Alla fine dell’anno appena trascorso è stato presentato da Legambiente, in collaborazione con Ambiente Italia ed Il Sole 24 Ore, l’annuale rapporto “Ecosistema Urbano 2021”, su dati del 2020, circa le performance ambientali dei Capoluoghi italiani. Come anche chiaramente illustrato nella recentissima relazione della stessa Associazione ambientalista, “Mal’Aria di città” https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2021/11/malaria-di-citta-2022.pdf e come riportato da tutte le maggiori testate giornalistiche, lo scopo del report è quello di misurare la “febbre” ambientale delle Città capoluogo e l’efficacia delle prescrizioni messe in atto dalle Amministrazioni Pubbliche.
Il rapporto raccoglie ogni anno, sia con questionari ed interviste dirette a 105 Comuni capoluogo di provincia sia sulla base di altre fonti statistiche, informazioni su 125 parametri ambientali per un corpus di oltre 125mila dati. Gli indicatori di “Ecosistema Urbano”, che sono 18, derivano tutti da dati originali raccolti da Legambiente, eccezion fatta per quanto riguarda: uso efficiente di suolo (elaborazione Legambiente su dati Ispra e Istat), capacità di depurazione e verde (Istat) e tasso di motorizzazione ed incidenti stradali (ACI e ACI-Istat). «L’insieme degli indicatori selezionati per la graduatoria complessiva dei 105 Capoluoghi esaminati nel report, copre sei principali componenti ambientali presenti in una città: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia – fanno sapere dalla segreteria provinciale del partito -. Vengono così valutati tanto i fattori di pressione e qualità delle componenti quanto la capacità di risposta e gestione ambientali. Da diversi anni Fermo non compare nelle varie graduatorie del report. Ci chiediamo dunque quali siano state le difficoltà che abbiano impedito nel tempo di valutare le perfomance ambientali del nostro Comune e Capoluogo di provincia da parte degli esperti di Legambiente. Presumibilmente i motivi per cui il Comune di Fermo non avrebbe mai redatto integralmente il questionario fornito, e di conseguenza non sia mai stato preso in considerazione, saranno forse anche nell’assenza di centraline, o di centraline attive, che analizzino l’inquinamento atmosferico (NO2, PM10, PM2,5 e Ozono, solo per stare ai fondamentali; altrimenti anche: 2 biossido di zolfo SO2, ossidi di azoto NOX, monossido di carbonio (CO), piombo (Pb), benzene (C6H6), cadmio Cd, nichel Ni, arsenico As, e Benzo(a)pirene BaP). L’alternativa sarebbe da sempre stata, in mancanza di dati sufficienti per stilare un rapporto, di posizionare la Città capoluogo in fondo alla classifica assieme a poche altre realtà nazionali con analoghe “difficoltà” (102 su 105 considerate avrebbero risposto per il 2021). E non vi sarebbe stato alcun interesse in tal senso. Una criticità che oltre la Città capoluogo investe parimenti tutto il territorio della Provincia di Fermo. In ogni modo, per addivenire alla questione in oggetto, come si evince dal preposto sito Arpam, nella sezione “La qualità dell’aria nella Regione Marche” (https://www.arpa.marche.it/temi-ambientali/aria), delle 17 centraline fisse posizionate sul territorio regionale marchigiano, ne risulterebbero: 8 in Provincia di Ancona, 4 in Provincia di Ascoli Piceno, 3 in Provincia di Pesaro-Urbino, 2 in Provincia di Macerata. Comunque non molte per restituire un profilo compito del territorio. Mentre nessun presidio fisso di rilevazione sarebbe pertanto nel nostro territorio provinciale o quantomeno nessuno verosimilmente attivo. Giacché sia la centralina che per qualche tempo su istanza specifica operò in zona Campiglione di Fermo, con peraltro acquisto in precedenza da parte della Provincia stessa, sia quella presente almeno nell’involucro a Porto Sant’Elpidio, sembrerebbero non essere in funzione. Altrimenti ne scaturirebbero dei pubblici dati ufficiali nei siti dedicati».
«Ciò detto, come Articolo Uno provinciale Fermo, pensiamo sia giunto il momento, non più procrastinabile, di colmare tale incomprensibile lacuna e di restituire così al territorio del Fermano detti rilevatori ed in congruo numero. Se la competenza, la conseguente pianificazione e gestione risultano regionali, e quindi anche per il tramite dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (Arpam), alla Giunta ed al Consiglio Regionali Marche nonché ai vertici dell’Arpam formuliamo anzitutto la nostra istanza. Altresì alla Provincia ed al Comune di Fermo, alle Municipalità del territorio provinciale, alle Istituzioni tutte, con anche le Forze politiche ed Associazioni di rappresentanza rivolgiamo il nostro appello affinché possa condividersi quella che stimiamo essere una battaglia su un diritto nell’interesse di tutta la Comunità provinciale. Difatti, senza la possibilità di alcun monitoraggio continuativo nel tempo e relativi dati statistici sulle aree provinciali maggiormente rappresentative, risulterà difficile ragionare compiutamente di ambiente, di transizione ecologica, di impatto dei vari ed eventuali inquinanti sulla salute pubblica. Così come impraticabili saranno i provvedimenti consapevoli circa ogni pianificazione territoriale. Sempre e se davvero intendiamo la questione ambientale quale una dimensione strutturale di ogni nostra prospettiva ed una effettività imprescindibile del nostro futuro. In un mondo che si mobilita alla ricerca di un alternativo modello di sviluppo, di un nuovo paradigma socio-economico-ambientale, con un Pnrr nel nostro territorio da mettere concretamente e con lungimiranza a terra, le criticità da affrontare sul piano del lavoro, della sanità, della ricostruzione ed oltre: se non per correre almeno le premesse per camminare. Non possiamo quindi non interrogarci, quale esempio rilevante su molti, se allorquando in zona Campiglione si andasse ad antropizzare ulteriormente il territorio, sia in un positivo contesto pubblico, come nel caso di un ospedale, sia di edilizia anche residenziale e privata, come ulteriori espansioni o conversioni parrebbero tutt’altro che arrestarsi o ridimensionarsi (mentre i centri delle città sono allo spopolamento), e con l’accentuazione del traffico derivante, se prima di mettere in campo ogni azione che risulti realmente sostenibile, si sia tenuto conto di ogni parametro, ivi compreso lo stato attuale e lo studio prospettico sulla qualità dell’aria. Se, quale concetto più generale, rispondendo a tutti i requisiti di sviluppo – ambientali, economici e sociali – si stia ovunque coordinando, e sul piano regionale e su quello territoriale più locale, una prassi partecipata ed armonizzata che soddisfi criteri e bisogni dell’oggi e del domani, tanto per le attuali quanto per le future generazioni. Pensiamo questo sia tra gli argomenti nodali. Circa la mancanza dei suddetti rilevatori ambientali, non siamo quindi come Articolo Uno a produrre, qui ed ora, pretestuose contese, ricerche di responsabilità passate o presenti né tantomeno a sostenere autoreferenziali polemiche, specialmente su precondizioni di carattere collettivo e che toccano anche la salute umana, animale e vegetale nella prospettiva di sviluppo territoriale ed oltre. La nostra sollecita istanza a che intanto il territorio della provincia di Fermo abbia gli opportuni rilevatori ambientali attivi in postazione fissa ed i conseguenti parametri ufficiali sui quali avrebbe già da tempo dovuto contare».
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