Gli immobili comunali hanno fruttato 1.300.000 euro. Affitti e concessioni nel mirino per recuperare i crediti

PORTO SAN GIORGIO - Nel 2021 le casse comunali hanno introitato 1.319.000 euro provenienti dalla gestione dei beni di proprietà pubblica (accertato di competenza). Nel calderone finiscono affitti e concessioni di locali, spazi verdi, immobili. Via libera all'azione di recupero dei crediti maturati dall'ente di via Veneto.

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di Sandro Renzi

Quanto rendono le proprietà comunali in un anno? Poco più di 1.300.000 euro nel 2021. Uffici, locali, box, aree verdi concesse in locazione a privati o associazioni dovrebbero fruttare alle casse dell’ente di via Veneto oltre 380 mila euro. Almeno stando ai numeri del bilancio consuntivo 2021. Il condizionale è d’obbligo poiché anche il Comune sangiorgese si trova a fare i conti con richieste di rateizzazione e morosità, aggravate probabilmente pure dalla pandemia. In quei 380 mila euro confluiscono sia le concessioni che gli affitti di immobili. Da soli, valgono un pò più della metà di quanto l’ente di via Veneto deve incassare. L’altra parte, ovvero 320 mila euro li versa la Sgds Multiservizi per l’utilizzo della rete del gas. Alla fine, quindi, nelle casse dovrebbero arrivare circa 700 mila euro. 

Somma, per l’appunto, che si ottiene facendo i conti della serva, quindi sommando semplicemente i canoni annui dovuti da contratto. Chi versa di più è per ovvi motivi la Sgds Multiservizi che oltre alla rete del gas paga 4.823 euro di affitto per gli uffici ricavati all’interno della sede comunale e ben 66.224 euro per una quota parte dei locali presso il cantiere comunale e l’ex depuratore. Stesso discorso per l’altra società, la San Giorgio Energie, che paga 6.412 euro di affitto per i locali in via Veneto. Anche l’Ica versa annualmente 3.522 euro per l’affitto dei locali al secondo piano. Ci sono poi i 4.877 euro della Cassa di Risparmio di Fermo per lo spazio bancomat nel palazzo del turismo e i 30.000 euro che sono in capo alla Pars per l’utilizzo a scopo sociale di villa Murri. Fin qui gli affitti.

Dando invece uno sguardo all’elenco delle concessioni, quelle più “onerose” per i privati riguardano il manufatto in piazza del Marinaio che ospita il ristorante Pietro (23.305 euro) e quello del ristorante il Faro (26.755 euro). Per il Giardino d’estate il canone annuo è di 8.676 euro mentre per il chiosco nel parco delle Canossiane la somma sale a 15.108 euro. Canoni simbolici, pari a 153 euro, per diverse associazioni che utilizzano locali o piccoli spazi. E’ il caso dell’Avis, del coro polifonico, dell’Aido solo per citarne alcune. La cooperativa piccola pesca versa invece 12.396 euro per l’utilizzo dei box dell’area portuale. Oltre 2.400 euro è quanto paga per la sua sede il sistema Marca Fermana all’interno del palazzo del turismo e 410 euro ciascuno quello che versa l’Unpli regionale, quello provinciale e la Pro loco. Dai box del mercato ittico si stimano canoni per 77.441 euro all’anno. Altra somma cospicua dovrebbe garantirla il mercato coperto con oltre 36 mila euro di introiti da parte dei box e delle panche.

Capitolo a parte gli impianti sportivi. Dando uno sguardo alle concessioni, al netto di quello che arriva complessivamente dall’utilizzo degli impianti e pari a 60.945 euro, ci sono 12.403 euro e 13.861 euro rispettivamente versati dalla Carife e dai magazzini Gabrielli per la pubblicità nel palasport. Gli uffici hanno inoltre incassato a competenza nel 2021 «l’importo di 70.390 euro a titolo di concessioni cimiteriali ed accertato l’importo di 77.330 per canone di concessione farmacia comunale».  Il teatro infine ha fruttato solo 2.583 euro.  Numeri che si traducono in moneta per la collettività. Ma, stando a quanto affermato anche dall’assessore con delega al patrimonio, Fabio Senzacqua, un mese fa, la nuova Amministrazione «ha ereditato una situazione patrimoniale problematica sia riguardo la contrattualistica che la parte economica». Come dire: si può e si deve incassare di più. Motivo per cui è stata avviata una fase di recupero dei crediti e di controllo delle attività di gestione. Ora si attende l’apertura di una fase di interlocuzione con i gestori «al fine di regolarizzare le rispettive posizioni entro 30 giorni dal ricevimento delle missive» si leggeva nella nota stampa. Scaduti i termini, il comune procederà con la seconda fase dell’azione di recupero della morosità. Ma sarebbe interessante avere contezza quanto meno dei mancati introiti da parte delle casse dell’ente nell’ultimo o negli anni passati. 

 

 


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