di Antonietta Vitali
«I giovani rappresentano le loro famiglie, le loro scuole, i loro compagni, i loro compagni di corso, quelli che insieme vivono una storia importante che è il percorso di formazione di una classe giovanile che sarà la classe dirigente di domani».
A pronunciare queste parole, Amedeo Grilli, storico e compianto presidente della Carifermo Spa recentemente scomparso, nel video che ha aperto la sessantesima edizione della Pagella d’Oro tenutasi a Fermo questa mattina presso il Teatro dell’Aquila. Un premio che vuole riconoscere il saper fare, l’impegno di famiglie, di scuole, di giovani, di questa comunità educante che forma intere generazioni e che incontra la lunghissima tradizione della Carifermo nata nel 1859, quando non c’era ancora l’unità di Italia, quella che oggi chiamiamo nazione era divisa in tanti piccoli statarelli, non c’era la lira, non c’era la luce, c’era un gruppo di persone giovani che guardavano agli altri per poter trasferire risorse, per poter creare condizioni di solidarietà, di collaborazione.
«Se questa manifestazione continua a essere così viva e così presente è soprattutto per merito di quello che è stato per la Carifermo l’Ing Grilli – ha dichiarato Giorgio Girotti Pucci, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo – un uomo che ha sempre voluto che la cultura nei giovani fosse l’obiettivo principale sia della Cassa di Risparmio che della Fondazione. Con questo piccolo premio in denaro conferito ai premiati – ha continuato Girotti Pucci – vogliamo iniziare ad educare i ragazzi alla cultura del risparmio. Da parte della Fondazione, invece, c’è e ci sarà sempre l’interesse ad investire sulla cultura per i giovani. Studiare, non è solo importante per ottenere buoni voti e dare soddisfazione alle famiglie, ma è la chiave per crescere, per avere più consapevolezza del nostro mondo, per essere più critici, per sviluppare la nostra creatività e persino per essere ribelli, perché per essere ribelli bisogna essere consapevoli».
Oltre i 111 premiati della giornata, moltissimi sono stati gli studenti meritevoli che dal 1962 si sono visti conferire la Pagella d’Oro, un premio che come parametro di assegnazione non segue soltanto quello di un’alta votazione in tutte le materie. Per questa importante edizione che segna il sessantesimo compleanno del premio, la Carifermo è andata a spasso nel tempo, digitalizzando tutte le fotografie presenti relative alle cerimonie di premiazione e, andando ad individuare, facendo una ricerca molto approfondita, sei persone rappresentanti generazioni e professioni completamente diverse, a dimostrazione del principio che lo studio può, di fatto, aprire qualsiasi porta, anche quella non esattamente immaginata. Sei persone che, raccontando il loro percorso in una tavola rotonda, hanno lanciato un importante messaggio motivazionale non soltanto agli studenti presenti in sala ma anche a tutti gli adulti che lo hanno saputo cogliere. Come quello del professor Luigi Alici, docente di Filosofia morale, prima Pagella d’Oro arrivata quando era in terza media e che lo fece trovare davanti al difficile bivio di decidere se continuare gli studi oppure seguire il suggerimento del padre che voleva andasse a lavorare. Una famiglia non ricca ma che anzi «navigava al pelo dell’acqua» come dichiarato da lui, una giacca prestatagli da un parente per andare a ritirare il premio ricevuto. Quello, ossia, che fu quella piccola luce che fece cadere ogni ostacolo all’indecisione e gli fece percorrere la strada (fatta in salita) della continuazione degli studi.
C’erano allievi molto più bravi di lui nella stessa scuola quando Don Emilio Rocchi fu scelto come Pagella d’Oro, e molti furono invidiosi di lui. Molti ma non uno, che pur essendo bravissimo a scuola, non provò invidia per Emilio ma gioì con lui e per lui di questo traguardo raggiunto. Questo fece capire a Don Emilio (che all’epoca pensava di fare il musicista e non il parroco) che non bisogna essere invidiosi degli altri ma gioire dei successi altrui.
Risale a trenta anni fa la Pagella d’Oro ricevuta da Marco Cruciani, regista che vanta al suo attivo anche importanti collaborazioni con Bellocchio e molti altri. Frequenta Ragioneria alle superiori e poi un anno di facoltà di Economia a Roma dove vive in una casa dove tutti gli altri inquilini hanno a che fare con le arti e viene coinvolto anche lui in questo mondo. Lo stimolo dato ai giovani è stato quello di lasciarsi conquistare da questa vita matta mettendosi sulla barchetta per navigare e facendo molta attenzione, però, a capire come girano le correnti e saperle cogliere.
La curiosità come virtù da non perdere mai per Lolita Falconi, giornalista e capo servizio del Corriere Adriatico. Gli studi seguiti con passione, una curiosità che l’ha sempre accompagnata e aiutata e ai giovani il consiglio di leggere, sempre, informarsi su tutto ciò che riguarda il mondo.
Un premio arrivato a sorpresa anche per Serena Abrami, musicista e cantante, e che fu giustificato dal preside e dagli insegnanti nella grande passione che metteva nelle attività extra scolastiche quali il teatro, la musica, l’artistica. Anche per lei una dote, quella della passione, mai perduta come lo stupore davanti a quello che arriva ma che non giunge a caso grazie ad un’attenzione ai dettagli che formano l’insieme del quadro dove si dipinge il proprio progetto di vita.
Grande impegno e disciplina anche per Elisabetta Cocciaretto, campionessa di tennis, numero 66 nel ranking mondiale, legatissima alle sue Marche tanto da tornarci scegliendo il Centro Tennis di Tolentino come base per il suo allenamento. La Pagella d’Oro per lei è stata la spinta che le ha fatto capire che studio e sport fossero conciliabili se nutriti, appunto, da passione, impegno, costanza. Anche oggi, come già accaduto per loro, un pensiero della Carifermo ricevuto dalle mani di, Alberto Palma, presidente della Carifermo e Giorgio Girotti Pucci, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, e un grande messaggio ai giovani lanciato dal professor Luigi Alici, quello di non mettere in conflitto i beni materiali con i beni relazionali perché è questa qualità delle relazioni tra le persone, fatta di collanti e non solo di solventi, che tiene in piedi un territorio, lo stabilizza e gli consente di crescere. Sono beni che parlano un linguaggio positivo di amicizia, di fiducia, senza il quale neppure un istituto di credito starebbe in piedi se avesse un tessuto di fiducia che lo lega al suo territorio. «I ragazzi oggi – ha spiegato il professore – devono cominciare, in qualche misura, a tessere su questo fronte perché è su questa tessitura che un paese scucito può risalire e, devono, imparare ad ascoltare per capire che un percorso di successo non è fatto solo dal ricevere ma soprattutto dal dare a seconda della necessità».
LEGGI I NOMI DI TUTTI I RAGAZZI PREMIATI NELL’EDIZIONE DI QUEST’ANNO
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