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Da Licini a Fontana e Warhol: le opere della collezione di Fausto Paci pronte a mostrarsi al pubblico (Foto)

MONTE VIDON CORRADO - Taglio del nastro questa sera alle ore 21. La mostra si snoda tra la casa-mostra Licini e il vicino centro studi Licini. Questa mattina la presentazione alla stampa

Radicamento sul territorio ma con uno strabiliante respiro internazionale. Da Licini a Fontana, da Man Ray a Warhol. E ancora, Isgrò, Schifano, Trotti, Reggiani, Vasarely. Sono nomi, solo per citarne alcuni, che fanno tremare le gambe agli appassionati d’arte e, diciamoci la verità, non solo, quelli raccolti nella mostra che verrà inaugurata questa sera alle 21 a Monte Vidon Corrado, precisamente nella casa-museo Licini e nel centro studi Licini. Tutti accomunati da un nome e un cognome che rappresentano, in questa circostanza, la quintessenza del collezionismo, anzi meglio, dell’arte del collezionismo: Fausto Paci, con la sua collezione intitolata “Eugenia e Fausto Paci”.

Per presentare lo straordinario evento, di cui è già pronto un catalogo in cui figurano anche alcuni studi, questa mattina, nel teatro comunale, si sono ritrovati il sindaco Giuseppe Forti, la curatrice della mostra, Daniela Simoni, il figlio di Fausto, Carlo, Stefano Bracalente e Nunzio Giustozzi. Voce tremula quando si commentano tali e tante opere, 70 per la precisione, racchiuse in due scrigni di uno dei borghi fermani che, a buon diritto, può essere definito cuore pulsante dell’arte, da sempre.

“Ci ritroviamo dopo l’esperienza strepitosa dello scorso anno seppur limitata dal Covid – l’esordio del primo cittadino – ma siamo ripartiti con un grande spirito e questo meraviglioso progetto scientifico, artistico ed emozionale ne è la riprova. Opere raccolte tra il centro studi e la casa museo, e forse è anche un vantaggio perché questa formula rappresenta la modalità più intima per valorizzarle. Fausto Paci (sangiorgese di nascita, scomparso nel 2019 all’età di 95 anni) era un habitué di Monte Vidon Corrado. E ora siamo arrivati, in suo onore, ad una mostra che non valorizza solo il nostro Comune ma un intero territorio, un’intera regione. Certo, innegabili, un volano per cultura e turismo”. Parentesi ‘sostegno’ economico: “Qui andiamo avanti con forze e risorse del Comune – puntualizza il primo cittadino – e con il fondamentale lavoro di volontariato, tra risorse umane e professionali. A voler parlare di soldi siamo sui 10/12mila euro. Attualmente non ci sono bandi per il contemporaneo. Spero che l’amministrazione regionale, essendo presente nel piano triennale in cui noi siamo stati inseriti, si attivi”.

“Quello che abbiamo realizzato è un percorso che coinvolge sia scientificamente, artisticamente, che emotivamente – spiega Daniela Simoni – Paci è stato un liciniano della prima ora. E Licini ha avuto un ruolo determinante su di lui. Un uomo raffinato, di un’educazione ormai purtroppo rara. Siamo arrivati a realizzare questa mostra grazie al prezioso contributo dei sui eredi, in primis Carlo, con cui mi sono confrontata. E’ stato il mio principale referente. Fausto aveva certamente una visione, ed era quella che lo accomunava a Licini, ossia il radicamento sul territorio ma con un grande respiro internazionale. Ed è nostro compito raccogliere l’eredità di chi ha aperto le porte e ci ha accompagnato alla contemporaneità. Questa mostra è dedicata, dunque, a un fine intellettuale, collezionista liciniano e non solo, come è ben visibile, un artista concettuale grazie al quale possiamo affrontare un viaggio nell’arte contemporanea internazionale con un focus su alcune opere fondamentali nel corpus liciniano”.

“E’ stata un’esperienza straordinaria, mio padre sono sicuro che sarebbe stato davvero contento di quest’iniziativa – puntualizza il figlio di Fausto, Carlo. Poi la voce all’improvviso si spezza dalla commozione – vedendo questa collezione, visitandola, respirandola, si apre un mondo”.

“Negli anni ’60 non era poi così scontato ambire al figurativo. E Fausto Paci è stato la rappresentazione della lungimiranza del collezionismo. Con questa mostra anche i cinque ‘Licini’ tornano a casa, proprio dove l’artista li conservava”. Molti dei dipinti e delle opere raccolte nella mostra (ci sono, ad esempio, anche i vasi di Gallé) avrebbero tutte le carte in regola per meritare spazi ‘riservati’, stanze e nicchie ad hoc. Basti citare un Fontana o i Warhol, Schifano, Trotti, Reggiani, Vasarely. O, ovviamente, gli stessi ‘Licini’. Ma non è così. “Si è evitato il feticcio – spiega Nunzio Giustozzi – solo così si può conoscere ed apprezzare il percorso critico”.

Gli ingressi saranno ovviamente regolati secondo procedure anti-Covid. Si consiglia la prenotazione al 334-9276790. La mostra, visitabile fino all’8 dicembre, sarà aperta, nel periodo di luglio e agosto, il sabato e la domenica dalle 16 alle 20. Apertura serale il venerdì dalle 21 alla mezzanotte. Nel periodo autunnale, invece, nei mesi da settembre a dicembre, il sabato e la domenica dalle 15,30 alle 19,30. La biglietteria è aperta fino a 30 minuti prima dell’orario di chiusura.

g.f.


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