Tartufi. Il Pd esulta: «Passato l’emendamento Carancini/Cesetti per Amandola nuovo centro sperimentale»
IL GRUPPO Pd in Regione: «Questo passo è fondamentale per costruire solide basi culturali, sociali ed economiche che abbiano al centro il tartufo come “diamante alimentare” del Fermano ed anche delle le aree interne che da questa storica scelta non potranno che trarre benefici»
«Talvolta la politica sa essere coerente e rispettosa degli impegni. Questo è accaduto ieri in Consiglio regionale con l’approvazione di un emendamento, a iniziativa dei consiglieri del gruppo Pd Romano Carancini e Fabrizio Cesetti, alla legge sulla tartuficoltura che, finalmente, riconosce Amandola come nuovo centro sperimentale regionale accanto allo storico centro di Sant’Angelo in Vado». E’ quanto fanno sapere dal gruppo assembleare del Partito Democratico in Consiglio regionale.
«Già a fine 2021 l’Assemblea legislativa delle Marche votò all’unanimità un ordine del giorno, a prima firma Romano Carancini, che impegnava la Giunta a quella naturale valorizzazione territoriale, peraltro conquistata sul campo da Amandola in decenni di attività, studi scientifici, ricerca e sperimentazione, divulgazione ed informazione, analisi e promozione sul tartufo portato avanti da personale competente e appassionato. Ora, tra le altre positive modifiche alla legge, l’emendamento dei consiglieri Carancini e Cesetti rilancia anche il sud delle Marche come terra del tartufo con la propria particolare identità e con specifica vacazione, evidentemente non in contrapposizione con il comune di Sant’Angelo in Vado, quanto piuttosto con la visione dell’opportunità di rafforzare il valore di un’eccellenza che troviamo in tutte le Marche, da nord a sud. Questo passo è fondamentale per costruire solide basi culturali, sociali ed economiche che abbiano al centro il tartufo come “diamante alimentare” del Fermano ed anche delle le aree interne che da questa storica scelta non potranno che trarre benefici».
«L’opportunità che oggi cogliamo – spiega Carancini – è spinta dallo spirito di appartenenza marchigiana che la sana politica deve assecondare e che, nel riconoscere le risorse e le peculiarità dei diversi territori, da un lato caratterizza e dall’altro unisce».