In coincidenza della chiusura dell’anno scolastico più strano della storia recente, l’istituto comprensivo interprovinciale dei Sibillini di Comunanza ha inaugurato, in collaborazione con l’amministrazione comunale, il “Giardino dei Giusti”.
Si tratta di un’area prospicente il plesso della scuola media di primo grado, arricchita di alberi, dove gli studenti ed i loro insegnanti, con un lavoro biennale, hanno posizionato varie strutture tra le quali spicca un’aiuola dedicata ai donatori di sangue dell’Avis.
L’aiuola è stata progettata dai ragazzi delle classi medie negli anni 2019-2020 e realizzata dalle Officine Tanucci di Comunanza.
Alla manifestazione ha partecipato, con il suo labaro, anche l’Avis Comunale “Sibillini” di Amandola con il presidente Franco Rossi (foto) ed il suo vice Domenico Annibali. Una presenza voluta dall’istituzione scolastica a testimonianza della presenza costante che da oltre venti anni l’Avis Sibillini svolge sul territorio, anche attraverso un supporto economico, permettendo agli studenti la realizzazione di molteplici progetti rilevanti.
“Il Giardino dei Giusti è un giardino dedicato, appunto, ai giusti – ha esordito il presidente Rossi – a donne e uomini che, in ogni tempo e in ogni luogo, hanno fatto del bene salvando vite umane, si sono battuti in favore dei diritti umani durante i genocidi e hanno difeso la dignità della persona rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni tra esseri umani. Dedicare un’aiuola all’Avis all’interno di questo giardino dimostra che tutti comprendiamo quanto bene viene fatto da tutti coloro che donano una parte del loro sangue, tante volte e per tanto tempo, a beneficio di chi si trova nella condizione di poter perdere la vita”.
“L’Avis è un’associazione di volontariato – ha ricordato ancora Rossi -, apartitica, aconfessionale, che non ammette discriminazioni di sesso, razza, lingua, nazionalità, religione, ideologia politica e nasce con il solo scopo di difendere la dignità della persona in ogni momento, soprattutto se sopraffatta dalla malattia che la rende vulnerabile ed indifesa. Spero che per voi questo momento rappresenti un ulteriore esempio positivo per crescere e maturare fino al raggiungimento di uno status di adulto. In quest’ultimo periodo della nostra vita – ha concluso il presidente -, siamo stati costretti ad indossare una maschera per rispettare la salute di chi era indifeso. Altri hanno usato una maschera ben adattata alle circostanze per raggiungere obiettivi personalistici e d’immagine. Quando vi troverete a passare difronte a questa grande A, che oggi significa Avis, pensate che essa rappresenta anche l’iniziale di altre grandi parole come: amicizia, altruismo, adulto, amore”
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