di Giorgio Fedeli
«Non eravamo solo padre e figlio. Eravamo molto di più. Addio Giulio Domenico mio». A parlare è Giulio Bianchi, padre del 26enne tragicamente scomparso la notte tra l’8 e il 9 luglio scorsi, trovato senza vita nella sua casa, a Lapedona. Lì infatti, dopo una breve parentesi a Marina Palmense, Giulio Domenico viveva. E lì ha trovato la morte. Dopo alcuni giorni dalla sua scomparsa, il padre trova il coraggio di parlare, di ricordare il figlio scomparso, di rendergli pubblicamente omaggio per lo splendido ragazzo che era. E’ stato proprio lui a trovare il figlio senza vita. Inimmaginabile il dolore, lo strazio, che insieme ai familiari e agli amici, Giulio senior ha vissuto e continua a vivere. Perché se è vero che non c’è dolore più grande di quello che prova un genitore nel perdere un figlio, non servono molte parole per descrivere lo strazio di Giulio senior che, però, oggi vuole che tutti ricordino il suo ‘junior’ per la bella persona che era.
Ascolta la notizia:
«Giulio Domenico – racconta il padre, con la voce spezzata dal dolore – mi ha lasciato senza poterlo vedere, non ci siamo purtroppo sentiti né visti da giorni. Era un ragazzo pieno di vita, gentile, buono. Era sempre pronto a aiutarti. Solamente si faceva trasportare troppo dai amici crudeli e poco seri. Io e mio figlio non eravamo solo padre e figlio, eravamo molto di più, eravamo molto legati. Stavamo sempre insieme e ci divertivamo insieme. Era molto legato alla sua famiglia. Il più bel ricordo è stato quando da piccolo è venuto con me in Romania per il mio secondo matrimonio, lì ha conosciuto le due sorelline. Era molto felice, era una persona che amava la vita, amava stare sempre con gli amici ed essere lui all’attenzione di chi era con lui. Se n’è andato perché non conosceva bene alcune cose che purtroppo coinvolgono tanti giovani. Mi rivolgo ai giovani e dico loro di stare più attenti e godersi la vita così bella che ci ha dato il signore. Amavo mio figlio».
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