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Kit di primo ingresso, quando il carcere fa rima con dignità e rieducazione

FERMO - Consegnati ieri, all'amministrazione carceraria, 120 pacchetti composti da beni di prima necessità da destinare ai detenuti. Un'iniziativa promossa dall'avvocato Albanesi, presidente della Camera Penale di Fermo, sostenuto dal collega Mancini e dagli assessori Ciarrocchi e Giampieri nonché dal consigliere comunale Interlenghi. Il rigraziamento della direttrice dell'istituto, Valentini

 

“Il riconoscimento della dignità umana è un valore prioritario, che deve esistere anteriormente allo Stato, indipendente alle sue politiche sociali o economiche. Riteniamo che la dignità dell’uomo non debba essere considerata un percorso di conquista, poiché se fosse, si dovrebbe affermare che esiste un momento zero, in cui la dignità dell’uomo non c’è”.

Sono le parole dell’avvocato Andrea Albanesi, presidente della Camera Penale di Fermo che ieri ha partecipato alla consegna di 120 kit di primo ingresso all’amministrazione del carcere di Fermo, composti da beni di assoluta necessità, come spazzolino da denti, sapone, bagnoschiuma, asciugamano, destinati ai detenuti indigenti.

La necessità di disporre di questi beni, non forniti dal Ministero, era stata evidenziata dalla direttrice dell’istituto penitenziario di Fermo, la dottoressa Daniela Valentini, durante l’incontro “Ferragosto in carcere”, iniziativa promossa dalla Camera Penale di Fermo e dall’Osservatorio Carcere dell’Unione Camere Penali con l’avvocato Simone Mancini, alla quale aveva aderito con slancio l’intera amministrazione del Comune di Fermo, senza alcuna distinzione tra maggioranza ed opposizione.

Il ringraziamento dell’amministrazione penitenziaria va indirizzato a chi ha recepito l’iniziativa e collaborato alla realizzazione: vale adire agli assessori politiche sociali, Mirco Giampieri, all’ambiente nella persona dell’avvocato Alessandro Ciarrocchi, al consigliere avvocato Renzo Interlenghi, l’Ambito Sociale 19 coordinato Alessandro Ranieri che ha stanziato i fondi per l’acquisto e la Croce Rossa, delegazione territoriale, che ha materialmente composto e consegnato i kit. Tale donazione è un piccolo passo, ma ne seguiranno altri, la delegazione si è infatti lasciata con l’impegno, da parte di tutti, di attivare un programma con la compartecipata società Asite per l’utilizzo, fino a due detenuti ,quali operatori ecologici.

“Rimane essenziale spingere sull’idea di un carcere migliorativo, aperto e rieducativo, poichè la rieducazione del reo, quale diritto costituzionalmente garantito, nonché scopo non secondario della detenzione, migliorerà la sicurezza pubblica dopo la reintroduzione del reo nel tessuto sociale”, le parole di conclusione di Albanesi.


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