Taglio del nastro per Casa Maddalena, don Vinicio Albanesi: “Ci prendiamo carico della storia delle persone”

CUPRA MARITTIMA - “La disponibilità nei confronti di questa iniziativa è venuta spontanea, perché siamo abituati a dare risposte territoriali ai bisogni e alle fragilità delle persone: dai disabili gravi fino alle dipendenze e al disagio psichico ”


Una bella mattina di sole ha fatto da cornice all’inaugurazione di “Casa Maddalena, la struttura situata nel cuore di Cupra Marittima nella quale dallo scorso luglio alloggiano 4 mamme con altrettanti figli e 2 adolescenti. Un luogo che “si fa carico della storia delle persone e non solo dei bisogni” come ha ricordato in apertura Mons.Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco che grazie alla generosità e alla disponibilità della famiglia Ciccarelli, proprietaria da generazioni della villa, ha pensato di destinare questi spazi a una delle fragilità più delicate del territorio. “La disponibilità nei confronti di questa iniziativa è venuta spontanea, perché siamo abituati a dare risposte territoriali ai bisogni e alle fragilità delle persone: dai disabili gravi fino alle dipendenze e al disagio psichico – ha proseguito Vinicio Albanesi. Quando si incontra una persona occorre innanzitutto rispettare la sua storia e attraverso di essa trovare gli strumenti necessari per migliorarla”.

Proprio i rappresentanti della storica famiglia cuprense, il dott. Marco Pasetti e la dott.sa Giulia Invitti, hanno fatto gli onori di casa, raccontando come è nata l’idea di destinare l’immobile a uno scopo sociale nel solco della generosità che ha caratterizzato da sempre la loro famiglia. “Era la casa di mio nonno Clemente – ha raccontato Pasetti. È il luogo dove ho trascorso anche tutte le mie vacanze estive da ragazzo e negli anni successivi, dove ho conosciuto altri bambini della zona e messo le mie radici. Ci abitava mia sorella purtroppo venuta a mancare qualche anno fa. In eredità è andata ai suoi figli e d’accordo con mia nipote Giulia, abbiamo pensato di destinarla a uno scopo sociale. Credo che un utilizzo migliore di questo non potesse esserci”. “Vorrei ringraziare tutte le maestranze che mi hanno aiutata a portare avanti questa idea- ha poi detto Giulia Invitti, un’idea che è sorta dopo un periodo in cui non riuscivamo a trovare una destinazione per Casa Maddalena. Poi anche grazie alla preghiera ho capito che non poteva esserci utilizzo più nobile che donare a persone fragili bisognose di conforto”. La comunità Casa Maddalena prima del taglio del nastro ha ricevuto la benedizione dell’Arcivescovo di San Benedetto del Tronto-Montalto-Ripatransone, Mons. Carlo Bresciani, ed è operativa dallo scorso luglio dopo il trasferimento dalla sede di Valmir di Petritoli accogliendo minori, anche accompagnati dalle mamme, ragazze in difficoltà e ragazze madri vittime di violenza.

La struttura si trova in pieno centro cittadino ed è perfettamente integrata nel contesto sociale e scolastico di Cupra Marittima, un comune che ha sposato subito con entusiasmo l’apertura   come ha sottolineato il Sindaco Alessio Piersimoni: “Qui vivono bambini che vanno nelle nostre scuole e che frequentano i loro coetanei della zona, è importante che la struttura sia inserita in un contesto accogliente e comunitario, questo grazie alla generosità della famiglia Ciccarelli che dimostra ancora una volta di avere un gran cuore e una grande attenzione per questa cittadina”. Oltre al responsabile della struttura Matteo Ferroni e all’equipe di lavoro composta da 7 educatori(per la maggioranza donne) e una psicoterapeuta, erano presenti alla cerimonia di inaugurazione anche il direttore della Comunità di Capodarco, Riccardo Sollini, e il Garante regionale dell’infanzia e adolescenza Giancarlo Giulianelli. Quest’ultimo ha ricordato la scritta che campeggia sullo stemma della famiglia Ciccarelli posto all’ingresso di Casa Maddalena che recita “Farmacia Nicola Ciccarelli- all’insegna della carità”: “Questo a dimostrazione che le cose non nascono mai per caso- ha affermato Giulianelli- La carità è quella che ha consentito a Giulia Invitti e la sua famiglia di donare senza avere nulla in cambio, solo per il piacere di fare qualcosa per gli altri. A questa carità si è aggiunta quella di chi ha ricevuto perché non è affatto facile gestire una comunità che fornisce risposte a bisogni così delicati. La nascita di questa realtà è l’esempio di come l’iniziativa privata possa colmare quelli che sono i vuoti dell’iniziativa pubblica, sono certo che la Comunità di Capodarco saprà rispondere alla generosità ricevuta con altrettanta carità umana come ha già saputo fare nel corso della sua lunga storia”.


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