«Un errore vendere l’azienda elettrica», Paoloni chiede al sindaco Cesetti il confronto con minoranza e cittadini

MAGLIANO DI TENNA - La capogruppo di opposizione: «Alienare l’azienda non è in questo momento favorevole per il Comune in quanto la liberalizzazione del mercato ha alleggerito notevolmente i costi di gestione ed il rischio di impresa, inoltre, dettaglio non trascurabile, senza l’introito delle entrate extra-tributarie dell’azienda il bilancio comunale perderà solidità mettendo a rischio la capacità di indebitamento del Comune. I costi di gestione della illuminazione pubblica saranno accollati ai cittadini con inevitabile aumento delle tasse. Sarebbe, invece, auspicabile, in questo momento tornare ad investire sull’azienda con interventi più massicci per ottimizzare il servizio, scongiurare il pericolo di interruzioni di corrente ed aumentare il valore del patrimonio»

Federica Paoloni

«Vendere l’azienda elettrica è un bene o un male per il nostro paese?». A domandarselo è Maria Federica Paoloni, ex sindaco di Magliano di Tenna, oggi all’opposizione come capogruppo della lista Solidarietà per Magliano. E ovviamente il suo interrogativo è rivolto al primo cittadino Pietro Cesetti. A pochi giorni dal termine previsto per la presentazione delle offerte (9 settembre), Paoloni dunque manifesta le sue perplessità in merito alla decisione del sindaco e della sua amministrazione

«Qualche giorno fa è apparsa sui social la notizia della pubblicazione dell’avviso dell’asta pubblica per la vendita dell’azienda elettrica gestita dal Comune di Magliano di Tenna.
La notizia è stata data dal primo cittadino, sindaco Cesetti Pietro, che la definiva “una operazione necessaria viste le difficoltà incontrate dal Comune nel provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria della stessa”. Magliano di Tenna è una delle poche realtà di gestione pubblica di distribuzione dell’energia elettrica sul territorio nazionale, ma non è certo l’unica. Solo nelle province di Fermo e di Macerata si contano ben quattro realtà: Tolentino, San Severino, Ussita, Offida. Sono realtà organizzate strutturalmente in modo diverso dalla nostra, ma che tuttavia ancora operano con successo sul territorio. L’azienda elettrica ha rappresentato molto per il nostro paese sia in termini di servizi che di investimenti».
«Sarà veramente un vantaggio per il nostro paese vendere l’azienda elettrica? – le perplessità di Paoloni – La minoranza torna a chiedere un confronto con i cittadini, in assemblea pubblica, ma il sindaco per il momento non risponde. Alienare l’azienda – continua la capogruppo di opposizione – non è in questo momento favorevole per il Comune in quanto la liberalizzazione del mercato ha alleggerito notevolmente i costi di gestione ed il rischio di impresa, inoltre, dettaglio non trascurabile, senza l’introito delle entrate extra-tributarie dell’azienda il bilancio comunale perderà solidità mettendo a rischio la capacità di indebitamento del Comune. I costi di gestione della illuminazione pubblica saranno accollati ai cittadini con inevitabile aumento delle tasse. Sarebbe, invece, auspicabile, in questo momento tornare ad investire sull’azienda con interventi più massicci per ottimizzare il servizio, scongiurare il pericolo di interruzioni di corrente ed aumentare il valore del patrimonio».


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