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Gli ambientalisti del Fermano dicono ‘no’ all’arretramento dell’A14, Coltorti rilancia Mezzina e ‘ferrovia dei due mari’

FERMANO - Questa mattina il coordinamento ambientalisti del Fermano si è riunito in conferenza stampa per bocciare l'ipotesi di un arretramento dell'autostrada. In collegamento anche il presidente commissione. Il presidente della commissione Infrastrutture del Senato, Coltorti: "Ci sono opere ancora da ultimare"

di Marco Raccichini

Il coordinamento delle Associazioni Ambientaliste del Fermano ha tenuto stamattina una conferenza stampa sul tema “arretramento dell’autostrada A14”. Presenti nella sala del Caffè Letterario di Fermo il presidente di Legambiente, Federico Spagnoli, il presidente di Slow food del Fermano, Paolo Concetti, Gabriele Tarsetti per la sezione Lipu, il presidente di Italia Nostra, Giacchino Fasino e, in collegamento da Roma, il presidente della commissione delle infrastrutture del senato Mauro Coltorti.

Unanime il parere contrario alla costruzione di “un’opera faraonica che andrebbe a deturpare il paesaggio dell’entroterra fermano e che non risolverebbe il problema”.

“Si tratterebbe di fatto di un raddoppio della linea autostradale, dal momento che quella già esistente non verrebbe smantellata – spiega Federico Spagnoli di Legambiente – e che metterebbe in crisi il turismo ecosostenibile che con fatica si sta affermando nel distretto delle Marche del Sud. La nostra proposta attiva è quella di ripristinare il trasporto merci, quello che fa veramente volume nelle autostrade, sulla linea ferroviaria e sulle ‘linee autostradali’ marittime, come avveniva anni fa, soluzioni queste più ecosostenibili e meno care: in tal senso, la costruzione di un’ulteriore linea autostradale rappresenta un ritardo culturale da parte della classe politica e per gli interessi di pochi, piuttosto che una linea di progresso e lungimiranza per lo sviluppo dl territorio”.

Dal canto suo anche il presidente della commissione delle Infrastrutture del Senato Mauro Coltorti, reputa queste ultime delle soluzioni più convenienti: “Vorrei ricordare che il problema non è iniziare opere nuove, ma prima di tutti terminare i cantieri che già sono in atto, l’Italia è già piena di opere incompiute e di sprechi. Esiste una strada chiamata Mezzina che collega Civitanova Marche a Teramo che al momento è ferma ed incompiuta, come anche la Fano-Grosseto. La sua realizzazione rappresenterebbe già una valida alternativa alla costruzione ex-novo di una linea autostradale. Auspicabile sarebbe piuttosto la costruzione della ferrovia dei due mari che mette in collegamento il versante Adriatico con quello Tirrenico”.

“Stiamo perdendo di vista la logica dell’amministrazione del territorio – prosegue Gioacchino Fasino, presidente di Italia Nostra – lo sviluppo delle zone interne non si ottiene con la costruzione di un’autostrada ma piuttosto ripristinando un trasporto di superficie come quello che collegava Fermo ad Amandola. In tutte le Marche, soltanto la vallata del fiume Tenna è l’unica a non aver avuto un potenziamento, isolando di fatto tutti i paesi dell’interno”.

Le Marche sono al secondo posto in Italia, dopo la Liguria per la quantità di strade asfaltate, secondo la relazione ufficiale dell’Ispra. “Oltre agli scempi di carattere paesaggistico  – interviene Gabriele Tarsetti per la sezione Lipu – vorrei porre l’accento sul consumo di suolo, che nel caso di un’autostrada sarebbe circa di 4 ettari per ogni kilometro costruito. Inevitabilmente il potere di assorbimento dei suoli verrebbe annullato dall’asfalto, e il dissesto idrogeologico diverrebbe un problema reale in un territorio come questo. Inoltre sottrarrebbe suolo per l’agricoltura che rappresenta la vocazione delle colline marchigiane”.

A concludere gli interventi il presidente del presidio Slow Food del Fermano, Paolo Concetti sottolineando che “accostare lo sviluppo sostenibile ad autostrada è un’ossimoro, una figura retorica che avvicina parole che in realtà sono in antitesi, e che non c’è sostenibilità dove c’è asfalto. Dovremmo interrogarci tutti su quale sia il futuro di questa regione e che direzione vuole prendere. Noi vogliamo scommettere sul turismo, sulla storia dei nostri paesi, l’arte, la cultura, il cibo di qualità e esortiamo tutti a non cadere nel tranello per il quale si vuole far passare per green quello che in realtà non è”.

 

 


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1 commento

  1. 1
    Claudio Mecozzi il 19 Dicembre 2021 alle 17:46

    SULL’ARRETRAMENTO DELL’AUTOSTRADA ADRIATICA

    Sull’argomento avevo scritto tre commenti nel profilo facebook dalla Fondazione San Giacomo della Marca ed anche sul loro canale yutube;tutto scomparso.In ogni modo, cerco di esprimere in sintesi il mio pensiero. 1) Rispetto all’arretramento viario dell’arteria autostradale vi è l’ostacolo dato dall’orografia ovvero di un territorio quello delle Marche sud costituito da valli parallele ad andamento est-ovest con i relativi rilievi di crinale (dove sorgono le città storiche).Non si tratta di ostacolo relativo alla fattibilità tecnica ma di grave ostacolo paesaggistico. Non tutto quello che si puo’ tecnicamente fare è conveniente e corretto farlo. 2) Con la accresciuta consapevolezza dei valori paesaggistici non è più pensabile costruire strade come si è fatto soprattutto nella seconda metà del secolo scorso perseguendo quasi sistematicamente il mito del progresso tecnico. Occorre che la tecnica sottostia ai valori più importanti che si riflettono poi non in modo secondario sulla stessa economia. Occorre contemperare e agire con cautela. Per esser chiari ed immediati; non si può procedere a “testa bassa” con viadotti e gallerie. Questa tipo di risposta si costituirebbe alla fine più un danno che un beneficio. Le importanti potenzialità economiche che si esprimono nel settore turistico frutto delle tipicità storiche di carattere urbano e agricolo verrebbero in questo modo danneggiate gravemente ed irreversibilmente. Alzare gli occhi per vedere un paesaggio devastato favorisce la fuga e non il soggiorno. 3) Invece una strada Mezzina ( strada di controcrinale che connette le medio vallate ) qualificata, costruita sulla tracce della viabilità esistente e dunque priva di gallerie e viadotti costituirebbe valorizzazione delle citta storiche di crinale a partire dalla stessa Fermo ( e dunque Petritoli, Monterubbiano, Lapedona, Offida, Ripatransone, Montefiore, etc.) contribuendo a fermare strutturalmente il deleterio fenomeno dello sprawl. Va individuato nell’ambito della viabilità esistente il tracciato migliore, questo non può che costituirsi quale risultato di una sintesi virtuosa tra le differenti istanze. Una strada intervalliva (Mezzina) che intercettando tendenzialmente i crinali alla quota più bassa va a costituirsi quale sintesi ottimale di un percorso misto (valle, controcrinale e crinale).
    Dunque una strada Mezzina che si adatta all’orografia del territorio, ed intercettando la viabilità valliva potrà connettersi agevolmente con i caselli autostradali attraverso le opportune riqualificazioni dei tratti viari interessati a partire dallo stesso tratto già esistente (Casette d’Ete -Campiglione). In definitiva una Mezzina che rispetta il paesaggio. Altrimenti è meglio fare la terza corsia affiancata come già previsto. Ciò che va evitato in assoluto è lo scempio paesaggistico.

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