di Alessandro Luzi
Paroliere raffinato e musicista eclettico, Francesco Bianconi (frontman dei Baustelle), venerdì 13 maggio, sarà al Teatro dell’Aquila per la data zero del suo nuovo tour, accompagnato da “La sua Stupefacente Band”. L’evento è targato Tam. Per l’occasione è intervenuto in collegamento telefonico ai microfoni di Radio FM1 e si è rivelato un momento per approfondire alcuni aspetti della sua visione artistica. “Forever” è il suo primo lavoro da solista, a cui segue “Forever in Technicolor” e “Accade”, album in cui vengono raccolte alcune cover rivisitate creativamente di alcuni tra i più importanti nomi della scena musicale italiana. «Vorrei ritirarmi dal festival. Via, portatemi via» sono i versi conclusivi di “Eurofestival”, un brano proprio dei Baustelle, e sembrano descrivere l’attuale periodo artistico di Bianconi. Infatti tutti e tre gli album da solista hanno un arrangiamento più scarno ed intimo rispetto allo stile ricco e denso dei Baustelle. Quasi come a voler ritirarsi da un ambiente pop altisonante, per esplorare dimensioni più introspettive.
Come mai questo cambio di rotta rispetto ai Baustelle?
Il mio progetto solista è nato con “Forever”, indubbiamente un disco intimo e poco pop. Hanno la struttura di una canzone ma gli arrangiamenti hanno delle caratteristiche differenti rispetto a questa estetica musicale. Indubbiamente i dischi dei Baustelle hanno sonorità molto stratificate, a differenza dei miei album. Alla pausa con la band, il mio naturale istinto mi ha condotto verso zone più intime ed acustiche, infatti Forever è caratterizzato da piano, voce e quartetto d’archi. È stata una sorta di reazione al percorso con i Baustelle. Ho ricercato più intensamente all’interno della musica di tradizione scritta occidentale (cosiddetta classica), sia antica che contemporanea. Di fatto, per quanto riguarda gli ascolti, ultimamente ho chiuso il rubinetto con il pop ed il rock, aprendomi ad opere poco percussive. Da qui nasce “Forever”.
Il tuo nuovo singolo è “Perduto Insieme A Te” e vede la collaborazione di Malika Ayane. Quali sono le differenze artistiche tra Rachele Bostreghi (voce dei Baustelle) e la cantautrice milanese?
Sono due voci e personalità differenti. Ho ideato questo brano per un timbro più vicino alla tradizione soul e Malika ha accettato l’incarico. La sua interpretazione è stata eccellente, infatti, oltre ad essere una cantante molto tecnica, in grado di dosare adeguatamente la voce, è anche una bravissima interprete. Ammiro molto queste sue caratteristiche, e lo stesso vale per Rachele. Sono attratto dalle voci tecnicamente dotate ma anche in grado di coniugarsi con le atmosfere dei brani.
Recentemente, riguardo il tuo tour imminente, hai affermato: «Sarà bello suonare ogni sera diversamente». Vedi i live come un processo creativo costante?
Non mi interessano i concerti impacchettati e con sequenze prestabilite. Voglio tornare alla musica suonata, in cui vengono messe in risalto le interazioni tra musicisti. Nei miei concerti suoniamo senza click in cuffia e ogni sera i brani vengono suonati diversamente, pertanto ogni performance è singolare. Sono dell’idea che bisognerebbe ristabilire l’importanza del dialogo tra i membri della band per proporre qualcosa di differente dal disco e per diversificare le esibizioni.
Si ritorna finalmente ai live in presenza, tuttavia il lavoro svolto per preparare le performance dal vivo è diverso da quello in studio di registrazione. Artisticamente parlando, cosa ti interessa dei concerti?
Mi aspetto gioia, emozioni, e vibrazioni positive. Il pubblico ha voglia di tornare ad assistere ai concerti come noi desideriamo suonare su un palco. Questo scambio reciproco di passione instaura un rapporto empatico con il pubblico.
Come sarà strutturato il live di venerdì?
La prima parte del concerto è dedicata alle sonorità di Forever, dunque è acustica ed intima. Nella seconda proporremo dei brani più rock e groovemici.
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