I sindaci del Fermano rivendicano il diritto alla salute, Calcinaro: “Il campanilismo serve quando è diritto alla vita”

FERMO - È intervenuta anche la Presidente dell'Ordine dei medici Calcagni che da tempo sostiene la necessità di una riforma del settore. «I medici di questo territorio sono molto stanchi. Abbiamo pagato un prezzo molto pesante, 2 decessi su 9, 1 medico ricoverato nonostante il vaccino".

 

 

di Serena Murri

Fermo non vuole essere la Cenerentola delle Marche. Dopo che l’Assessore Regionale alla sanità, Filippo Saltamartini ha illustrato, a grandi linee, ieri pomeriggio al teatro dell’Aquila (leggi l’articolo) i punti fondamentali che riguarderanno la revisione del nuovo piano sociosanitario, Paolo Calcinaro ha commentato l’indirizzo intrapreso e rispedito al mittente i commenti che parlano di Fermo come della “cenerentola delle Marche”.

«Mi ritengo nemico -ha ribadito il Primo cittadino- di quel cosidetto “brutto anatroccolismo”, del sentirsi sempre in ritardo. Quando si parla di non essere campanilisti, sono assolutamente d’accordo, si sta facendo un ottimo lavoro sul Covid, c’è una crescente attenzione per l’ospedale di Fermo in quanto unico presidio. L’ospedale è un tema preso di petto da questa amministrazione, eredità della precedente giunta di Cesetti, siamo in tema di tecnologie si parla anche di un nuovo padiglione per rendere autosufficiente il Covid e quello che avverrà in seguito. Credo che si vada nella direzione giusta ma -ha rimarcato Calcinaro- sulla rete clinica di Marche sud non c’è la possibilità che tutto sia dappertutto, è anacronistico».

Nel piano sociosanitario «dovrà essere ben evidente -ha sottolineato Calcinaro- quali saranno le specificità -Ascoli, Fermo e Macerata- con un equilibrio nelle nostre Marche. Dalle lettere del 30 agosto 2019 ad oggi, ci sono ancora temi aperti, perché mentre non possiamo scendere nel campanilismo, su questi temi della rete clinica -in generale- i problemi locali ci saranno, l’importante è intervenire e localizzarli. Il campanilismo serve quando è diritto alla vita. Il tema dell’emodinamica, ci interessa quando un qualsiasi cittadino di Magliano di Tenna se colpito da complicanze cardiovascolari, abbia a disposizione un medico di un’equipe per curarlo poi dove sia, se a Macerata o Ascoli, poco importa».

Relativamente al tema del pronto soccorso, Calcinaro ha aggiunto: «Il Direttore Grinta sta lavorando sui percorsi, questa è l’unicità di avere un unico hub di una intera provincia, si sente e si rischia di andare in tilt. Siamo sotto organico per i medici. Serve un’iniezione di personale. Questi temi avranno attenzione nel nuovo piano socio-sanitario, sarà una bella sfida valorizzarli ulteriormente».

È intervenuta anche la Presidente dell’Ordine dei medici Calcagni che da tempo sostiene la necessità di una riforma del settore. «I medici di questo territorio sono molto stanchi. Abbiamo pagato un prezzo molto pesante, 2 decessi su 9, 1 medico ricoverato nonostante il vaccino. Hanno dato tanto e si trovano nel ciclone. La funzione dell’ordine è garantire la salute del cittadino, grazie per darci voce. Il Fermano ha 40 carenze di medicina generale lasciate libere. Oltre a questo, dobbiamo pensare anche ai pediatri ma anche alla specialistica ambulatoriale, in un territorio come il nostro si possono gestire le emergenze. Gli ospedali di comunità, non dovrebbero partire solo perché già presenti sul territorio, è un progetto che andrebbe condiviso. La sanità va rivista e riprogrammata in base alla popolazione. Le liste d’attesa sono la cosa vergognosa, bisogna mettere mano al cup regionale, che sarebbe stato un fallimento l’ho detto nel passato governo regionale. Il male della sanità è la medicina di strada. Per la carenza di medici, c’è da ridere il rapporto con le università. Da rivedere tutta la strutturazione della sanità».

Le carenze si ripercuotono inevitabilmente sull’utenza e sul personale interno all’ospedale. Tra gli interventi del pubblico, Bruno Nepi, ex caposala e rappresentante del comitato dei cittadini del Fermano sanità, ha sollevato il problema: «Il personale infermieristico e tecnico è stanco e sottodimensionato, parlateci. Gli utenti quando chiamano il Cup per una risonanza, si sentono dire che le liste sono chiuse. Vogliono risposte. Perché per una tac urgente, Fermo risponde che l’agenda è chiusa ma insistendo presso la direzione generale, il posto viene fuori il giorno dopo? Perché questi spazi si muovono? Siamo tutti utenti. Mettetevi nei panni dei pazienti».

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