«Il 25 aprile viva ogni giorno», il Fermano celebra la Liberazione con il cuore in Ucraina (Le Foto)

LE CELEBRAZIONI per la Festa della Liberazione nel Fermano, a partire da quelle nella sua città capoluogo. Il prefetto Filippi: ««In questi giorni abbiamo vissuto un percorso di memoria - le dichiarazioni del prefetto Vincenza Filippi - da Ortezzano dove l'amministrazione ha ravvivato il ricordo di vittime innocenti, poi a Servigliano per la valorizzazione di un monumento nazionale, il campo di concentramento». Anche il prefetto getta il cuore in Ucraina parlando di violenze inaudite «con il disconoscimento dell'essere umano» e condannando ogni forma di violenza, dalla guerra al bullismo.

di Giorgio Fedeli (foto Simone Corazza)

«I valori del 25 aprile vivano sempre, nella nostra quotidianità». Fermo ha celebrato la festa della Liberazione con il cuore in Ucraina. Questa mattina nella città capoluogo di provincia la celebrazione della Liberazione dal fascismo. Dopo la messa nella chiesa di San Domenico, officiata da don Giordano Trapasso, corteo in piazza del Popolo fino ad arrivare alla deposizione sulla lapide che campeggia sulla facciata del Palazzo dei Priori dove le autorità si sono spostate per concludere le celebrazioni con la premiazione delle classi dell’Isc di Grottazzolina che hanno vinto il premio ‘Ada Natali’. Un corte composto dalle più alte cariche istituzionali e militari del territorio, da associazioni combattentistiche con in testa l’Anpi, e da studenti e ragazzi.

La deposizione della corona di alloro si è conclusa con un sentito applauso. E i cittadini presenti hanno anche intonato ‘Bella ciao’. Dalla piazza, si diceva, la celebrazione si è spostata alla Sala dei Ritratti. «Mai più fascismo – le parole del presidente Anpi, Paolo Scipioni – La memoria sia attiva nelle nostre vite. Abbiamo la Costituzione come faro e la pace come arma». Il sindaco Paolo Calcinaro cita ‘La peste’ di Camus: «Quei topi riescono dagli scantinati a poca distanza dai nostri confini (il riferimento, ovviamente, al conflitto in Ucraina). La forza tranquilla del 25 aprile viva in noi, e quest’anno sono felice del fatto che siamo tornati alla partecipazione di popolo dopo due anni difficili. Il 25 aprile ci sia utile per parametrare le nostre azioni di vita, sia pubblica che privata. Oggi vediamo i volti di bambini e donne in fuga dall’Ucraina, arrivati anche qui da noi, separati dai loro padri e mariti trattenuti per l’eventualità di combattere. Famiglie lacerate, divise. Le loro lacrime e i loro silenzi ci ricordino che il germe della sopraffazione si può sempre replicare. Il ‘mai più’ è senza confini».

«In questi giorni abbiamo vissuto un percorso di memoria – le dichiarazioni del prefetto Vincenza Filippi – da Ortezzano dove l’amministrazione ha ravvivato il ricordo di vittime innocenti, poi a Servigliano per la valorizzazione di un monumento nazionale, il campo di concentramento». Anche il prefetto getta il cuore in Ucraina parlando di violenze inaudite «con il disconoscimento dell’essere umano» e condannando ogni forma di violenza, dalla guerra al bullismo.

«Questo territorio ha una forza incredibile nel raccontare storie di un passato che vorremmo non fosse mai esistito – il commento del presidente della Provincia, Michele Ortenzi – appigliamoci ai valori della memoria collettiva». Se Calcinaro cita Camus, Ortenzi parafrasa Confucio per l’importanza di «istruire i bambini» e cita Bobbio con il «miracolo della libertà». «Dobbiamo volere sempre, ogni giorno, libertà e democrazia» conclude il presidente.

E’ il turno del senatore Francesco Verducci: «Questa è la festa più bella e importante della nostra Repubblica. Nell’articolo 3 della Costituzione c’è la reazione all’ignominia, all’abominio. E’ un dovere assoluto per un parlamentare, rappresentante delle istituzioni, partecipare per inchinarsi a chi ha saputo dare al nostro paese la libertà» e lo sguardo si rivolge a Mario De Benedictis, partigiano, presente in prima fila nella Sala dei Ritratti, avvolto da un caloroso applauso dei presenti. Poi riflettori puntati sui ragazzi della 3A e 3B dell’Isc di Grottazzolina che, con il loro video “La scuola che resiste: storie di maestre e maestri che hanno lottato per la libertà”, si sono aggiudicati il premio “Ada Natali”. In piazza presenti anche quelli della Casa del Popolo di Fermo con uno striscione “Per la Pace e il disarmo”: «L’articolo 11 va attuato. No armi, no spese militari. No Nato», si legge nello striscione. Una festa della Liberazione, dunque, celebrata nel capoluogo ma anche in diversi Comuni del Fermano, da Sant’Elpidio a Mare a Porto San Giorgio con le amministrazioni impegnate nelle deposizioni delle corone di alloro sui monumenti simbolo della Liberazione ma anche con manifestazioni, come quella sangiorgese, organizzata dall’Officina Trenino con il ritrovo alle 11,30 a Piazza Torino, angolo via Milano/viale dei Pini, per ricordare Umberto Cerretani.

