Cesetti porta la Casina delle Rose all’attenzione di Regione e Ministero: «Dichiarazione di interesse culturale stoppa la vendita»

FERMO - «E' sufficiente la sola “motivata richiesta” della Regione Marche per sottoporre la Casina delle Rose a verifica dell’interesse culturale con la positiva ed immediata conseguenza  che la stessa non potrà essere venduta, né formare oggetto di diritti a favore di terzi»

Fabrizio Cesetti

Il consigliere regionale Pd, Fabrizio Cesetti, scova la norma. E presenta subito una mozione ad hoc. L’oggetto del contendere? La vendita della Casina delle Rose, voluta dall’amministrazione comunale. Il consigliere dem si è detto più volte, in questi mesi, contrario all’alienazione. E ora porta la questione all’attenzione della Regione e del Ministero. «Ho presentato una mozione che impegna il presidente Acquaroli e la giunta ad inoltrare ai competenti organi del Ministero della Cultura, nazionali e regionali, una motivata richiesta per l’avvio del procedimento per la dichiarazione dell’interesse culturale della Casina delle Rose. Chiedo anche di intervenire presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze affinché, nell’esercizio dei suoi poteri di vigilanza, la Regione assuma tutti i provvedimenti di competenza nei confronti dell’Agenzia delle Entrate per una corretta e giusta valutazione di stima del bene, che tenga conto dell’enorme volumetria, delle peculiari caratteristiche e delle potenzialità del prestigioso e prezioso bene pubblico anche sulla base delle intervenute e più favorevoli disposizioni legislative nazionali e regionali, richiamate in premessa, per la ristrutturazione e l’utilizzo del bene immobile in questione». 

Casina delle Rose

«E’ sufficiente infatti la sola “motivata richiesta” della Regione Marche per sottoporre la Casina delle Rose a verifica dell’interesse culturale con la positiva ed immediata conseguenza  che la stessa non potrà essere venduta, né formare oggetto di diritti a favore di terzi» spiega il consigliere regionale.

Ma non finisce qui. Cesetti vuole anche che Acquaroli istituisca un tavolo tra Regione Marche, Comune di Fermo (Sindaco e Capigruppo consiliari), Provincia di Fermo e le associazioni «per un confronto che porti alla individuazione di una soluzione per restituire il bene al patrimonio pubblico indisponibile, alla sua ristrutturazione ed al migliore utilizzo a fini pubblici e nell’interesse pubblico» come pure che si sostenga finanziariamente il Comune di Fermo, mediante destinazione di risorse regionali, nazionali ed europee e ad assumere tutti i provvedimenti necessari affinché il bene venga restituito, e resti, nella disponibilità del patrimonio pubblico indisponibile.

 


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