Pd) contro FI: “Inaccettabile spacciare un diritto per una concessione politica”


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