di Matteo Malaspina
A poco più di un anno dall’inaugurazione, il Laboratorio FermoTech ha raggiunto i primi risultati nella ricerca e nel trasferimento tecnologico a supporto delle imprese. Nella sede messa a disposizione del Comune di Fermo, in via dell’Università 16, grazie alla collaborazione con Univpm e l’Università di Camerino, un team di 5 giovani ricercatori hanno attivato e concluso 6 progetti tech rivolti ad altrettante imprese partner rappresentative dei settori trainanti dell’industria fermana: Savelli Ascensori, Calzaturificio Elisabet, Bros Manifatture, Santoni, Valtenna e Vega.
«Abbiamo concretizzato quello che le aziende avevano chiesto – spiega il professore Germani, docente della Politecnica -. Siamo partiti da delle loro esigenze e grazie ad un lavoro di ricerca abbiamo proposto dei progetti che prevedono l’uso di visori, analisi di dati e stampanti 3d».
A spiegare nel merito i singoli progetti ci pensa la professoressa Alessandra Papetti che, insieme ad Alessio Vita, Sabrina Iarlori, Francesco Cauteruccio e Sara Antomarioni, fa parte del gruppo di ricerca. «Sono stati scelti tre ambiti di ricerca. Con il primo, la ”Data Science”, è possibile elaborare dati complessi grazie a specifici software di intelligenza artificiale per comprendere e predire il comportamento dei clienti. Questo metodo è stato usato con il Calzaturificio Elisabet. L’altro ambito è ”Extended Reality” che utilizza speciali visori. Con questo metodo siamo riusciti a ricreare uno show room virtuale dell’azienda Santoni. L’utente può, tramite il proprio cellulare, entrare in questa realtà virtuale e interagire navigando all’interno dello show room e selezionando i prodotti. Ma i visori 3d sono stati utili anche per Savelli Ascensori che avevano l’esigenza di ottimizzare gli interventi di manutenzione. Indossando il visore e avendo una collaborazione audio e video con esperti da remoto, il manutentore potrà intervenire maniera più rapida ed esatta – dice Papetti -. L’ultimo ambito è ”Additive Manufcacturing”, che attraverso la stampa in 3D consente di riprodurre componenti fisici in modo più semplice e rapido. Usato da Savelli per stampare parti di ricambio non più disponibili sul mercato e da Bros per la stampa di accessori, sviluppando anche un configuratore che permette la personalizzazione del prodotto».
Al fianco di queste imprese, importante il supporto di More e Morphica, che mettono a disposizione le proprie competenze nell’impiego della tecnologia digitale. «Fermo ha puntato molto sulle aziende e il progetto è figlio del precedente ITI urbano fatto dal Comune con i fondi europei da 1,1 milioni di euro, ai quali si è aggiunto il co-finanziamento delle imprese di 900 mila euro – dice il sindaco Paolo Calcinari – FermoTech non finisce qui perché dal 2023 il laboratorio si trasferirà in maniera definitiva all’interno dei locali dell’ex Mercato Coperto». «L’intervento territoriale integrato (Iti) lo rifinanzieremo e lo rialimenteremo – assicura l’assessore della Regione Marche, Guido Castelli – Nella nuova programmazione favoriremo la collaborazione tra comuni con un occhio di riguardo alle aree fuori dal cratere, altrimenti svantaggiate in tanti bandi».
Il tema per i prossimi anni sarà quello comunicativo, ovvero come andare a parlare con le piccole e medie imprese che il tech funziona e che non è qualcosa di lontano. «Sarà fondamentale far vedere, mostrare alle aziende cosa significa fare innovazione e quanto possa essere utile – commentano i rettori di Univpm e dell’Università di Camerino, Gian Luca Gregori e Claudio Pettinari -. Le Pmi non sanno neppure cosa si può realizzare, quindi il linguaggio è importante. Dovremo essere bravi a dare sicurezza, perché il privato deve fidarsi e FermoTech non sarà una società di semplice consulenza».
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