«La riforma sanitaria regionale che si prospetta è un chiaro ritorno indietro negli anni. La rete sanitaria regionale che si andrà a caratterizzare per un incremento delle organizzazioni a piena autonomia sarà un sistema che avrà difficoltà a decollare». E’ la netta presa di posizione di Paolo Nicolai, consigliere comunale Pd Fermo e membro della IV commissione permanente consiliare Sanità. Il pomo della discordia la riforma della legge 13, come preannunciato dal consigliere regionale Marco Marinangeli. E le sue perplessità, per usare un eufemismo, Nicolai le mette nero su bianco in una lettera aperta diretta al sindaco Paolo Calcinaro al quale chiede «di vigilare su quanto sta accadendo nel dibattito sulla riforma regionale; interfacciandosi con gli amministratori e la sua stessa commissione permanente consiliare, seguendo anche quanto già delineato dal documento dell’assemblea dei sindaci e poi votato all’unanimità nel consiglio comunale di Fermo».
«Passare da 4 a 7 aziende con moltiplicazione delle direzioni e dei ruoli dirigenziali, con necessità di incrementare investimenti tecnologici e strumentali, porterà il Servizio Sanitario Regionale verso una perenne sofferenza e verso un chiaro disorientamento di cittadini e delle amministrazioni territoriali, favorendo l’avanzata di un Sistema Sanitario Privatistico. Le Aziende Sanitarie provinciali di ridotte dimensioni, ma con piena autonomia, che si andrebbero ad istituire creeranno un sistema competitivo regionale con corse a fare tutto e meglio, ma con finanziamenti storici che non consentirebbero la implementazione di ulteriori servizi ed attività all’interno di ogni Azienda. Questo genera fughe in mobilità passiva “vera” dei cittadini bisognosi verso altre aree, che meglio organizzate diventano attrattive incrementando le entrate proprie per “vera” mobilità attiva, facendo sorridere i propri bilanci a discapito dei pianti delle altre realtà che vanno in chiara sofferenza».
«La necessità della aziendalizzazione degli anni ’90 aveva il proposito di creare un sistema sanitario efficiente con recupero di sprechi e con programmazioni appropriate e con consumi equivalenti alle capacità produttive di ogni singola Azienda Sanitaria. Ad oggi – incalza Nicolai – il processo non si è completamente realizzato, permanendo delle costanti che ancora rappresentano criticità assolute come il disequilibrio costi/benefici e conseguenti spending review, ancora tante inappropriatezze delle prestazioni, una mancata riforma della Medicina Convenzionata, una grande sofferenza delle liste di attesa, una forte precarietà sul fronte occupazionale ed altro. E’ chiaro che la moltiplicazione dei livelli organizzativi autonomi determinerà la modifica dei fattori tecnici rappresentati dalla richiesta di maggiori investimenti con implementazione di maggiore forza lavoro e con incremento del costo unitario dell’output prodotto. La Sanità Regionale non può correre il rischio del “salto nel buio” ma necessita di una profonda revisione e questo dovrà avere un processo graduale di avvicinamento.
Sono pienamente convinto che occorre perseguire due fondamentali obiettivi di qualità, ossia sanità vicina ai bisogni dei cittadini e sanità di efficienza per bisogni complessi. Il processo di avvicinamento alla riforma deve prevedere e realizzare gli obiettivi del PNRR per arrivare ad una “sanità vicina ai bisogni dei cittadini”. Sicuramente il Piano Sanitario Regionale deve precorrere i tempi della riforma e deve contenere i temi della nuova pianificazione che non potrà fare altro che individuare le nuove organizzazioni chiamate a gestire i territori in una prospettiva futura ricercando soluzioni semplificative del Sistema.
In questo scenario delineato invece dalla nostra Regione bisognerà capire il ruolo che potrebbe avere la nostra Area Vasta 4 e quanto questa potrebbe essere seriamente messa sotto pressione dai numeri che vanno a suo sfavore.
Chiedo quindi al sindaco della città capoluogo, Paolo Calcinaro – conclude il consigliere dem – di vigilare su quanto sta accadendo nel dibattito sulla riforma regionale; interfacciandosi con gli amministratori e la sua stessa commissione permanente consiliare, seguendo anche quanto già delineato dal documento dell’assemblea dei sindaci e poi votato all’unanimità nel consiglio comunale di Fermo».
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