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Sanità fermana ultima per numero di personale e servizi. I sindacati: «Pronti a scendere in piazza»

SANITÁ - I rappresentanti RSU, unitamente alla sigle sindacali, chiedono il rinnovo contrattuale dei 40 operatori assunti in periodo Covid, un pacchetto di assunzioni straordinarie e la certezza che i fondi contrattuali non vengano toccati. Giuseppe Donati (CISL FP): «AV4 ha il 20% di personale in meno rispetto ad altre realtà e questo ha una ricaduta sulla qualità dei servizi. La Regione ci ascolti».

di Matteo Malaspina

Schierati gli uni di fianco agli altri, uniti in difesa della sanità fermana. I rappresentanti RSU dell’AV4 e le sigle sindacali, dopo la proclamazione dello stato di agitazione dei dipendenti iniziato il 30 settembre, alzano il tiro e annunciano un sit-in con volantinaggio per informare i cittadini in tutti i presidi sanitari della provincia il 22 novembre. «Negli ultimi 20 anni Fermo ha subito un peggioramento rispetto alle altre realtà marchigiane, cosa che potrebbe peggiorare con la nuova riforma sanitaria regionale. La nostra protesta nasce a difesa degli operatori, costretti a rinunciare a ferie e riposi per coprire la carenza di organico, ma si estende anche all’erogazione dei servizi ai cittadini. Non c’è servizio di qualità se non c’è attenzione nei sanitari – dice Giuseppe Donati, coordinatore RSU e presidente regionale CISL FP -. L’AV4 ha il 20% di personale in meno rispetto ad altre Aree Vaste e questo ha una ricaduta sulla qualità dei servizi. Abbiamo provato a chiedere un colloquio con la regione e con il presidente dell’ARS, Gozzini, ma non ci è arrivata nessuna risposta. Gli unici colloqui che abbiamo avuto sono stati con i tre consiglieri fermani di maggioranza che hanno assunto un impegno ma, ad oggi, non abbiamo visto nulla».

Giuseppe Donati (Cisl)

Quello che Donati lamenta è la disomogeneità di trattamento tra Fermo e le altre Aree Vaste fermane. Una disparità data anche dai dati che la CISL FP ha raccolto. L’AV4 ha un rapporto di 1 infermiere ogni 267 residenti, la vicina AV5 1 ogni 211, il rapporto tra Oss e residente è 1 ogni 1277 (AV5 1 ogni 770).  In generale, il rapporto personale sanitario/abitanti è di 1 su 102 a Fermo, mentre nell’AV5 1 su 76. Fermo è l’unica area con meno di 300 posti letto nelle residenze protette, dato da problemi di accreditamento, unica che non ha l’emodinamica, unica a non avere una centrale del 118 autonoma e il Murri è l’unico ospedale marchigiano con metà dei reparti senza gli OSS presente in turno. Fermo è ultimo anche per il costo per abitante: 1595 euro, rispetto ai 2025 euro del Piceno.

«Abbiamo la consapevolezza e la certificazione di non essere uguale ad altri. I dati parlano chiaro ma nessuno ci ascolta. Siamo arrivati quasi al punto di rottura e chiediamo fortemente rassicurazioni su tre punti. Il primo riguarda la certezza di rinnovo del personale assunto nel periodo covid con contratti a tempi determinati in scadenza a fine anno. Fermo ne ha 40, qualche area vasta più di 150, ma a noi ci basta il rinnovo di quei quaranta operatori amministrativi, sanitari e tecnici. Il secondo punto è che si attui un pacchetto di assunzioni straordinari. Abbiamo i soldi per rifinanziarci autonomamente e quindi chiediamo 30 infermieri e 12 Oss, altrimenti il sistema non regge – continua Donati -. L’ultimo punto è la certezza che i fondi contrattuali non vengano toccati. Se non arrivano risposte, il 22 novembre distribuiremo volantini ai cittadini per informarli della situazione e cercheremo di coinvolgerli insieme ai sindaci. Alla fine, come extrema ratio, non ci resta che ricorrere allo sciopero».

Roberto Lanfranco (Cgil)

Presente anche Roberto Lanfranco della CGIL di Fermo che si dice preoccupato: «Avremo dei seri problemi a causa della carenza di organico. È impensabile aprire il centro Alzheimer a Montegranaro se non ci sono infermieri e Oss, così come sarà difficile riportare il reparto di medicina ad Amandola per carenza di operatori. Altro grave problema è che alcuni specialisti rifiutano di venire a lavorare da noi e che qualcuno ce li porti via, causando un abbassamento della qualità sanitaria».

Assente per motivi personali Luigi Emiliozzi della UIL che comunque però appoggia la causa. Così come il sindaco Paolo Calcinaro che esprime vicinanza alle sigle sindacali: «La mia è una presenza simbolica affianco ad una battaglia giusta, visti anche i numeri che parlano chiaro. Da parte mia ce la metterò tutta, così come sta facendo il dott. Grinta ma serve un lavoro a monte che parta dalla Regione».


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