di Alessandro Luzi
E’ stata intitolata “Dalla A alla Zes” l’iniziativa tenutasi questa mattina nella sede fermana della Camera di Commercio. Sì dalla A alla Zes perché al centro dell’incontro proprio la Zona economica speciale che si vuole per le Marche. Ed in collegamento con la Camera di Commercio il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Mara Carfagna.
«Dopo la prima riunione ad Ancona a Palazzo Raffaello, è continuata oggi la serie di incontri sui territori promossi da Camera e Regione Marche e dedicati a regole, prospettive e riflessioni sulle zone economiche speciali; la tappa fermana, ospitata presso la sede locale di Camera Marche – fanno sapere dalla stessa Camera di Commercio – ha visto la partecipazione da remoto del Ministro per il Sud e la coesione territoriale Mara Carfagna coinvolta dalla consigliera regionale Jessica Marcozzi».
All’iniziativa, con l’obiettivo di entrare tra le pieghe delle regole, delle prospettive e delle riflessioni sulle zone economiche speciali, sono intervenuti al tavolo degli interlocutori il presidente della Camera Marche, Gino Sabatini, l’assessore regionale Guido Castelli, e la capogruppo regionale FI, Jessica Marcozzi.
Tra i presenti il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, il prefetto Vincenza Filippi, il presidente della Provincia, Michele Ortenzi e l’assessore Mariantonietta Di Felice in rappresentanza del sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, e il consigliere regionale Andrea Putzu.
«Spero di essere quanto prima nelle Marche per incontrarvi in presenza. Capisco e condivido il vostro interesse per la Zona economica speciale perché – le dichiarazioni del ministro Carfagna – è una delle riforme più promettenti che noi abbiamo inserito nel Pnrr. L’istituzione di una Zes apre prospettive di sviluppo importanti per i territori. Rinnovo la disponibilità ad accompagnare le Marche in questo percorso che porterà all’istituzione di una Zes. Le potenzialità di una Zes sono davvero enormi, sono un polo di attrazione per investimenti nazionali ed internazionali. E nel caso delle Marche questo può compensare i sacrifici che derivano dalla vicenda angosciosa che stiamo vivendo, un importante volano di sviluppo per i territori. Le Zes sono state istituite nel 2017 ma poi abbandonate. Questo Governo ha deciso di scommettere sulle Zes e all’interno del Pnrr abbiamo introdotto una linea di finanziamento per la garantirne l’infrastrutturazione con 630 milioni di euro. E accanto agli investimenti abbiamo anche approvato una riforma che rafforza la governance perché dota i commissari straordinari di poteri reali. Abbiamo introdotto anche regimi di autorizzazione unica semplificando le procedure per gli investitori. E quindi questi, le imprese che vorranno insediare le loro attività nelle aree Zes potranno richiedere un’unica autorizzazione, e potranno godere di benefici fiscali incrementati (da 50 a 100 milioni di euro il credito d’imposta per ogni investimento). Abbiamo istituito anche uno Sportello unico digitale, unica interfaccia digitale per chi vorrà investire in quelle aree. Investire nelle Zes sarà quindi più facile, più conveniente, più rapido.
La Regione Marche, per il periodo di programmazione 2021/27 entra a far parte delle regioni in transizione, quindi di quelle che possono richiedere una Zes. Questo, ufficialmente avverrà non appena Bruxelles approverà, nelle prossime settimane, l’accordo di partenariato che il Ministero per il Sud ha notificato alla Commissione europea a gennaio. Ai sensi del decreto del 2017 è la Regione che deve proporre l’istituzione di una Zes attraverso la presentazione di un piano di sviluppo strategico regionale che contenga anche l’individuazione delle aree che dovrebbero rientrare nella Zona economica speciale. Quindi definire le aree da includere tra quelle che beneficeranno di incentivi fiscali e semplificazioni procedurali spetta alla Regione. Potrebbe essere opportuno immaginare delle intersezioni con l’area del cratere sismico secondo linee di sviluppo territoriale che verranno disegnate nel piano di sviluppo che verrà presentato dalla Regione».
Un’opportunità, quella rappresentata dalla Zes, che le categorie produttive delle Marche, e certamente del Fermano, non vogliono farsi sfuggire. «All’interno della Zona economica speciale – spiegano da FI- le imprese già operative o di nuovo insediamento possono avere numerosi e fondamentali benefici: un credito di imposta fino al 95% degli investimenti effettuati, la riduzione fino al 50% delle imposte Irpef e Ires, la semplificazione doganale e amministrativa. Altre Regioni del sud lo hanno fatto, da ultima l’Abruzzo con il porto di Ancona. Noi, nelle Marche, non possiamo più attendere».
