L’ultimo straziante saluto a Enrico Pichierri: «Eri il collante della nostra famiglia, ci mancherai»

PORTO SANT'ELPIDIO - Lacrime e costernazione, questa mattina alla chiesa di San Pio X°, per il funerale del 24enne scomparso lo scorso martedì 2 agosto a causa di un incidente in moto lungo via Fonte di Mare. i familiari: «Oggi più che mai occorre ricordare la bellezza di Enrico»

 

di Leonardo Nevischi

Due città impegnate in un unico grande abbraccio. Intenso e caratterizzato da un profondo senso comune di smarrimento. È quello che Porto Sant’Elpidio e San Severino questa mattina hanno riservato alla famiglia di Enrico Pichierri, il ragazzo di origini pugliesi che lo scorso 2 agosto ha perso la vita in un incidente in moto lungo via Fonte di Mare. Due comunità – quella che lo ha visto crescere e frequentare le scuole (l’Ipsia Pocognoni) e quella che da qualche mese lo aveva “adottato” a seguito del trasferimento della famiglia –  strette intorno ai parenti più stretti per dare l’ultimo saluto ad un ragazzo nobile dal cuore d’oro.

Questo era Enrico Pichierri amato da tanti, al di là di ogni retorica. Ragazzo altruista e generoso. Un altruismo che non è venuto a mancare nemmeno dopo la sua scomparsa grazie alla volontà di donare gli organi espressa al momento dell’ultimo rinnovo della carta d’identità. E così il suo cuore, i suoi reni ed il fegato hanno salvato la vita ad altre quattro persone. Un gesto che ha incrementato il dolore e la costernazione dei familiari, ancor più consci di che persona fosse Enrico.

«Non fermiamoci al dolore, alla tristezza, alla perdita ma cerchiamo di trovare nella fede la forza di affrontare gli imprevisti della vita – ha esordito don Lorenzo Torresi nella sua funzione semplice ed essenziale -. Questa tragedia sia anche un’occasione di crescita per tutti noi: portiamo nel cuore i valori che ci ha insegnato Enrico.  Preghiamo affinché possa ricevere la beatitudine celeste e riposare in pace».

Poi, al termine dell’omelia, il ricordo di Enrico Pichierri si fa largo nella chiesa di San Pio X° attraverso le parole di una familiare: «Eri un ragazzo responsabile e determinato. Hai vissuto la tua vita rincorrendo le tue passioni e rifugiandoti nell’amore della tua famiglia. Mettevi talmente tanto entusiasmo in ciò che facevi che le tue passioni coinvolgevano tutti quelli che ti circondavano. Il culturismo era il tuo hobby e così, manco a dirlo, tutti a fare attività fisica e tutti a mangiare proteine e pasta integrale. Sei stato il motore trainante di una famiglia che ha vissuto diverse disgrazie e con la tua gioia sei riuscito a tenerla unita anche nei momenti più difficili». Infine l’appello rivolto alla comunità a beneficio del padre Luigi, della madre Albina, della sorella Valeria, della nonna Maria, dello zio Leonardo e della fidanzata Lucia: «La comunità deve stare vicina ai familiari: oggi più che mai occorre ricordare la bellezza di Enrico». E prima di lasciare spazio ad un lungo applauso liberatorio, la funzione si è chiusa con la lettura della poesia “La morte non è niente” di Henry Scott Holland di cui riportiamo di seguito il testo.

«La morte non è niente. Non conta.
Io me ne sono solo andato nella stanza accanto.
Non è successo nulla.
Tutto resta esattamente come era.
Io sono io e tu sei tu
e la vita passata che abbiamo vissuto così bene insieme è immutata, intatta.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il vecchio nome familiare.
Parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce,
Non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.

Sorridi, pensa a me e prega per me.
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima.
Pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto.
È la stessa di prima,
C’è una continuità che non si spezza.
Cos’è questa morte se non un incidente insignificante?
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Va tutto bene; nulla è perduto.
Un breve istante e tutto sarà come prima.
E come rideremo dei problemi della separazione quando ci incontreremo di nuovo!»

 

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