Ultima conferenza stampa per il prefetto Filippi, dalla sicurezza con Lido Tre Archi «spropositata» ai ricordi indelebili

FERMO - Il prefetto, che il primo ottobre andrà in pensione, ha ricordato l’istituzione, fatta poco dopo il suo insediamento, di un Comitato di Sicurezza deciso insieme al sindaco di Fermo Paolo Calcinaro che ha tenuto a ringraziare insieme a tutte le altre forze dell’ordine che hanno cooperato per il miglioramento di una realtà “spropositata” come quella di Lido Tre Archi. Una realtà fatta urbanisticamente di palazzi alveare che rendono complicati gli interventi e che appare addirittura fuori contesto se paragonata al territorio e al tessuto sociale in cui si trova insediata e per la quale Filippi ha messo il punto anche sul tanto discusso Presidio Fisso di Polizia che non ha visto (e non vedrà) attuazione

di Antonietta Vitali

«È un momento di gradevolezza dovuto dal fatto che sto colloquiando con delle persone che fanno il loro lavoro, lo hanno fatto in tutti questi tre anni e mezzo e lo hanno fatto bene. Il mio rapporto con questa stampa è stato sempre ottimo. In tantissime occasioni ci siamo incontrati, siete sempre stati presenti e avete svolto un’ottima funzione sociale».

Il saluto alla stampa di Vincenza Filippi, prefetto uscente di Fermo, si apre con queste parole durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina a Palazzo Caffarini Sassatelli, sede, appunto, della Prefettura di Fermo. Tre anni e mezzo iniziati il primo aprile 2019 di cui, nel corso dell’incontro, il prefetto ne ha ripercorso le tappe ricordandone i momenti più piacevoli, quelli più difficili, le criticità. La pandemia è stata sicuramente la grande incognita, un momento complicatissimo che ha sconvolto l’etica, le coscienze, rimesso in discussione tutto colpendo tutti i campi dell’animo umano. Al di fuori della pandemia molti sono stati i momenti gradevoli dei quali è piacevole il ricordo. Tra i tanti, l’inaugurazione del santuario della Madonna dell’Ambro, luogo simbolo di religiosità ma anche della ricostruzione, il Concerto della Banda della Polizia di Stato, gli incontri con le associazioni sociali del volontariato, gli incontri in sede di conferenza permanente fatti con Banca d’Italia, Camera di Commercio, gli istituti di credito più significativi sul territorio, con funzione di osservatorio sul credito per parlare di come affrontare, da un punto di vista sociale ed economico, i bisogni della collettività legati alla pandemia. Non ha tralasciato nulla Filippi nominando anche i grandi eventi, come il Jova Beach Party che ha portato sul territorio un numero di spettatori superiore agli abitanti di tutta la città di Fermo consentendo alla stessa città di far scoprire all’Italia che a Fermo c’è il mare. E poi ancora, l’esibizione delle Frecce Tricolori, gli incontri presso la Comunità di Capodarco, eccellenza del territorio dove le esigenze dei più bisognosi trovano una risposta attraverso la visione di welfare socio sanitario di don Vinicio.

Il primo episodio piacevole ricordato da Filippi è stato quello legato agli incontri con le scuole, in particolare quello in una piccola scuola di Lido San Tommaso, «una scuola multietnica in cui si è vista una condivisione piena e una compartecipazione di tutta una serie di collettività». Questione, quella Lido Tre Archi, spinosa da sempre «per la quale però – ha affermato Filippi – è stato fatto molto anche grazie ai progetti Fami».

Il prefetto ha ricordato l’istituzione, fatta poco dopo il suo insediamento, di un Comitato di Sicurezza deciso insieme al sindaco di Fermo Paolo Calcinaro che ha tenuto a ringraziare insieme a tutte le altre forze dell’ordine che hanno cooperato per il miglioramento di una realtà “spropositata” come quella di Lido Tre Archi. Una realtà fatta urbanisticamente di palazzi alveare che rendono complicati gli interventi e che appare addirittura fuori contesto se paragonata al territorio e al tessuto sociale in cui si trova insediata e per la quale Filippi ha messo il punto anche sul tanto discusso Presidio Fisso di Polizia che non ha visto (e non vedrà) attuazione. Quello dei commissariati satellite era il modello De Gennaro degli anni ’90 ma oggi la situazione è cambiata, l’istituzione di presidi fissi prescinde da una serie di indici di delittuosità che, negli ultimi anni, si sono alzati a causa dell’immigrazione e della movida un po’ troppo turbolenta dei ragazzi di oggi con conseguente uso (e talvolta abuso) di alcol e droghe. Fermo non ha numeri che consentano la creazione di presidi fissi. Si pensa sempre che la Prefettura di una piccola città di provincia abbia poco lavoro da smaltire, invece non è così, il carico è impegnativo ed è formato da molte questioni che vanno dalle multe ai protocolli antimafia per i quali la riservatezza è d’obbligo. Gli uffici sono in perenne penuria di personale con la conseguenza che quello in forza deve coprire più fronti rispetto alle normali funzioni del personale operante in una prefettura più strutturata. Ma il prefetto Filippi porta con sé, comunque, un bellissimo ricordo del territorio della provincia di Fermo fatto di 40 Comuni che ha voluto fortissimamente visitare tutti per comprenderne la realtà.

«La valorizzazione del territorio è in atto – ha riferito in conferenza stampa il prefetto – deve proseguire e deve essere promossa meglio e, al meglio facendo rete, comunicando tra realtà, correggendo questo grande difetto italiano, l’essere troppo individualisti. Agli amministratori locali, che sono tutte persone che hanno a cuore le radici, la tradizione e il territorio in cui operano, il compito di agire secondo l’etimologia greca della parola politica (cioè a favore della città) per continuare questo potenziamento puntando l’occhio sulla questione indispensabile delle infrastrutture e dei collegamenti che devono essere resi più agevoli». L’uscita di Vincenza Filippi dal ruolo di Prefetto coincide anche con il trasferimento a Roma dell’attuale Capo di Gabinetto della Prefettura di Fermo, Alfonso Sadutto. Alla guida della prefettura resterà il viceprefetto vicario De Notaristefani di Vastogirardi che potrà contare su un nuovo dirigente dell’Area 1 per l’Ordine e la Sicurezza. Per il nuovo Capo di Gabinetto bisognerà aspettare l’avvio della procedura ricognitiva che verrà attuata dal nuovo Prefetto. La nuova vita della Filippi sarà fatta di più calma, meno frenesia, del dedicarsi a quello che le piace fare, di una sfera privata che in questi anni è stata un po’ sacrificata in favore del ruolo istituzionale, della formazione che farà a chi vorrà fare tesoro delle sue competenze acquisite e della sua esperienza fatta sul campo nel corso della prestigiosa carriera percorsa. Al territorio fermano che si appresta a lasciare resta un ricordo che va oltre il ruolo istituzionale, quello umano, espresso in questi anni in uno dei suoi tratti caratteriali che più l’ha resa vicina alla gente, la sua comunicatività seppur discreta e fatta di una riservatezza da tenere sempre a mente. Perché lei sa bene «che la vita è fatta di incontri. Quello che ti resta sono proprio gli incontri, non tanto il ruolo fine a sé stesso e chiuso in una torre d’avorio. E incontro vuol dire anche la capacità di percepire quello che è il valore aggiunto dell’essere umano e della persona e quindi l’interscambio che ne può nascere». 


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