di Leonardo Nevischi
FERMO – Doveva essere premiato dopo la trasferta di Pescara del 16 ottobre scorso, ma le scorie che lasciò quella partita misero in secondo piano il suo personale traguardo. Tuttavia, un mese più tardi, ecco che finalmente la società di viale Trento ha potuto festeggiare Ettore Marchi per i suoi 500 gettoni tra i professionisti.
Di fatto, nel pomeriggio di ieri è stato proprio il direttore generale Fabio Massimo Conti in prima persona a donare all’attaccante nativo di Gubbio una casacca celebrativa con il numero di presenze fatte registrare nelle gare ufficiali. Presenze che nel frattempo sono diventate 504 (di cui 7 con la Fermana tra Coppa Italia e campionato).
“Il segreto? Un mix di ingredienti – svela Marchi -. Ci vuole tanta fortuna, una struttura fisica che ti permetta di giocare fino ad una certa età e non deve mai mancare il divertimento. Nel praticare questo sport mi diverto quotidianamente ed è questo che non mi fa pesare i sacrifici. Svegliarsi la mattina e fare qualcosa che ti dà piacere ti permette di essere una delle persone più fortunate al mondo. Devo ringraziare anche la mia famiglia che mi ha sempre permesso di godermi questo sport seguendomi in ogni mia scelta. Così è tutto più semplice: ora voglio tagliare il traguardo delle 600 presenze“.
Delle 504 presenze, di una vorrebbe il bis. “Rigiocherei Portogruaro – Verona – confessa l’attaccante 36enne -. Quella partita mi ha fatto vivere emozioni irripetibili: abbiamo vinto il campionato all’ultima giornata ed allo stadio c’erano 30 mila persone. È stato davvero un bel momento”.
Viceversa, la partita che rigiocherebbe per cambiare l’esito finale risale alla stagione 2020/21 quando militava nella Juventus Under 23. “In quella stagione contrassegnata dal Covid secondo me si poteva fare qualcosa in più – spiega Marchi -. Avevamo in squadra tutti ragazzi del 2001 e 2002, ma dopo l’interruzione per la pandemia avevamo vinto la Coppa Italia e ci eravamo qualificati per i playoff. In quel momento, dopo aver battuto Padova e Ternana, c’era la sensazione che saremmo potuti arrivare fino in fondo, ma non siamo riusciti ad andare avanti”.
Cinquecento presenze e più di un terzo dei gol. “Il più bello? Nel 2011 al Marassi contro la Sampdoria ai tempi del Sassuolo, fu una soddisfazione personale incredibile. Il più importante? Non mi piace guardare indietro, non so quanta strada avrò ancora da fare prima di appendere gli scarpini al chiodo ma mi auguro che le soddisfazioni e i gol pesanti possano arrivare con questa maglia”.
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