di Maria Nerina Galiè
Dal 27 settembre i lavoratori della Whirlpool di Napoli potrebbero essere licenziati. A nulla sono valsi, fino ad ora, gli incontri e le trattative portate avanti da sindacati e governo per far cambiare idea al colosso americano degli elettrodomestici sul futuro del sito produttivo campano.
Nel frattempo, al via con le azioni di protesta che oggi hanno portato 140 maestranze campane davanti ai cancelli dello stabilimento di Comunanza, polo industriale dell’entroterra piceno e fermano.
Sono partiti ieri sera da Napoli per arrivare prima del sorgere del sole. Ad accoglierli, i colleghi dello stabilimento di Comunanza, che non si sono tirati indietro di fronte alla richiesta di partecipare alla mobilitazione per salvare 340 posti di lavoro. Oggi 8 ore di sciopero nel sito piceno e assemblea davanti ai cancelli bloccati.
Con questa iniziativa le maestranze campane vogliono scuotere azienda e governo. Tanti incontri e trattative che però non hanno portato frutto: la Whirlpool di Napoli sembra destinata alla chiusura.
Raffale Romano
«Non è possibile chiudere uno stabilimento in questo momento in cui lavoro, per l’Italia, c’è – afferma Raffaele Romano, Rsu della Fiom Cgil di Napoli – ed il nostro stabilimento è come quello di Comunanza per numero di dipendenti e capacità produttiva».
Segnali dal Mise?
«Siamo stati convocati per il 15 settembre. Ma è una data troppo vicina alla scadenza del 27, quando possono partire i licenziamenti. Non c’è il tempo in 12 giorni per intavolare una discussione e mettere in campo soluzioni alternative. Non è un segnale rassicurante».
Comunanza è la prima tappa del “tour degli stabilimenti” che toccherà tutti i siti produttivi italiani.
«La solidarietà tra lavoratori è importante – ha sottolineato Paolo Marini, Rsu della Fiom Cgil che conferma la partecipazione al picchetto, sia da parte sua che degli altri rappresentanti sindacali – ma saremo lì anche per il nostro futuro. Fino a dicembre 2021 siamo pieni, dal punto di vista della produzione. Ma poi? Nel 2021 scade il piano industriale e certezze non ne abbiamo».
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