Maricoltura e pesca: tradizioni, ambiente e timori per il futuro. Ciaffardoni (CoGePa): «Il fermo definitivo un disastro» (Ascolta la notizia)

MARE - Basilio Ciaffardoni, per tutti Il Cozzaro nero, è il vicepresidente del CoGePa e punto di riferimento per la piccola pesca, settore che si occupa della pesca di sogliole, pannocchie, mormore, razze, sgombri, seppie: «Diamo il nostro contributo anche per la ricerca e progetti della Regione Marche, per rappresentare la nostra categoria con il mondo che ci circonda, attraverso eventi ed attività per far conoscere il mestiere». E sul caro carburante: «Se continua così si arriverà al fermo definitivo. Significherebbe un disastro per il territorio e per il mondo della ristorazione»

Al centro Basilio Ciaffardoni

di Serena Murri

Maricoltura, una risorsa per il territorio. Al largo della costa sangiorgese, i vivai di maricoltura continuano a dare i loro frutti, prevalentemente vengono coltivate cozze. Tra Porto San Giorgio e il sud del porto, sono 4 i vivai presenti a circa 5 chilometri dalla costa, dove il fondale è profondo 14 metri. Gli impianti in classe A garantiscono la massima salubrità dei prodotti allevati e sono i migliori da un punto di vista igienico sanitario.

I prodotti vengono prelevati, selezionati dagli impianti presenti e lavorati a bordo. Fra gli impianti a sud del porto, è presente anche quello di Francesco Ciarrocchi, uno degli esponenti della zona della pesca artigianale, che venerdì stava lavorando ai cuculli, gli attrezzi per la pesca di seppie. La pesca artigianale si occupa di preparare le reti la mattina e di riprenderle la sera. Si aspettano stagioni migliori per le seppie, mentre invece quest’anno sono andate forti le pannocchie. Dipende dai cicli della natura che sono mutevoli e anche i fattori climatici spesso incidono su questo tipo di fattori e sulla riproduzione delle specie.

Ascolta la notizia:

Basilio Ciaffardoni, per tutti Il Cozzaro nero, è il vicepresidente del CoGePa e punto di riferimento per la piccola pesca, settore che si occupa della pesca di sogliole, pannocchie, mormore, razze, sgombri, seppie. Il paniere è ricco e composto da tutti i pesci che si avvicinano alla costa e rappresentano i prodotti che quotidianamente arrivano sulle nostre tavole. Il CoGePa ha un ruolo determinante nella gestione della pesca artigianale, unico costituito 20 anni fa in tutta Italia, raccoglie 170 imbarcazioni e si occupa della tutela e degli interessi dei pescatori della piccola pesca. «Diamo il nostro contributo anche per la ricerca e progetti della Regione Marche, per rappresentare la nostra categoria con il mondo che ci circonda, attraverso eventi ed attività per far conoscere il mestiere».

Grazie al Cogepa, tutti i pescatori prima sparpagliati si sono riuniti in un unico soggetto per la tutela legale e amministrativa e nel confronto con le altre categorie. Il consorzio «è sempre stato molto attento alle tematiche ambientali – sottolinea Ciaffardoni – Viviamo a stretto contatto con il mare, nessuno più di noi può farlo vivendo in simbiosi con la natura. L’attività della pesca è sempre meno impattante nei confronti della risorsa ittica. E vogliamo proseguire su questa linea. Crediamo nella filiera corta del pescato e venduto ma anche del cucinato».

La marineria sta attraversando un periodo di difficoltà e fra i settori più a rischio c’è quello della pesca a strascico con problemi sempre maggiori a causa del caro gasolio. «È il settore più in difficoltà – conferma Ciaffardoni- tanto che se continueranno i rincari troppo a lungo, ci sarà una moria di imprese legate al mondo della piccola pesca che coinvolgerà anche l’indotto. L’Italia non può permettersi di perdere aziende legate alla produzione di pesce. I pescatori vanno tutelati. Il patrimonio della cultura marinara va salvaguardato. Col caro carburante, i pescatori saranno costretti a fermarsi di nuovo. Al momento stanno in mare solo due giorni a settimana. Se continua così si arriverà al fermo definitivo. Significherebbe un disastro per il territorio e per il mondo della ristorazione».


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