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«Da noi nessun medico da reintegrare, sinonimo di responsabilità. Il sistema ora regge» la soddisfazione di Calcagni Ascolta la notizia

LA PRESIDENTE dell'Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Fermo: «Nel nostro territorio abbiamo solo 8 medici sospesi perché non vaccinati. Ma sono tutti pensionati. Mi ricordo quando a inizio pandemia espressi il timore per quel virus sconosciuto. E infatti il sistema saltò. Ora regge»

Anna Maria Calcagni

di Giorgio Fedeli

«Non abbiamo alcun medico da reintegrare. Questo vuol dire che il messaggio sulle vaccinazioni è passato e che i medici del nostro ordine sono responsabili».

Non nasconde una certa soddisfazione la presidente dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri del Fermano, Anna Maria Calcagni. Contattata al telefono, Calcagni è in video-call con colleghi da tutte le Marche per riorganizzare il reintegro dei medici no vax dopo l’entrata in vigore delle disposizioni governative. Ma di fatto lei ascolta, nel Fermano, nel suo ordine non ce n’è alcuno da reintegrare.

«Abbiamo sospeso solo 8 medici che non si sono vaccinati per motivi personali. Ma sono tutti in pensione e sono rimasti iscritti per affezione all’Ordine. Insomma nessuno in attività e quindi la loro sospensione non ha comportato problemi al sistema sanitario. Evidentemente – sorride la presidente – siamo stati efficienti nel far passare il messaggio, vuoi anche perché siamo un Ordine relativamente piccolo (conta 1.150 iscritti) e praticamente conosco tutti gli iscritti. Abbiamo effettuato una politica capillare contenendo il fenomeno della non vaccinazione».

Ascolta la notizia:

Ma anche lei, Calcagni, è comunque chiamata a seguire da vicino la piccola rivoluzione normativa. «Beh sicuramente la norma arriva in un momento in cui la situazione epidemiologica è più tranquilla e gestibile. Magari ci avessero dato qualche giorno in più per riorganizzarci sarebbe stato meglio. La pubblicazione del decreto c’è stata il 31 ottobre. Il primo novembre, festa. Da ieri di nuovo al lavoro. Capite bene che è stato affrontato tutto in fretta e furia. Ora comunque il Covid non è più impattante come prima, i reparti non sono intasati, le Rianimazioni non sono piene, la diffusione del virus è contenuta e la si affronta bene».

Insomma, la sanità, anche fermana, ha rodato la macchina? «Sicuramente il sistema ora regge. Mi ricordo quando a inizio pandemia dissi, in una conferenza coi sindaci e con l’allora governatore Ceriscioli, che quel virus sconosciuto mi faceva molta paura. Tutti, compreso il presidente, si girarono per vedere chi fosse a pronunciare quelle parole. E infatti il sistema è scoppiato. Ora però abbiamo preso le misure e in caso di necessità sappiamo almeno come muoverci ricorrendo anche ad eventuali restrizioni. Comunque la vaccinazione copre una vasta fetta di popolazione e quindi far riprendere l’attività lavorativa a tutti è quasi logico. Mi piace comunque rimarcare il senso di responsabilità dei medici iscritti al nostro ordine».

Medici al Pronto soccorso del Murri


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