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I cimeli della Juve in mostra a Petritoli, presentato il libro su Paolo Rossi (Le Foto)

BIANCONERI - Un ringraziamento particolare è stato rivolto a Nazzareno Romagnoli, osservatore della Juventus, per aver messo a disposizione alcuni pezzi della sua collezione privata legata alla squadra da lui seguita da sempre. La mostra sarà visitabile fino a tutto dicembre soltanto nei giorni festivi dalle 17 alle 20

di Antonietta Vitali

Quando in teatro vengono proiettate le immagini dei migliori goal della sua carriera gli animi degli spettatori, anche di quelli meno amanti del calcio, si incantano ricordando anni italiani legati a questo sport davvero memorabili.

Nell’anno del tanto discusso mondiale in Qatar, Petritoli sceglie come evento che precede l’annuale cena delle associazioni del paese, la presentazione del libro ”Quanto dura un attimo” e una mostra dedicata ai cimeli del calcio della squadra della Juventus visitabile negli spazi sovrastanti il Teatro dell’Iride che ospitano la Sala Mostre. Il libro racconta la vita del calciatore Paolo Rossi ed è nato da un’idea di Paolo e sua moglie Federica Cappelletti condivisa in una mattina di pioggia in un bar dopo aver accompagnato le loro due bambine, Maria Vittoria e Sofia Elena, a scuola. Lui, ascoltando la pioggia cadere, dice a lei che quel ticchettio gli ricorda il rumore dei tacchetti delle scarpe dei calciatori che camminavano lungo il corridoio di ingresso al campo del Santiago Bernabeu in quella mitica finale di Mondiale nel 1982. Lei gli risponde che dovrebbe aprire il suo cuore in un libro che lei lo aiuterà a scrivere e parte, così, un viaggio, intrapreso a quattro mani.

Lui ricordava, lei scriveva e raccontano il Paolo bambino, di sua mamma Amelia e delle scarpe da calcio da comprare ogni mese, di una carriera calcistica rimasta nel cuore degli italiani e non solo, dell’infanzia vissuta in una famiglia molto amante dello sport, di una partita Italia vs Brasile vista con il nonno e di una promessa fatta da Paolo al nonno, quella che un giorno anche lui avrebbe sconfitto il Brasile. Una promessa mantenuta non solo grazie al destino ma anche alla tenacia nel voler conquistare il massimo che un calciatore può conquistare. Intenso il momento del racconto di Federica dell’ultimo incontro di Paolo con Enzo Bearzot a Auronzo di Cadore, lui che non era stato soltanto un mister ma la persona più decisiva della vita del celebre calciatore. Tutto il racconto di Federica, accompagnata a Petritoli dalle due figlie che hanno poi ascoltato da un palco la mamma parlare, è stato intenso e quasi sempre sotteso da un velo di malinconia, come se quella mancanza ancora troppo recente sia ancora un peso troppo grande da sopportare mentre racconta del Paolo più intimo, in casa, con la famiglia.

Un evento di buon grado accettato da tutta l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luca Pezzani su proposta della consigliera con delega alla cultura Daniela De Carolis che sul libro ha dichiarato «è un racconto che prende l’anima, meraviglioso, che davvero fa ricordare i momenti più salienti della sua carriera raccontanti con estrema umanità che non può non catturare la partecipazione del lettore».

Parole di apprezzamento per il grande campione anche da parte del sindaco Luca Pezzani che ha portato all’attenzione un toccante passo del libro legato agli ultimi momenti di vita del calciatore. Un libro da conservare gelosamente e da leggere e rileggere con grande attenzione anche per Giuseppe Vitali, presidente del Petritoli Calcio, una delle associazioni petritolesi facenti parte della cena che poi ha ospitato tutti i protagonisti della presentazione. Un ringraziamento particolare è stato rivolto a Nazzareno Romagnoli, osservatore della Juventus, il quale è stato contattato dal consigliere allo sport Pierluigi Vitali, grazie al quale la serata è stata possibile, per aver messo a disposizione alcuni pezzi della sua collezione privata legata alla squadra da lui seguita da sempre. La mostra sarà visitabile fino a tutto dicembre soltanto nei giorni festivi dalle 17 alle 20. 

Quando Paolo Paoloni, presidente dello Juventus Club di Jesi, e il tramite di questa serata evento, ha chiesto a Federica come è stato vivere accanto a un campione del calcio riconosciuto a livello mondiale lei ha risposto che «era fermarsi al supermercato ogni tre secondi per salutare la gente e vederlo salutare tutti nello stesso modo educato e rispettoso, dalla cassiera al Capo di Stato. È stato diventare quella che sono guardando i suoi comportamenti e assorbendo i suoi principi». Un uomo ricordato con stima e affetto non solo per i traguardi sportivi raggiunti ma soprattutto per lo spessore umano trasmesso. Persino in Brasile non hanno ancora dimenticato quella sonora sconfitta alla semifinale del 1982 tanto che un taxista carioca, dopo aver riconosciuto il nostro Pablito, lo fece scendere dalla macchina in mezzo al nulla. Ma Paulo Roberto Falcao disse, dopo aver appreso della scomparsa di Paolo, che il Brasile per lui pianse due volte, per aver perso quel match e per aver saputo di aver perso lui. 

 


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