di Sandro Renzi
I numeri, quelli ufficiali, non arriveranno prima di settembre. La tendenza, però, è sotto agli occhi di tutti. In primis degli operatori. Sono loro a fotografare quello che è accaduto sul fronte turistico questa estate. La stagione potrà allungarsi ancora di qualche settimana, meteo permettendo, ma tutto quello che si poteva fare si è fatto. Presenze e arrivi nelle Marche sono andati, o forse dovremmo dire, stanno andando molto bene. Anzi, nei villaggi e nei campeggi del Fermano e non solo si viaggia a capienza piena. La conferma arriva da Daniele Gatti, presidente Villaggi Marche. «C’è stato un incremento di arrivi e presenze -dice quest’ultimo- i conti li faremo, come sempre, a fine stagione, ma possiamo dire che da Grottammare a Senigallia, tutte le strutture da giugno in poi hanno fatto registrare un boom e così sarà fino al 10 settembre».
Sorridono, allora, gli operatori turistici che tornano ai numeri pre-covid. E finalmente si riaffacciano anche gli stranieri. «Intendiamoci, sono numeri residuali -prosegue Gatti- si tratta soprattutto di inglesi e tedeschi». Ma servono, comunque, oltre che per fare numero anche per far girare la voce oltralpe. Per fare in modo che si parli sempre di più delle Marche attraverso uno dei sistemi più antichi e affidabili: il passaparola. Un trend che si conferma è quello del turismo famigliare che ha scelto i servizi offerti dai campeggi e dai villaggi. «Le nostre strutture non hanno nulla da invidiare a quelle di altre località italiane che si rivolgono allo stesso target, ovvero il turismo famigliare» chiarisce ancora il presidente di Villaggi Marche lasciando intendere che questa resta pur sempre una strada da seguire ed implementare. Un numero però lo fornisce, giusto per far capire quale sarà il punto di partenza di questa stagione estiva quando arriverà il momento di fare i bilanci. «Il 2021 si è chiuso con 1.500.000 presenze turistiche nelle nostre strutture, ovvero un quinto di quelle che fa tutta la Regione. Contiamo per il 2022 di andare oltre» chiosa Gatti.
Gianluca Vecchi
Discorso a parte per gli alberghi. Recrudescenza del covid tra maggio e giugno da una parte e crisi economica dall’altra hanno minato la ripresa post pandemia. E dire che c’erano tutti i presupposti per fare bene. Invece le aspettative sono andate deluse ed il quadro che dipinge Gianluca Vecchi presidente dell’Ataf, non è dei più rosei per la categoria. «Dall’11 agosto al 27 le camere sono piene -racconta- il resto dei periodi è in calo rispetto allo scorso anno». Complessivamente gli hotel nel Fermano possono tracciare un bilancio positivo sui primi sei mesi dell’anno rispetto al 2021, poi ecco il calo inatteso a cui hanno contribuito gli incrementi delle spese sostenute dagli albergatori e, come detto, il virus che è tornato a rialzare la testa proprio all’inizio della bella stagione e la crisi economica con l’inflazione a seguire. Un mix letale per i fatturati già compromessi da lunghi periodi di chiusura proprio a causa della pandemia. «E così ci siamo trovati a dover gestire cancellazioni e disdette» afferma Vecchi «occorrerà subito individuare delle strategie altrimenti corriamo il serio rischio che molte strutture vadano in forte sofferenza». E’ altra faccia di una medaglia, quella degli albergatori, che rappresentano una realtà diversa sul fronte turistico. Ma anche nel loro caso le presenze degli stranieri sono molto poche. «Pochissimi stranieri -ribadisce il presidente dell’Ataf- per averne di più dovremmo investire su un aeroporto e sui collegamenti interni con Roma e Milano. Se sei collegato a questi scali lo sei anche al mondo intero. In questo modo potremmo pensare di puntare al turismo estero».
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