Endrio Ubaldi

A Montegranaro, dove l’opposizione ha criticato il sindaco Endrio Ubaldi per non aver organizzato celebrazioni, il primo cittadino dà il suo «libero pensiero sul 25 aprile. Che sia una ricorrenza di tutti e non degli anti qualcosa e qualcuno. E soprattutto l’Unità nazionale va difesa sempre anche quando gli invasori erano le truppe partigiane titine, che fecero pulizia etnica dei nostri connazionali nei territori giuliano, fiumano e dalmati. Viva l’Italia e tutte le ricorrenze civili anche quelle del 4 novembre anniversario della Vittoria e dei nostri eroi di Vittorio Veneto e del 10 febbraio giornata del Ricordo dei Martiri delle Foibe. Ci vediamo dalle ore 15 presso la splendida cornice del nostro laghetto Torrione per festeggiare il 25 aprile e per una nobile causa a favore della pace».

Il sindaco Alessio Terrenzi a Cascinare

A Sant’Elpidio a Mare il sindaco Alessio Terrenzi è a Cascinare: «Quest’anno è particolarmente difficile parlare davanti alla stele. Lo è perché, oggi più che mai, il ricordo di chi è morto per la libertà è vivo e brucia sottopelle alla luce delle notizie che ci arrivano dai territorio in guerra. Siamo qui a Cascinare, in particolare, perché il 20 giugno del 1944 due giovani del posto morirono sotto il fuoco dei tedeschi che erano in ritirata da Civitanova Marche. Nessuno di noi può conoscere la dinamica esatta di quanto accaduto ma quello che sappiamo è che i corpi senza vita di Vincenzo Borraccetti, elpidiense, e Silvano Mecozzi, civitanovese, sono rimasti a terra vittime di una guerra che non hanno cercato ne’ voluto e che ha mietuto vittime anche quando tutto avrebbe fatto pensare che si fosse scritta la parola fine al conflitto. Oggi in quei nomi, nei nomi di tutti i caduti di tutte le guerre, non posso non leggere i nomi di tutti coloro che sono morti e stanno morendo nei conflitti attualmente in corso in diverse parti del mondo. Oggi più che mai, vorrei che la festa della liberazione non fosse solo l’occasione per ricordare ciò che è stato ma che amplificasse il grido di dolore di tutti quei popoli che stanno soffrendo perché vittime di guerre che non possono portare altro che sangue, dolore, disperazione, distruzione. Un grido di dolore che dice basta alla violenza. Perché la violenza non può essere portatrice di pace. Mai».

Il sindaco Nazareno Franchellucci e la giunta (foto da Info PSE Porto Sant’Elpidio)

 

Celebrazioni anche a Porto Sant’Elpidio: «Anniversario della settantasettesima ricorrenza della Liberazione della nostra cara Italia».

Alla celebrazione hanno preso parte il sindaco Nazareno Franchellucci, il presidente del consiglio, la giunta e alcuni consiglieri comunali insieme alle autorità civili e alle associazioni cittadine.

 

Il sindaco Nicola Loira

A Porto San Giorgio, invece, la celebrazione, guidata dal sindaco Nicola Loira, ha visto l’intervento in piazza 25 aprile dei rappresentanti di Giunta e Consiglio comunale, delle associazioni locali, degli studenti dell’Isc Nardi e dei cittadini.

Attorno alle ore 12 è stata deposta una corona d’alloro sul cippo. Dopo un momento di raccoglimento, il primo cittadino ha voluto esprimere una riflessione sulla ricorrenza. Dapprima ha ringraziato i presenti per la partecipazione poi ha incentrato il suo intervento sugli insegnamenti della resistenza: «Non devono esserci equivoci, sia nel nostro Paese che sul piano internazionale. Gli alti valori della pace e della democrazia si uniscono all’avversione ai nazionalismi, oggi come allora».

Gli alunni hanno letto frasi celebri legati al periodo storico, da Piero Calamandrei a Sandro Pertini fino a Liliana Segre.

LE FOTO DELLA CELEBRAZIONE A FERMO

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