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Lettere al Direttore «Più servizi sanitari e un distretto interprovinciale per i Sibillini»

AMANDOLA - L'ex sindaco Riccardo Treggiari: «Senza un Pronto Soccorso o, quantomeno, un punto di primo intervento assistito da un reparto vero di Chirurgia, qui in montagna si rischia la morte per una possibile emorragia o per un più comune infarto»

L’ex sindaco di Amandola, Riccardo Treggiari

Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell’ex sindaco di Amandola, Riccardo Treggiari, con le sue riflessioni sul Distretto Sanitario dei Sibillini.
«Se veramente il Presidente Acquaroli crede in ciò che ripete continuamente, nei comunicati stampa e negli incontri, riguardo alla improcrastinabile necessità di riequilibrare il territorio delle Marche, ora, con il Piano Sanitario, ne ha la grande occasione. Ridare fiato alla fascia montana, dai Sibillini al Montefeltro, significa resettare il canovaccio delle scelte politiche fatte, negli ultimi decenni, dai governi che si sono succeduti in quel di Ancona. La vita di un territorio è legata essenzialmente alla presenza, soprattutto, di popolazione giovane e attiva, stanziale. Non illudiamoci con le presenze turistiche, mordi e fuggi, dei fine settimana. Il turismo da solo, in particolare se nelle vicinanze non c’è né Firenze né Siena, non ha mai portato ad un incremento demografico e può servire, eventualmente, a creare solamente la cosiddetta “Svizzera”, per quei pochi anziani benestanti che verranno a soggiornare nelle rare case di riposo per ricchi. Quindi l’unica ricetta è: lavoro e servizi. Tornando a bomba, dal presidente Acquaroli, ripromettendoci di trattare a breve il problema occupazionale, soffermiamoci sul secondo addendo della ricetta: quello dei servizi. Giudichiamo buona, e finalmente in controtendenza, la scelta operata, per le infrastrutture viarie, di destinare parte dei fondi Pnrr alla prosecuzione della Pedemontana e, per quanto ci riguarda, da Belforte del Chienti ad Amandola. Ma la pietra miliare, per invertire la rotta della destabilizzazione territoriale, è sicuramente la forte implementazione dei pochi servizi sanitari rimasti nella zona montana dei Sibillini. Si spera che il costruendo nuovo ospedale sia un vero nosocomio e non la ruota di scorta del Murri di Fermo. Ed eccoci al Piano Sanitario. Senza un Pronto Soccorso o, quantomeno, un punto di primo intervento assistito da un reparto vero di Chirurgia, qui in montagna si rischia la morte per una possibile emorragia o per un più comune infarto. E, a fronte di questi rischi, chi volete che rimanga a popolare i piccoli centri e le frazioni d’altura dei Sibillini? La garanzia di avere un ospedale che, d’altra parte, è prevista nel cosiddetto Decreto Balduzzi, è legata a ciò che verrà scritto nel Piano Sanitario, verba volant, e, soprattutto, all’esistenza di un Distretto Sanitario autonomo interprovinciale (Amandola-Sarnano-Comunanza), oltre ventimila abitanti, considerati gli altri piccoli centri delle Unioni Montane, con piena autonomia finanziaria e gestionale. Non si chiede la luna e, la possibile realizzazione, segnerebbe un vero cambio di passo da parte della Regione, a favore del riequilibrio territoriale, ed un punto di merito per il Governatore».

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