«Le aree possono essere non adiacenti e devono fare fede a un porto. Per le Marche sarebbe quello di Ancona. Questo però – spiega il ministro – serve, ad esempio, alla Zes Abruzzo perché i porti abruzzesi non rientrano nella rete dei porti ed hanno scelto quello di Ancona nella loro Zona economica». Necessaria una Zes interregionale Marche-Abruzzo? «L’istituzione deve provenire attraverso dichiarazione congiunta delle due regioni. Suggerimento: trovare quanto prima una condivisione con la regione Abruzzo per avanzare la richiesta di istituzione Zes al ministero per il sud. Io sono a vostra assoluta disposizione ad accompagnarvi in questo percorso».
E quali sarebbero i tempi tecnici? «La Regione deve presentare il suo piano. Le aree non devono superare gli ettari già annunciati da Castelli (1786 per le Zes regionali). Possiamo operare in un momento storico e politico che richiede di essere tempestivi. Dichiaro la disponibilità anche ad accelerare questo percorso. Siamo pressanti nell’avanzare le nostre richieste e lo saremo anche in questo caso.
Le opportunità che si aprono sono molte per il nostro Paese. Le aree Zes rappresentano – rimarca il ministro Carfagna – un’occasione di sviluppo e crescita importanti. Consigli per individuare zone e linee da rispettare? L’amministrazione regionale ha bisogno di collaborazione e la troverà. Le aree devono essere funzionali e serve un utilizzo attento e funzionale delle altre risorse stanziate dal governo con i fondi nazionali sviluppo e coesione)».
Ad aprire l’appuntamento, in rappresentanza dell’amministrazione comunale fermana, è l’assessore all’urbanistica, Maria Antonietta Di Felice: «Siamo passati da essere modello nord-est-centro, studiato nelle università mondiale, a una desertificazione industriale. È vero che è mancata la capacità di innovazione, ma terremoto, pandemia ed ora il conflitto bellico, stanno gravando sui distretti marchigiani già in difficoltà, in particolare quello fermano-maceratese. Urge l’impiego di nuovi strumenti di sostegno e la Zes rappresenta una nuova luce in fondo al tunnel. Chiediamo quindi al ministro il supporto del governo per cogliere questa opportunità straordinaria». Rinnova l’invito al governo a porre l’attenzione sulle dinamiche economiche del territorio marchigiano anche il prefetto, Vincenza Filippi: «Sono manovre importanti affinché i distretti possano riprendere vigore. Oltre alle problematiche riportate dall’assessore, è evidente il deficit infrastrutturale. Penso, per esempio, alla viabilità che non lega adeguatamente la costa all’entroterra».
Dalle associazioni di categoria l’istituzione della Zes viene percepita come un’occasione irripetibile ed è richiesta a gran voce anche da Sabatini per rilanciare il sistema produttivo manifatturiero e agricolo: «Il distretto fermano-maceratese conta numeri ingenti e necessita della costituzione di linee guida importanti per far fronte a questo momento di difficoltà. Oggi è un appuntamento per comprendere gli effetti della Zes a livello regionale. La Camera Marche è il contenitore di idee e richieste degli imprenditori marchigiani quindi in questa partita giochiamo un ruolo importante. La ripartenza dei settori manifatturieri ed agricoli passa dall’istituzione delle Zone economiche speciali». Elenca poi dei nuclei strategici attorno cui creare un sistema economico: «Aeroporto, rete ferroviaria e scalo marittimo sono i nostri punti di forza e gli spazi attorno cui edificare la rinascita. Nel dibattito vanno incluse anche scuole e università. Vogliamo che la Zes divenga un valore aggiunto per tutti, sia per quanti ricadranno nell’area interessata sia per chi ne sarà toccando indirettamente non avendo la propria ricompresa nella zona. L’economia marchigiana deve tornare forte come è già stata». I dati non sono incoraggianti in quanto circa l’80% dell’export del settore calzaturiero è verso la Russia, quindi le Marche sono tra le regioni che risentono di più delle sanzioni vigenti. Questo aggrava una situazione già fortemente compromessa. A sottolinearlo è l’assessore regionale, Guido Castelli: «I dati parlano di un ritardo di sviluppo importante. La terza Italia non sta agganciando il nord ma sta scivolando nel sud, pertanto ci sono tutte le condizioni per chiedere la Zes. Deve essere individuata entro il limite di 1786 ettari (18 km²). Abbiamo la possibilità di estenderla all’Abruzzo, oppure rimanere nella nostra regione ma con procedure più complesse e articolate. Dobbiamo entrare in merito nelle potenzialità di questo strumento. Ora siamo impegnati nella scelta dei criteri per la localizzazione. Le condizioni per poterla attivare sono prossime, pertanto chiediamo al ministro la garanzia di una provvista finanziaria adeguata». «Siamo davanti a un’occasione concreta – rimarca il governatore regionale, Francesco Acquaroli -. Indubbiamente è una scelta complessa e non scontata. Da classe dirigente dobbiamo non gettare al vento questa possibilità ma calarla sul territorio con intelligenza e lucidità. La Camera Marche ha il ruolo e le conoscenze per attuare le scelte migliori».
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