«Adesso basta con le menzogne sulla ex Fim, sulla sua bonifica, sulla Cattedrale e sulla Soprintendenza. Basta con quella farsa che potremmo chiamare “operazione parcheggi” sul lungomare, andata in scena durante l’ultimo Consiglio Comunale». È questo l’affondo di Legambiente Porto Sant’Elpidio che torna a parlare della questione legata al noto ex stabilimento di concimi.
«In Consiglio Comunale è stato chiesto l’allargamento dei parcheggi sul lungomare, nell’area antistante la ex FIM, per una profondità di circa un metro. Ma di che stanno parlando? La proprietà pubblica entra all’interno dell’attuale recinzione per circa 30, per tutta la lunghezza fino alla attuale area di sosta per camper. Quindi, se l’Amministrazione non attuerà alcun atto di rivendicazione della sua proprietà, tutta questa area pubblica, attualmente recintata, di 15.000 metri quadri, rischia di diventare proprietà privata per effetto dell’usucapione. E in Consiglio Comunale si va per e chiedere “l’allargamento della carreggiata di circa 100 cm”? Sull’intervento del Sindaco sulla ex Fim fatto in Consiglio Comunale la settimana scorsa non possiamo tacere» continuano dal coordinamento di Associazioni per la ex Fim.
«Franchellucci dice che “la bonifica potrebbe partire domani se l’organo competente (chiaramente qui si fa riferimento alla Soprintendenza) sbloccasse la pratica” ma questo non è vero. La bonifica dell’area è partita circa 12 anni fa ed è stata bloccata dal Direttore Lavori e poi dall’Ad di Ecoelpidiense nel Settembre 2011, e non è stata mai più ripresa. Poi il sindaco seguita dicendo che “l’attacco a chi dovrebbe decidere e non decide è inequivocabile”. Come si fa ad attaccare la Soprintendenza, la quale non è un organo che decide sui lavori di bonifica? Come già detto, per chi ancora non lo sapesse, la bonifica è stata bloccata dalla proprietà. Poi il sindaco dice: “Se non ci fosse stata la tutela della Soprintendenza, oggi staremmo a raccontare un’altra storia in termini di riqualificazione del sito”. La Città deve sapere che se non ci fosse stata la tutela della Soprintendenza, oggi in quell’area ci sarebbe una seconda Lido Tre Archi, così come era nei progetti dell’inizio anni 2000 appoggiati dall’allora Sindaco in carica. Ancora Franchellucci: “Sui percorsi parlano gli atti, i dati sono oggettivi. Se stiamo ancora a discutere nonostante le relazioni tecniche di soggetti ultra terzi che dimostrano l’impossibilità di ristrutturare, è segno che l’Italia sta andando ancora a due velocità”. Soggetti “ultra terzi”?! La relazione a cui probabilmente fa riferimento il Sindaco nel fare questa affermazione è quella prodotta da un gruppo di lavoro dell’Univpm nel gennaio 2021, commissionata e pagata dalla proprietà stessa. Dunque, si tratta di uno studio di parte. È vero che gli atti parlano chiaro e che i dati sono oggettivi, solo che essi dicono esattamente il contrario di quello che il Sindaco vuole far capire. Su questo siamo pronti a qualsiasi confronto e non abbiamo timore di alcuna smentita».
«Ciò su cui gli atti sono incontrovertibili è il completo abbandono della bonifica da parte della proprietà e il completo abbandono di entrambi i beni tutelati. Non è vero che è impossibile restaurare la Cattedrale e restituirla agli usi pubblici – chiosa Legambiente nella sua nota stampa -. Le tecniche di bonifica e di restauro esistono. Le tecniche ingegneristiche di cui gli Italiani sono maestri in tutto il mondo ci dicono che è possibile recuperare la Cattedrale, basta volerlo. La verità è che da sempre hanno voluto fare del tutto per arrivare soltanto alla demolizione della Cattedrale, nonostante il vincolo del 2001 ancora esista e nonostante il fatto che la proprietà abbia rinunciato ad opporvisi. Il Sindaco ci informa di un “simposio tra sindaci alla Nuvola di Fuksas” per parlare degli interventi grazie ai finanziamenti del Pnrr. Se, nel caso della ex Fim si poteva accedere ai fondi del Pnrr, perché Porto Sant’Elpidio non lo ha fatto per tempo? Come hanno fatto per la ex Conceria di Fermo? Forse perché la bonifica del sito fermano è stata attuata e portata a termine prima di chiedere quei fondi europei Che il Sindaco ci risponda su questo fatto fondamentale, invece di prendersela con il Ministero e i suoi organi regionali»
«La Soprintendenza non si occupa di tecniche di bonifica dei siti e dei monumenti inquinati! Questo è un onere della proprietà, che, al momento dell’acquisto, si è presa la responsabilità anche di bonificare. Un dovere abbandonato da ormai 11 anni, senza dire che invece la bonifica della Cattedrale non è mai stata iniziata. Basta con la strumentalizzazione dei dati sull’inquinamento. La Cattedrale rappresenta neanche un decimo della parte da bonificare: il terreno. Che lo facciano subito e senza ulteriori ritardi. Infine sulla chiosa del Sindaco “C’è una proprietà che vorrebbe avviare la bonifica e non ha problemi finanziari per farlo, potrebbero partire domani i lavori ma siamo costretti all’attesa” vorremmo dire che i lavori sono partiti nel 2009 e sono stati bloccati dalla proprietà nel 2011. L’attesa dipende dalla proprietà e non dalla Soprintendenza. La proprietà, visto che a detta del Sindaco non ha alcun problema finanziario, dovrebbe essere obbligata a riprendere la bonifica subito».
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