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Il questore Rosa Romano a 360 gradi sulla violenza di genere: «Protocollo Zeus per prevenire atti penalmente rilevanti» (Videointervista)

FERMO - L'intervista del direttore Giorgio Fedeli al questore Rosa Romano: «'Protocollo Zeus' risultato di una rete provinciale che funziona. Siamo sul campo 24 ore su 24 per contrastare la violenza di genere»
Intervista al Questore dott.ssa Rosa Romano

 

di Alessandro Luzi (foto e video di Simone Corazza)

Ieri la Questura di Fermo è diventata la seconda delle Marche e la 56esima in Italia a firmare il “protocollo Zeus”: un provvedimento volto a prevenire condotte penalmente rilevanti da parte di uomini maltrattanti. Per l’occasione il direttore Giorgio Fedeli ha intervistato per Cronache Fermane e Radio Fm1 il questore Rosa Romano. «È stato compiuto un passo in avanti significativo per le donne vittima di violenza – ha esordito -. La misura viene emessa dal questore e costituisce una sorta di ammonimento. Non ha valenza penale. È un deterrente e mira anche alla rieducazione del maltrattante. Parlando di numeri, nel 2020 abbiamo emesso tre ammonimenti per atti persecutori e violenze domestiche, sono saliti a 16 nel 2021 per arrivare a 23 nel 2022. Le denunce penali nell’anno in corso ammontano a 66. Non dobbiamo però allarmarci perché sono cifre date da situazioni che prima rimanevano sommerse, mentre ora stiamo assistendo al superamento del timore da parte delle donne di recarsi nei nostri uffici a sporgere denuncia o presentare richieste di aiuto. Dal 2018 la nostra struttura ha delle articolazioni dedicate alle vittime di violenza, tra cui una stanza dedicata all’ascolto di quante decidono di denunciare i maltrattamenti».

Il provvedimento può essere di due tipi: «Un ammonimento a istanza di parte per atti persecutori e violenza domestica, entrato in vigore con una legge del 2009. Dal 2013 è stato introdotto l’ammonimento d’ufficio. Quest’ultimo può essere presentato da chiunque e viene garantito l’anonimato. Inoltre, dal 28 marzo 2021 a bordo delle nostre voltanti e del Radiomobile dei Carabinieri abbiamo l’applicativo scudo. È stato introdotto dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri con l’intento di creare un archivio informatico. Quindi ogni intervento delle forze dell’ordine per una lite in famiglia o altre condotte devianti nei confronti delle donne viene registrato nell’archivio, invece prima rimanevano composizioni private. Dopodiché le relazioni vengono analizzate e insieme alla divisione anticrimine valutiamo se emanare un provvedimento di ammonimento».

Nel Fermano, però, dati alla mano, crescono le liti in famiglia. A tal riguardo nel 2022, gli investigatori hanno trasmesso all’Autorità Giudiziaria 61 comunicazioni di notizie di reato ed eseguito 8 misure cautelari di cui 2 per atti persecutori, e 6 per maltrattamenti in famiglia. Delle 8 misure cautelari tre sono di custodia cautelare in carcere. «Questo fenomeno è soprattutto legato ai due anni di pandemia – ha evidenziato -. Stare chiusi in casa per tanto tempo ha esacerbato alcune situazioni già critiche e sono sfociate in atti di violenza domestica. Lo scudo citato pocanzi è importante per far fronte a queste situazioni. Nel momento in cui la pattuglia interviene è a conoscenza se il fatto è già accaduto altre volte, perciò qualora gli agenti rilevassero particolari criticità è possibile emanare il provvedimento di ammonimento. È uno strumento utile ad evitare conseguenze più gravi di alcuni comportamenti devianti del maltrattante».

Ma una volta intercettati, gli uomini sono restii a riconoscere il problema? «In realtà mostrano un atteggiamento di apertura perché sono chiamati nei nostri uffici e vengono intimati di cambiare comportamento. Il nostro compito è di avvisarli in quanto stanno commettendo degli errori e potrebbero andare in contro a dei provvedimenti penali. Durante l’ammonimento invitiamo la persona a seguire un percorso terapeutico-riabilitativo a livello psichico per capire la natura e l’origine di questi comportamenti devianti. Solitamente l’aggressore li ha già vissuti in famiglia da bambino, spesso infatti le liti si verificano davanti ai minori».

Per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne si sono svolte una serie di iniziative volte a sensibilizzare sul tema. Tuttavia per invertire questo trend negativo è fondamentale garantire un impegno costante. «La nostra attività si svolge 24 ore su 24 con controlli, campagne di sensibilizzazione, incontri nelle scuole di ogni ordine e grado – ha ricordato Rosa Romano – la violenza di genere, in quanto fenomeno culturale, va contrastata anche creando una rete con le istituzioni e le associazioni del Fermano. Dobbiamo lavorare soprattutto con scuole, famiglie e associazioni di volontariato. Il “Protocollo Zeus” è proprio il risultato di una rete che funziona. Del resto i cittadini di questa provincia hanno dimostrato attenzione verso tali tematiche e anche gli uomini sono molto collaborativi».

Ha concluso con un riferimento al cyberbullismo e al vandalismo: «Non siamo un’isola felice ma possiamo parlare di piccoli reati di gruppo perpetrati da adolescenti. Ciò si verifica soprattutto nei fine settimana per un abuso di alcool. Tuttavia sono reati contenuti e non preoccupanti».

Ieri all’appuntamento era presente anche il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli. Ha sottolineato l’importanza del processo di rieducazione dei maltrattanti. Pertanto il “Protocollo Zeus”, partito proprio da Macerata, coinvolgerà da qui a breve tutte e cinque le questure delle Marche: «Il centro di ascolto è stato aperto meno di un mese fa e già contiamo 7 iscritti. Oggi è un punto di partenza anche per il Fermano».

Violenza sulle donne, il questore Romano e il sindaco di Macerata Parcaroli firmano il ‘Protocollo Zeus’ (Le Foto)

Violenza di genere, il questore Romano sottoscrive il ‘Protocollo Zeus’ (Ascolta la notizia)

 


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