di Sandro Renzi
Il viaggio della speranza per 40 profughi ucraini che stanno scappando dalla guerra è iniziato a bordo di un pullman Gt dell’associazione Marche Magiche alle 11.40 con destinazione Porto San Giorgio. Arriveranno qui domani all’ora di pranzo, accolti dalla Protezione civile e dalle autorità sanitarie dell’Av4. Il più piccolo dei passeggeri ha solo 3 mesi, la più anziana è una donna di 81 anni. Tra loro non ci sono uomini, restano in patria per combattere, ma solo mamme, bambini e nonne in cerca di un futuro migliore e di una sistemazione che, si spera, possa essere solo temporanea. I più, infatti, contano di tornare presto nelle case e nelle città che hanno dovuto abbandonare in fretta. Sarà un viaggio lungo fino all’Italia. Sicuramente più tranquillo rispetto a quello che hanno dovuto affrontare per raggiungere il confine con la Polonia.
«Hanno volto i segnati dalla stanchezza e dalla paura» racconta Lauro Salvatelli, partito alla volta del centro di accoglienza allestito a Tomaszow Lubelski martedì pomeriggio. Una volta sul posto il pullman è stato subito svuotato degli aiuti raccolti nel Fermano: abiti, derrate alimentari e farmaci. Decine di scatoloni preparati grazie alla generosità di semplici cittadini. Una gara di solidarietà che non ha fatto mancare il suo sostegno neanche quando Salvatelli ha rivolto un appello alle comunità affinché si individuassero alloggi per ospitare i profughi. «La situazione è drammatica -prosegue Salvatelli- solo ieri in questo campo sono arrivate altre 2000 persone scappate dai bombardamenti. Tantissimi i bambini. Sfollati che sono arrivati con le auto o le ambulanze. Tutto cambia di ora in ora con l’evolversi della guerra».
Nella località di Tomaszow Lubelski, a circa 25 chilometri dal confine con l’Ucraina, i profughi restano 48 ore. Il tempo necessario per organizzare il loro trasferimento in altre destinazioni. E lì convergono i pullman di altri Paesi Europei che hanno dato la disponibilità ad accogliere gli ucraini. Salvatelli ha incontrato una delegazione della protezione civile della Lombardia ed ha avuto modo di confrontarsi con il responsabile Guido Bertolaso. «All’inizio -prosegue il suo racconto Salvatelli, raggiunto al telefono- nessuno di loro intendeva partire, sembravano confortati dalla possibilità di un conflitto di breve durata e dalle notizie che il loro Paese avrebbe forse rinunciato all’ingresso nella Nato come chiede la Russia. Poi si sono convinti della opportunità di trovare una sistemazione più accogliente e ci hanno ringraziato. Vedere i volti di questi bambini è straziante. Non possiamo non aiutarli, è un nostro dovere». Per sei profughi saliti a bordo, il viaggio si interromperà prima di arrivare nel Fermano. Raggiugeranno i famigliari che si trovano già in Italia.
Per alleggerire il lungo viaggio Salvatelli e l’interprete Natasha stanno in queste ore cercando di dialogare ed interagire con i passeggeri. Rassicurarli su ciò che li aspetta in Italia. Una macchina della solidarietà si diceva, che si è messa in moto e che non potrà non garantire il suo aiuto anche nei prossimi mesi.
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