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Casa del Popolo contro le dichiarazioni di Filisetti: “Inadeguato alla carica che ricopre”

FERMANO - Presa di posizione da parte dei militanti di sinistra provinciali, ora firmatari della missiva a puntare l'indice contro il direttore dell'ufficio scolastico regionale. "Con la sua lettera relativa al 25 aprile il dirigente ha rimarcato di non poter essere il servitore di una Costituzione nata dalla Resistenza, dal sacrificio di uomini che hanno combattuto per vent’anni il fascismo"

“Dopo le esternazioni del dirigente scolastico regionale Filisetti sul 25 aprile, eccoci ad inviare una lettera scritta e firmata da alcuni cittadini antifascisti del Fermano, attivi nei partiti e nei movimenti”. E’ l’inizio di una nota rilasciata ai media dal movimento Casa del Popolo di Fermo, dopo le polemiche scatenate dalla lettera inviata agli studenti dal dirigente scolastico regionale in occasione del 25 aprile. Un caso arrivato fino al tavolo del Ministro competente.

“Il direttore dell’ufficio scolastico regionale conferma – spiegano i sottoscrittori della nota stampa –  con la sua lettera relativa al 25 aprile, di essere inadeguato alla carica che ricopre, quella di servitore di una Costituzione nata dalla Resistenza, dal sacrificio di uomini che hanno combattuto per vent’anni il fascismo. Il signor Filisetti richiama la Costituzione invitando a superare le divisioni in nome di un’astratta idea di comunità nazionale priva di divisioni sociali ed economiche: ricchi e disoccupati, precari e sfruttatori, tutti messi sullo stesso piano in nome della grandezza dell’Italia. Si tratta di un pensiero vecchio e stantio, lo stesso usato per mandare tanti uomini nelle trincee della Grande Guerra o nella spedizione in Russia a fianco delle truppe naziste, per inviarli nelle sanguinarie imprese coloniali italiane o al martirio della Repubblica spagnola e i suoi eroici difensori – affermano i firmatari -. Il movimento partigiano, con il decisivo e preponderante contributo delle classi lavoratrici e dei partiti di ispirazione comunista, socialista e liberal-socialista, si è strenuamente battuto perché nascessero un’Italia rinnovata e una democrazia non astratta, ma basata su dei principi ben precisi e sull’esclusione del fascismo, dei suoi valori e di quanti ad esso si richiamano più o meno apertamente”.

“I valori della Costituzione come la sovranità popolare, la partecipazione dei lavoratori alla vita politica e socio-economica del Paese, la netta prevalenza del benessere sociale sul profitto privato, il diritto ad un lavoro stabile e dignitoso, il rifiuto della guerra, sono completamente in antitesi con quelli fascisti – affermano gli aderenti alla Casa del Popolo -. Non a caso Piero Calamandrei definì la Costituzione una rivoluzione promessa, un programma che occorreva applicare attraverso l’impegno quotidiano, mediante la lotta politica e culturale contro quanti la osteggiavano apertamente o, più ipocritamente, lasciandola inattuata”.

“Quella repubblicana è infatti una storia di lotta tra chi vuole attuare la Costituzione in nome di una democrazia politica, sociale ed economica e quanti la combattono lasciandola inapplicata o volendola modificare in senso reazionario” hanno concluso i fermani Giorgio Raccichini, Cosimo Del Faro, Stefania Castellucci, Diletta Parrino, Marco Lauri, Federico Quondamatteo, Patrizia Serafini, Alessandro Volponi, Giusy Montanini, Massimo Ciccola, Marcello Maggi, Andrea Matè, Sabrina Isidori, Alessandra Del Gatto, Gea Cococcioni ed Enrico Martini. Da Sant’Elpidio a Mare le adesioni di Antonio Gareri ed Elena Pompa, da Porto San Giorgio Tiziana Mazzatenta, Michela Valeri e Giuseppe Buondonno, da Montegiorgio Alessandro Fortuna e Licia Canigola e da Falerone la firma di Silvia Marani.

 

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