Riccardo Treggiari, ex sindaco di Amandola
«Alla fine, tutti i nodi vengono al pettine – annuncia l’ex sindaco di Amandola, Riccardo Treggiari -. Il sindaco, in estasi per la grande opera ospedaliera promessa da Ceriscioli, peraltro realizzata con i soldi della ricostruzione del terremoto, cioè quelli destinati al Vittorio Emanuele II, capì ben poco del gioco delle tre carte, messo in atto dalla giunta regionale al fine di declassare il nostro nosocomio a Casa della Salute. Noi abbiamo esposto la nostra protesta sin sotto la scalinata d’accesso della sede regionale. Abbiamo sostenuto e votato la nuova giunta Acquaroli nella speranza, sulla base di palesi e dichiarati intenti preelettorali, che ci avrebbero restituito un vero ospedale, come prevede il Decreto Balduzzi. E, quando parliamo di ospedale, intendiamo una struttura con la presenza di un Pronto Soccorso, animato da personale qualificato come chirurgi ed anestesisti. Due giorni fa, l’assessore regionale all’edilizia sanitaria Baldelli, facendo il punto sull’avanzamento dei lavori in corso, ha promesso che la struttura del nuovo ospedale sarà consegnata entro la fine del 2022. Noi nutriamo stima per Baldelli, che ha lottato al fianco del Comitato quando, lo stesso, protestava contro la giunta Ceriscioli». «Ed è proprio quest’ultima cosa che più ci preoccupa – continua – anche perché Baldelli conosce bene la terminologia tecnica e, nella sua dichiarazione, parla di ospedale in zona “svantaggiata” anziché di “disagiata”, per la quale il Balduzzi prevede la presenza di un pronto soccorso. In sostanza, è lo stesso assessore a confermare quelli che saranno i contenuti del nuovo nosocomio amandolese, pressoché gli stessi previsti dalla precedente giunta: non ci troviamo in presenza di un ospedale, ma, stante i numeri, avremo poco più che una Casa della Salute. La cosa più eclatante è la mancanza di un Pronto Soccorso. Nella nuova struttura sono previsti 23 posti letto per acuti (non dovevano essere 60?) di Medicina Generale dove sarà possibile appoggiare anche pazienti operati in day surgery, cioè interventi di tipo ambulatoriale; 10 ulteriori letti saranno destinati a lungodegenti: pressoché un cronicario».
La chiosa di Treggiari: «Se questo per voi è un ospedale, io alzo le mani e mi ritiro in buon ordine. I servizi annunciati configurano una sorta di poco più che un poliambulatorio. È proprio il caso di dire che, per quello che vogliono propinarci, sarebbe stato sufficiente ristrutturare una parte del Vittorio Emanuele II: tempo risparmiato, a quest’ora avremmo avuto le stesse cose, e, soprattutto, tanti soldi guadagnati con i quali avremmo potuto migliorare le attrezzature sanitarie. Noi vogliamo avere ancora fiducia nella giunta regionale, nella speranza che la stesura del nuovo Piano Socio Sanitario ci porti buone notizie e ci restituisca il maltolto; vogliamo anche sperare che l’Amministrazione Comunale apra finalmente gli occhi e si unisca alla nostra giusta rivendicazione. In caso contrario, dovremo ammettere di aver riposto male la fiducia nei confronti di Acquaroli e nel suo programma che potrebbe rivelarsi, con nostro sommo dispiacere, un deludente canto delle sirene».
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